Su una moneta da un cent potrebbero sembrare tracce di pulviscolo tanto sono piccole.
Ma rappresentano la nuova frontiera dell'energia solare.
Sono le celle fotovoltaiche del futuro e si studieranno al Cesi Ricerca di via Nino Bixio a Piacenza. Finanziato dall'Unione europea con 8 milioni di euro, infatti, il progetto per il fotovoltaico basato su celle formate da strati di materiali diversi e definite "a concentrazione" ha il cuore a Piacenza.
Il progetto si chiama Apollon e vi lavorano 16 società (tra i quali: Enea, Enel, Università ed industrie del settore). Il progetto piacentino l'ha "spuntata" in Europa su altri qualificati concorrenti che nel campo del fotovoltaico hanno sedimentato una lunga esperienza come le Università di Madrid e l'Ise di Friburgo.
«E' un'opportunità di grande rilievo - spiegano Maurizio Bocca responsabile della sede di Cesi Ricerca e Gianluca Timò coordinatore del progetto Apollon - anche per il sistema formativo e produttivo piacentino. Anche l'Università - aggiungono - non si deve fare sfuggire una tale opportunità».
Da questa esperienza, che si svilupperà a partire da gennaio per i prossimi cinque anni (il laboratorio sarà operativo dal 2009) al Cesi Ricerca sperano possano infatti arrivare benefici effetti alla crescita complessiva di Piacenza, «nascerà qui da noi, in riva la Po un polo tecnologico di livello internazionale» puntualizzano con orgoglio. «E' questa la tecnologia del futuro per ridurre l'utilizzo dei combustibili fossili tradizionali. Una tecnologia - sottolineano i tecnici - destinata a soppiantare quella basata sul silicio da cui il nostro paese è rimasto tagliato fuori negli anni scorsi e su cui ha investito molte risorse la Germania. Ebbene ora c'è una nuova frontiera nel campo dell'energia dal sole e si sperimenterà a Piacenza. Una nuova frontiera che, rispetto ai sistemi tradizionali con una resa del 20 per cento, permetterà lo sfruttamento di gran lunga superiore pari almeno al 40 per cento. Il sistema a celle, a differenza della tecnologia al silicio, ha la capacità di ruotare seguendo la dinamica del sole e il modulo che trasforma i raggi solari in energia sarà sempre perpendicolare al sole. La vera sfida del futuro - insistono i tecnici Cesi Ricerca - è quella che verrà sperimentata a Piacenza a cui si dedicheranno i 35 tecnici che lavorano al centro piacentino. Quali sono le peculiarità della tecnologia studiata? Innanzitutto i costi del prodotto finale, l'energia.
Insomma, a sperimentazione conclusa e una volta testata la nuova tecnologia, l'energia prodotta col fotovoltaico a celle potrà costare 2 euro per watt contro i 6 euro per watt della produzione con i sistemi tradizionali piani e fissi disposti a copertura sui tetti, che utilizzano il silicio. Costo fortemente competitivo fattore che permetterà - ne sono certi - una forte diffusione in gran parte del nostro Paese che è caratterizzato da livelli di insolazione particolarmente vantaggiosi per l'utilizzo della concentrazione fotovoltaica. Una bella differenza in termini di resa e di costi, capace di dare un vero e proprio impulso allo sfruttamento dell'energia solare. Per tutti gli usi: domestico e produttivo. «Il sole è una vera risorsa inesplorata - sottolinea Timò - pensiamo che se solamente il 10 per cento dei tetti di Piacenza fossero attrezzati per produrre energia dal sole basterebbero a soddisfare il fabbisogno di tutta la provincia quanto ai consumi domestici. Ecco perché confidiamo che la nostra ricerca, su cui sono puntati gli occhi e le aspettative di tutta l'Europa, possa determinare un circuito virtuoso anche per iniziative industriali locali».
Si consideri infatti che il fotovoltaico a concentrazione è considerato vantaggioso in presenza di una radiazione globale annua di 1.350 kwatt per metro quadrato di superficie terrestre e gran parte dell'Italia, Piacenza compresa, è superiore a questo dato.
