Entrano Arisi e Ridella
Due volti “nuovi” per il consiglio generale della Fondazione di Piacenza e Vigevano, o per meglio dire, nuovi in relazione all'organismo. C'è almeno una personalità molto nota nella coppia di consiglieri che presto entreranno a far parte del “parlamentino” di via Sant'Eufemia: si tratta dello storico dell'arte Ferdinando Arisi, che non ha bisogno di presentazioni per l'intensa attività scientifica svolta in campo storico-artistico e le innumerevoli pubblicazioni. A lui si affianca il geometra Maurizio Ridella, di Bobbio, già amministratore unico delle Terme di Bobbio e oggi membro della commissione referente per le relazioni industriali e gli affari sociali dell'Ance, l'associazione nazionale dei costruttori edili. Sono i due membri cooptati ieri dal consiglio generale riunitosi dopo la pausa estiva e presieduto da Giacomo Marazzi.
L'integrazione va a colmare i vuoti lasciati da Luigi Cavanna e Giorgio Reggiani, che dal consiglio generale sono trasmigrati nella giunta della Fondazione. Arisi e Ridella, proposti da Vittorio Cavanna, si sono imposti alla prova dei voti su altri candidati in corsa: Graziano Dainese, funzionario dell'Ausl, Giovanni Ambroggi, direttore della Cna e Giorgio Fiori, storico. Ora il consiglio generale è tornato al completo, anche se prossimamente il Politecnico dovrebbe indicare una nuova personalità al posto di Giancarlo Mazzocchi, recentemente scomparso. E all'ex presidente della Fondazione, nonché consigliere, il parlamentino ha dedicato un minuto di silenzio prima dei lavori, come ha fatto, in mattinata, anche il Cda riunito.
Oltre alla cooptazione dei consiglieri mancanti, l'ordine del giorno prevedeva una prima discussione sulla ripartizione delle percentuali relative ai vari settori di intervento della Fondazione, sulle quali è competente proprio il consiglio generale. Il dibattito è stato ampio, ma sostanzialmente - da quanto si è potuto apprendere - le ripartizioni già adottate dovrebbero venir confermate nelle linee generali per i prossimi anni, e prevedono un 25 per cento di risorse al settore dell'educazione, istruzione e formazione, un 20 per cento alla ricerca scientifica e tecnologica, ancora un 25 per cento all'arte e ai beni culturali, e un complessivo 20 per cento al volontariato e assistenza anziani. Ancora un 10 per cento a sostegno della famiglia.
Un monte di erogazioni per 7 milioni di euro circa che - più o meno - si ripeterà per gli anni a venire e da cui la Fondazione non intende “splafonare”.
Sempre in fase di confronto, sarebbe emerso l'orientamento del consiglio generale, orientamento affidato al presidente, di privilegiare il sociale e proprio al consiglio spettano le grandi linee strategiche su cui Marazzi costruirà il piano triennale della Fondazione che si è impegnato a presentare entro la fine di ottobre. Dal piano triennale potranno emergere con chiarezza i vari progetti su cui saranno riversate le erogazioni.
Nel dibattito c'è anche chi ha proposto di rimandare una più precisa definizione delle percentuali a un momento successivo alla presentazione da parte di Marazzi delle scelte programmatiche, sulla base anche dell'esatta quantificazione degli impegni poliennali già presi dall'Istituto di via Sant'Eufemia.
Uno dei punti delicati all'attenzione pubblica è senz'altro l'erogazione attesa per la Fondazione Toscanini, che sta a cuore al Comune di Piacenza. Di fatto per l'arte ci sono complessivamente un milione e 750mila euro da distribuire su Piacenza e Vigevano (se verrà tenuta ferma la percentuale del 25 per cento). E non è certo facile far quadrare tutte le esigenze con questo “portafoglio” più ridotto rispetto al passato.
Tra le curiosità da rilevare, ancora allo stato embrionale però, va citata l'ipotesi di poter accogliere in palazzo della Fondazione di via Santa Franca non solo gli uffici trasferiti dalla sede storica di via Sant'Eufemia, ma anche un'esposizione temporanea delle opere di una prestigiosa collezione d'arte donata alla Diocesi di Piacenza e Bobbio.
In quanto alle ristrutturazioni che vedono impegnata la Fondazione, sono la sede del San Vincenzo, dei Gesuiti e dello stesso palazzo di via Santa Franca, ma si contano anche richieste per due milioni di euro da parte di chiese e parrocchie piacentine.
LIBERTA' del 27 settembre 2005
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