Mazzocchi: mai trasferiti fondi, lo strumento era inattivo
Una fondazione sociale parallela coesisteva a fianco della Fondazione di Piacenza e Vigevano? E ne avrebbe ricevuto contributi per oltre 200 milioni di vecchie lire almeno tra il 1993 e 1998? Ecco le domande-chiave a cui sono chiamati a rispondere i ministri dell'Economia, delle Finanze, dell'Interno e della Giustizia da una delicatissima (per il tema e le persone coinvolte) interrogazione di Tommaso Foti. Il deputato di An parla di una situazione «inspiegabile» dopo la fusione della Cassa di Piacenza con quella di Parma che non assorbì, come avrebbe dovuto accadere con l'incorporazione, quella Fondazione per le attività sociali della Cassa di Risparmio piacentina, nata nel 1975, mai estinta né sciolta. In attesa di accertamenti ministeriali, risponde Gian Carlo Mazzocchi, che delle due fondazioni sarebbe stato presidente in contemporanea. «Ma quella fondazione dopo la fusione tra le Casse di Parma e Piacenza nel '92 è rimasta inattiva e io non ne ero più presidente, perché la questione è passata completamente a Parma» si difende Mazzocchi, raggiunto telefonicamente nella casa di Milano, convalescente da un intervento. Il professore ammette però che non fu effettuata, né da lui personalmente né dal segretario di allora, alcuna comunicazione a Parma sul destino di questo istituto. «Pensavo che tutte le attività, non certo ignote, passassero di là». Insomma, sarebbe una questione di cattiva informazione interna. E così è rimasta in piedi una scatola vuota non più lo strumento voluto a suo tempo dall'avvocato Solinas che aveva come missione originaria di acquistare o costruire immobili per interventi sociali e contava su un patrimonio di 500 milioni di vecchie lire. «Soldi regolarmente investiti, che ci sono, e sono ancora lì, nel capitale della Fondazione sociale, non sono spariti, sono alla Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, me lo ha confermato anche il Prefetto» aggiunge Mazzocchi. Ma chi ne è titolare, a questo punto? «Credo che stia esaminando la questione la Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, riunendo il consiglio e penso che scioglieranno l'organismo» afferma il professore, il quale ribadisce di non essere stato presidente della fondazione sociale e contestualmente di quella di Piacenza e Vigevano dopo la famosa fusione nel '92 («la presidenza della fondazione sociale era a Parma, dove stavano i capoccia...»). In precedenza nel cda di quell'istituzione figuravano Giacomo Vaciago (già sindaco di Piacenza), Mario Casella, Luigi Donati e Giovanni Degli Antoni. Ma anche il cda non avrebbe più operato. L'erogazione ventilata di contributi dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano alla fondazione sociale? «Mai, mai successo, non è vero» ripete Mazzocchi. E mentre Foti adombra un «pasticcio» che potrebbe avere strascichi legali, fra mancati controlli dei bilanci e omessa vigilanza, una scoperta che avrebbe messo in «imbarazzo» anche il consiglio di amministrazione della Cassa parmense (oggi Banca Intesa), l'attuale presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Giacomo Marazzi, da poco insediato, fa sapere che per quanto riguarda i rapporti intercorsi tra la Fondazione da lui guidata e quella fondazione per attività sociali della Cassa è stata «ovviamente» disposta una «verifica contabile» interna. Marazzi fa notare di aver appreso dell'esistenza della fondazione sociale subito dopo la sua nomina di presidente e di averne dato immediata informazione al suo attuale cda il 24 marzo scorso, quindi al Prefetto e all'attuale presidenza di Cariparma e Piacenza. Ora c'è grande attesa di capire, proprio da via Sant'Eufemia, se qualcosa si è mosso sul piano di trasferimenti e contabilità.
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