Si è alzata, con gli ulteriori venti di tagli di fondi agli enti locali, la soglia di attenzione della giunta comunale sulla pratica del nuovo palazzo degli uffici nell'ex area Unicem.
A fine maggio sembrava che, dopo una lunga fase di stallo, in Comune fossero pronti a rompere gli indugi scegliendo un'offerta tra le due pervenute, quella con a capo la reggiana Orion e quella guidata da Bonatti di Parma.
Si tratta di individuare il soggetto promotore cui affidare la prelazione per un importante intervento edilizio la cui aggiudicazione definitiva avverrà comunque al termine di una gara su scala europea.
Sembrava che lo scioglimento della riserva a favore di Orion fosse imminente, invece la giunta non ha ancora deliberato nulla e non è escluso che rinvii la cosa a dopo l'estate.
«Stiamo riflettendo, anche perché, con i chiari di luna che si sentono dal governo, non c'è da stare allegri ed è bene fare una scelta solo quando si è sicuri di avere limitato al minimo l'impatto finanziario».
Queste le spiegazioni del sindaco Roberto Reggi, poche ma sufficienti per far capire che uno dei nodi principali è l'aspetto economico di un'operazione per la quale si era parlato di 24,5 milioni di euro di costo totale.
Il Comune mette sul piatto cinque sue sedi immobiliari: via Beverora, via Taverna, Facsal, via Verdi, viale Martiri, che (stimati da Orion 10 milioni di euro) serviranno per pagare circa la metà dell'opera (resta da stabilire se tramite permuta o alienazione).
Il resto del costo sarebbe coperto con un canone di concessione pluriennale all'aggiudicatario. Orion lo ha proposto per 38 anni quantificandolo in 650mila euro all'anno (totale di periodo: 25 milioni di euro).
Ma servirà a coprire non solo la differenza tra i 24,5 milioni di costo del nuovo palazzo e il valore degli immobili permutati, ma anche il global service di cui chi vincerà l'appalto si farà carico.
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