Fondazione, statuto al rush finale
È alle battute finali la revisione dello statuto della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Ieri pomeriggio il consiglio generale dell'ente di via Sant'Eufemia ha preso in esame il grosso degli articoli di cui si compone il documento, 20 su 33, esprimendo un sostanziale via libera. D'altra parte, a occuparsi approfonditamente della revisione, resa necessaria per adeguare lo statuto alle novità legislative intervenute, è stato in questi mesi un gruppo di studio interno che si è avvalso del contributo di consulenti esperti nella materia. In una seduta ancora da fissare ma che si terrà nella prossima settimana, il consiglio generale della Fondazione terminerà l'esame degli articoli approvando il documento che, però, per entrare in vigore dovrà passare al vaglio del ministero del Tesoro. Calendario alla mano, appare difficile che il nuovo statuto possa essere già operativo per la nomina degli organismi di vertice in scadenza che sono due: il consiglio generale, ossia il “parlamentino” di via Sant'Eufemia e il presidente, che sarà eletto dallo stesso consiglio generale subito sopo il suo rinnovo (il consiglio di amministrazione resta invece in carica ancora per due anni). La data di fine mandato è l'11 novembre, ma la procedura per l'avvicendamento - con il presidente Gian Carlo Mazzocchi che chiederà agli enti titolari di diritto di designazione nel consiglio generale di indicare i loro candidati - si metterà in moto un mese prima, dunque a inizio ottobre ed è improbabile che per quell'epoca lo statuto sia già “tornato” da Roma. Ma se anche sarà l'attuale documento a dettare modi e tappe del rinnovo, non è che nella sostanza la cosa abbia una grande rilevanza visto che sul punto la magna cartha in corso di approvazione non introduce grandi elementi di novità. Gli enti designanti restano infatti gli stessi previsti attualmente e con quote immutate (unicamente per Vigevano c'è un cambiamento: al Comune spettano due rappresentanti e uno solo alle associazioni di volontariato, mentre fino a oggi era il contrario), solo si modificano alcuni aspetti relativi alle incompatibilità ma senza stravolgimenti.
Una novità investe invece la durata del mandato del consiglio di amministrazione che da tre anni passa a quattro uniformandosi al periodo di vigenza degli altri due organi, presidente e consiglio generale. Da segnalare l'estensione dei “settori rilevanti”, quelli cioè in cui la Fondazione è chiamata prioritariamente a distribuire le proprie erogazioni in denaro. Oggi sono tre - “sociale”, “istruzione”, “arte e cultura” -, con il nuovo statuto diventano cinque: confermati “istruzione” e “arte e cultura”, mentre il sociale si articola nei due capitoli di “anziani” e “volontariato/filantropia”, inoltre fa il suo esordio la “ricerca scientifica”. A questi cinque settori, cui deve andare per legge il 50% del totale delle erogazioni, se ne aggiunge poi uno indicato come di particolare attenzione, e cioè “famiglia e valori connessi”, secondo la dizione utilizzata dal legislatore.
Parallelamente all'approvazione dello statuto, in via Sant'Eufemia comincia ad aprirsi la corsa alla presidenza. Indispensabile assicurarsi la maggioranza del consiglio generale, ossia 13 esponenti su 25, che però è valida per l'elezione solo alla terza votazione, mentre prima sono previsti quorum qualificati. Il “parlamentino” che si prepara per l'inizio di novembre avrà verosimilmente un volto diverso da quello attuale, anche considerato che in mezzo ci sono stati i rinnovi di tre enti come il Comune, la Provincia e la Camera di Commercio che un bel peso hanno nella Fondazione. Probabili, dunque, nuovi equilibri politici e chi aspira al vertice di via Sant'Eufemia ne dovrà tenere conto. Nessuno è uscito allo scoperto per il momento. Ma secondo le indiscrezioni, Mazzocchi punterebbe alla riconferma. A sbarragli la strada potrebbe essere Giacomo Marazzi, amministratore delegato di Cementirossi, il cui nome circola con insistenza. L'elenco dei pretendenti potrebbe però ben presto allungarsi.
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