«E' la campagna elettorale più intensa che io abbia mai fatto. In cuor mio sapevo come sarebbe andata al ballottaggio ma speravo in un moto di orgoglio locale. Non è andata così e mi dispiace non aver vinto per tutti coloro che hanno lavorato con un impegno straordinario per me». E' un Tommaso Foti molto pacato quello che ci riceve nelle sede di An di via Varazzani.
Ci sarà un “regolamento di conti” nella Casa delle libertà? «Assolutamente no. Personalmente non metto nessuno sul banco degli imputati perché, se il risultato fosse stato differente, nessuno ora direbbe niente. D'altra parte come candidato avevo disegnato uno scenario ben chiaro: se si va uniti al primo turno, avevo detto, si può vincere. Al balottaggio, invece, decide “generale estate”».
“Imputata” è allora la Lega ? «No perché se la Lega a livello nazionale sceglie, od è costretta per suoi motivi politici, ad andare da sola.... Si sarebbe potuto cambiare giocatore, questo sì, ma si insisteva talmente tanto nel dire che Foti era l'unico candidato possibile che non me la sono sentita di favorire un autogol e lasciare la coalizione ad un massacro elettorale. Con senso di responsabilità mi sono posto l'obiettivo di rappresentare la Casa delle Libertà: la missione politica è riuscita, quella elettorale no ma in questo momento è ora di capire che l'Ulivo è più forte della Casa della Libertà».
So di persone che tornavano dalle vacanze in anticipo per votare per Boiardi. E di altre, tradizionali elettori del centrodestra, che partivano confidando nel voto di altri. «Penso che siano due atteggiamenti diversi di elettorati che non sono assimilabili. Personalmente ritengo che l'elettorato del centrodestra senta fortemente il discorso del governo nazionale perché in esso vede rappresentata una parte dei propri interessi, sentimenti, valori mentre consideri le elezioni amministrative come un momento di passaggio verso il quale non si sente obbligato».
Al ballottaggio, ormai è assodato, diminuiscono gli elettori. «Si tratta di una riflessione forte che deve essere condotta a livello nazionale. Al di là di chi vinca, il secondo turno dimostra che chi viene eletto è il rappresentante della maggioranza della minoranza degli elettori. Boiardi rappresenta il 31% dei piacentini, io il 29%».
La svolta di Squeri è stata un boomerang per voi? «Non ho mai voluto mettere in risalto la vicenda. Ho sempre considerato quella di Squeri una posizione estremamente personale e, da parte mia, non c'è mai stato alcun tentativo di strumentalizzarla».
Il suo ruolo di opposizione in Provincia? «Devo decidere se rappresentare l'opposizione anche perché, personalmente, ritengo conclusa la mia esperienza di candidato alle elezioni provinciali per il futuro. Ha senso fare il capo dell'opposizione se si ha in testa di candidarsi nel 2009. Questo non significa che io non possa rimanere in consiglio provinciale con un ruolo molto amministrativo ma non certamente volto a rinverdire una leadership politica».
In questi giorni gli italiani pagano le tasse: le ventilate riduzioni di Berlusconi, rimaste ancora sulla carta, possono aver influenzato le Amministrative? «Non credo. Sono convinto che le elezioni di medio periodo in tutta Europa abbiano sempre finito per premiare le opposizioni e punire chi governa. D'altra parte ricordo che dalle Europee il governo italiano non è uscito ribaltato politicamente come è accaduto nell'Inghilterra di Blair e nella Francia di Chirac. E' evidente che se queste elezioni fossero state facili non sarei stato io il candidato. Sono partito definendola una missione impossibile , l'ho resa quasi possibile e ringrazio gli elettori che mi hanno sostenuto e soprattutto le persone che con me hanno collaborato. Non sono sceso in campo per ambizione ma perché credevo potesse servire a questa città e a questa provincia. Se poi nel centrodestra gli elettori preferiscono l'ombrellone al territorio non posso che augurare loro, simpaticamente, una buona abbronzatura».
Perché la definiva “missione impossibile” dall'inizio? «Perché il centrosinistra a Piacenza, aveva il 55% prima di cominciare la partita. E quando una partita nei suoi dati è piegata, si può anche essere di buona volontà... Il mio risultato del 48% è lo stesso che avevo ottenuto alle Politiche nel collegio uninominale nella provincia di Piacenza».
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