Ma c'è di più : l'alta resa del sistema a celle consente di produrre molta più energia in poco spazio. Una cella, infatti, ha dimensioni molto ridotte. «Se si vuole fare un esempio concreto - spiegano Bocca e Timò - basti dire che da una superficie di materiale semiconduttore pari a 78 centimetri quadrati si può ottenere più di un kilowatt di potenza elettrica. Per ottenere la stessa potenza con la tecnologia dei pannelli solari piani e fissi al silicio occorrerebbero circa 10 metri quadrati di spuerficie». A cosa si deve tanta efficienza? Il segreto consiste nell'uso di materiali differenti ognuno capace di assorbire una porzione di spettro solare e convertirlo in energia. Insomma la sfida è aperta. Antonella Lenti
Una grande opportunità sí è detto, per Piacenza ma anche per il centro di ricerca evoluzione del Laboratorio Dco dell'Enel e che ha attraversato varie vicissitudini nel recente passato non ultima la minaccia di smantellamento. Pericolo scampato e oggi, con il compito di guidare il progetto di ricerca sul fotovoltaico a celle, una sfida di grande valenza internazionale.
«Nei laboratori di Piacenza - spiega il responsabile Maurizio Bocca - sono aggregate competenze specialistiche per lo studio e la sperimentazione in vari ambiti di attività che vengono svolte in forte integrazione con la sede di Milano. Dal risparmio energetico e fonti rinnovabili (si studiano ad esempio il fotovoltaico innovativo e l'illuminazione allo stato solido mediante Led); attività analitiche a supporto degli studi dei cambiamenti climatici e dell'impatto ambientale del sistema elettrico (vengono ad esempio analizzati i gas serra prelevati dal laboratorio del Plateau Rosà posto a 3500 metri sul mare); studi chimico fisici nell'ambito della mitigazione dell'impatto ambientale (si studia tra l'altro l'avveniristico processo della cattura e del sequestro della CO2 emessa dai grandi impianti di generazione); studi e prove nel campo dei materiali finalizzati ad impianti innovativi ed alla flessibilizzazione ed affidabilità degli impianti esistenti (ad esempio per spingere gli impianti di generazione ai più alti rendimenti ed alle minime emissioni possibili); studi e prove nel campo delle protezioni elettriche (anche per consentire l'ottimizzazione della generazione distribuita da fonti rinnovabili)».
Con l'avvio delle nuove attività di sperimentazione, Cesi Ricerca di Piacenza, anche grazie all'aggregazione di competenze multidisciplinari di cui dispone, si affermerà come un centro di eccellenza a livello internazionale per la ricerca integrata in campo fotovoltaico. Inoltre, grazie alla collaborazione gli gli atenei, già avviata con l'Università di Ferrara nell'ambito del progetto Apollon, e che si auspica possa svilupparsi anche con altre università del territorio, la sede di Piacenza sarà veicolo per la formazione e la disseminazione di competenze altamente qualificate, necessarie per supportare la nascita e lo sviluppo di un polo industriale regionale nel campo del fotovoltaico innovativo.
A Piacenza infatti sarà allestito il laboratorio di punta del progetto nel quale verrà collocato l'impianto di crescita dei cristalli semiconduttori, il cui costo sfiora due milioni di euro, che è il cuore dell'intero processo di realizzazione delle celle fotovoltaiche di nuova generazione. A questo laboratorio se ne affiancheranno altri.
L'iniziativa ha particolare rilievo in quanto è uno dei sette grandi progetti integrati di ricerca europei finanziati nel prossimo quinquennio e, tra questi, è il solo in campo fotovoltaico. I prototipi che verranno realizzati, saranno testati da differenti partner europei per mettere a punto una comune metodologia per verificare la produzione a diverse latitudini. «E' per questo che - insistono i due tecnici - il potenziamento dei laboratori e delle strutture già presenti consentirà di realizzare a Piacenza un polo tecnologico avanzato sul fotovoltaico innovativo che potrà essere di riferimento per la ricerca universitaria anche a livello locale e per l'industria del settore».
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