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Santa Cleofa
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Foti e Polledri: la Pertite non sarà ceduta
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«Lo Stato Maggiore dell'esercito ha evidenziato la non accettabilità della proposta di modifica del protocollo di intesa con il Comune di Piacenza nella parte che prevede la realizzazione di una nuova caserma all'interno dell'ex Pertite in quanto insufficiente per superficie e per il fatto che è tuttora necessaria a fini istituzionali. Formulato invece parere di fattibilità per l'accentramento del Secondo reggimento Genio pontieri in un'unica sede nella ex piazza d'armi di via Emilia Pavese in cambio della cessione delle caserme Nicolai e Lusignani».
Era il 23 febbraio scorso quando i militari hanno messo nero su bianco la risposta alla proposta presentata dal Comune nel luglio scorso e ribadita con il sostegno di parlamentari e sindacati nell'ottobre successivo.
A renderla nota, proprio alla vigilia dell'incontro che oggi il sindaco Roberto Reggi avrà al ministero della Difesa, sono stati ieri i parlamentari piacentini Tommaso Foti (Pdl) e Massimo Polledri (Lega nord).
Un documento che rappresenta una doccia fredda per tanti. Innanzitutto per il Comune, che intendeva liberare le altre aree militari limitando al minimo l'impatto urbanistico, ambientale ed economico dell'operazione. Ma anche per il comitato promotore del referendum con cui si chiederà ai piacentini di esprimersi sul mantenimento a verde proprio della ex Pertite. Una conclusione che, oggi come oggi, appare quasi inevitabile, visto che l'esercito non intende trasferirla al Comune. Il protocollo d'intesa, infatti, prevedeva la realizzazione del nuovo polo di mantenimento pesante su un'area di 16 ettari in cambio della liberazione del complesso di viale Malta e della restante parte di ex Pertite pari a 12 ettari. Ma i militari l'hanno giudicata inadatta, sia per le limitate dimensioni della struttura (la prima versione prevedeva il complesso a Le Mose su 42 ettari) sia per il fatto che la restante parte serve come pista di collaudo dei mezzi che vengono riparati a Piacenza, elemento fondamentale che verrebbe a mancare. E il referendum, che i due parlamentari giudicano condivisibile nel suo testo ma difficilmente attuabile, sarebbe totalmente inutile perché Piacenza non avrà mai a disposizione quel parco.
Il percorso si fa dunque in salita e i tempi si allungano? «Dipende da quello che vuole fare il Comune - hanno risposto Foti e Polledri - che mi pare in totale confusione: il sindaco, anziché preoccuparsi di insultare a torto il governo e chi, come noi, in questi mesi ha provato a dargli una mano, decida cosa vuole fare, senza dimenticarsi che l'obiettivo primo di questa operazione era avere un nuovo stabilimento militare che potesse salvaguardare il posto di lavoro a molti piacentini, magari creando anche occupazione. Una certezza c'è: Nicolai e Lusignani possono essere acquisite, a questo punto per non perdere tempo si potrebbe ragionare su come rifare il polo di mantenimento pesante nel luogo dov'è oggi. Non sarebbe il massimo - hanno concluso - ma almeno ci consentirebbe di portare a casa strutture importanti. Se interessa il nostro contributo siamo pronti a darlo, se invece Reggi vuole continuare a inseguire suggestioni elettorali mentendo ai cittadini ne pagherà le conseguenze». Michele Rancati Libertà 12/05/2011
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pubblicazione: 12/05/2011
aggiornamento: 13/05/2011
Gli onorevoli Massimo Polledri (Lega Nord) e Tommaso Foti (Pdl) foto Cravedi
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