Una donna, Maria Lucia Girometta. E un giovane, Giovanni Botti. Ai due consiglieri comunali sono affidate le sorti future del coordinamento cittadino del Popolo della libertà dopo le dimissioni di Filiberto Putzu. La nomina dei due commissari è giunta ieri dal coordinatore provinciale Tommaso Foti, il quale ha colto l’occasione per fare alcune puntualizzazioni critiche sul “caso Putzu” e «difendere così l’immagine del partito».
«Nel Pdl non vige la partitocrazia né può essere inteso come il bar dello sport - ha esordito il parlamentare - Le regole sono quelle stabilite due anni fa nel congresso che ha segnato la nascita del partito e noi siamo abituati a rispettarle, altro che politichese. Mi risulta inoltre che quando è nato il Pdl tra i congressisti ci fosse anche Putzu».
Foti ha ammesso che i coordinamenti cittadini abbiano un ruolo meno ampio «di quello che potrebbero avere, ma questo è dovuto al fatto che in questa fase iniziale sono organi di nominati. Dopo il congresso potrebbero essere stabilite nuove regole. Gli organi contano come contavano due anni fa e Putzu lo sapeva».
Quanto all’altro tema alla base della polemica Putzu-Pdl, e cioé quello che verte sul percorso di scelta delle candidature, anche in questo caso Foti ha voluto essere chiaro: «Le procedure per le candidature non sono state inventate adesso, ma decise due anni fa. E sono state rispettate anche per le Provinciali 2009 dove nessuno si è levato a dire qualcosa. Il percorso è stato deciso all’unanimità e poi votato. Di conclusioni non ne ha tratte nessuno anche perché una nuova decisione la assumerà la nuova classe dirigente che uscirà dal congresso, se non altro per senso di rispetto».
Per me non è mai uscito dal Pdl, ma bisogna vedere se ci vuole stare.
Non accetto però che si sputi sul partito solo per polemica e per avere una foto sul giornale. Fa perdere dei voti al Pdl».
Archiviata la polemica («non dirò più nulla al riguardo» ha concluso Foti), il coordinamento cittadino ha già voltato pagina con la Girometta e con Botti, che saranno chiamati al ruolo di “traghettatori” da qui al congresso del 14 gennaio.
«L’impegno mio e di Botti sarà costante e impegnativo, speriamo che il Comune di Piacenza cambi colore politico. La maggioranza mostra una compattezza solo esteriore, tutt’altro che granitica». Botti ha
aggiunto: «Accolgo con entusiasmo questa possibilità di giocare la partita in prima linea; da qui vogliamo proseguire, approfondendo e valorizzando il lavoro svolto. Occorre rinvigorire il Popolo della libertà».
da www.piacenza24.eu
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