L'accusa: «Corruzione aggravata»
Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni è indagato.
Dopo le anticipazioni del Corriere, la conferma è arrivata con una nota del procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati, che specifica che Formigoni è destinatario anche di un invito a comparire e che si dovrà presentare davanti ai pm il prossimo sabato 28 luglio.
Al presidente lombardo è contestato il reato di corruzione, con l'aggravante dei reati transnazionali, in concorso con l'uomo d'affari Pierangelo Daccò e l'ex assessore regionale Dc alla Sanità Antonio Simone, attualmente in carcere nell'inchiesta sulla sanità lombarda, e con Umberto Maugeri e Costantino Passerino. Non è stato ipotizzato il finanziamento illecito ai partiti. Bruti Liberati ha reso noto che Formigoni è stato iscritto nel registro degli indagati il 14 giugno scorso, e che l'iscrizione è stata desecretata oggi. L'invito a comparire, con contestuale informazione di garanzia, è stato notificato al legale di Formigoni, l'avvocato Salvatore Stivala.
Formigoni ha convocato una conferenza stampa a Palazzo Lombardia, nella quale ha dichiarato di essere «tranquillissimo», perché dalle carte «non emerge nessun atto corruttivo».
L'aggravante della transnazionalità, contestata dalla Procura di Milano a Roberto Formigoni, affine al reato di corruzione, è prevista dalla legge n.146 del 2006. Da quanto si è saputo, la contestazione dell'aggravante per Formigoni è legata alle condotte delle persone arrestate ad aprile nell'inchiesta sul caso Maugeri, tra cui Daccò e Simone. Inoltre, a Formigoni vengono contestati fatti commessi tra Milano e l'estero dal 2001 al novembre del 2011, lo stesso periodo in cui, secondo le indagini, avrebbe operato l'associazione che drenava fondi dalle casse della Maugeri per dirottarli all'estero.
Stando alla ricostruzione dei pm milanesi, Formigoni avrebbe ricevuto da Daccò circa otto milioni e mezzi di euro di «utilità», tra cui viaggi, passaggi in barca e uno sconto per l'acquisto di una villa in Sardegna da parte di un suo amico di Comunione e Liberazione. In cambio, è l'ipotesi dell'accusa, avrebbe garantito una «corsia preferenziale» a Daccò, consulente della Maugeri, in Regione.
Con Roberto Formigoni sale a 12 il numero degli esponenti del Consiglio regionale e della Giunta della Lombardia insediatisi a inizio legislatura (nella primavera del 2010) che sono stati nel frattempo indagati nell'ambito di diverse vicende, anche se alcuni hanno già lasciato la Regione e sono stati sostituiti.
www.corriere.it, Redazione Milano online 25 luglio 2012
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