Fondazione, approvato il nuovo Statuto
Il rinnovo dello statuto della Fondazione di Piacenza e Vigevano è cosa fatta. Ieri il consiglio generale ha completato l'esame dei 33 articoli di cui si compone il documento, 20 dei quali erano stati già sostanzialmente approvati nella precedente seduta del “parlamentino” di via Sant'Eufemia. La revisione è fondata su nuove norme del regolamento dopo che la Corte Costituzionale ha stabilito che le fondazioni sono enti di diritto privato con piena autonomia. Ed era necessario intervenire, volendo apportare modifiche, entro il 5 di ottobre, data limite per il deposito della nuova “magna cartha” dell'ente. Di fatto, il rinnovo è stato affidato ad un gruppo di studio interno che ha potuto avvalersi del contributo di alcuni consulenti esperti della materia. Uno di questi, l'avvocato Portale, era presente ieri alla riunione per dare i consigli tecnici del caso. A quanto si è potuto apprendere, lo statuto vecchio conservava una sua validità, e le modifiche non sono state certo sostanziali. Nondimeno si è prodecuto ad alcuni ritocchi. Uno riguarda le incompatibilità ad essere designati nel consiglio. In precedenza i dipendenti di enti ed organizzazioni che hanno il diritto di designare i propri consiglieri non potevano essere indicati, ora sì. Cambia anche la durata in carica del consiglio di amministrazione che da tre anni passa a quattro, allineandosi a presidenza e consiglio generale, mentre i sindaci restano tuttora in carica tre anni. Negli organismi va segnalato un cambio di “pesi” che riguarda Vigevano, la città lombarda continuerà ad esprimere quattro consiglieri, di cui due saranno espressione del Comune e non più uno solo, sottraendo questa maggior rappresentanza al volontariato. Una modifica riguarda anche i tempi tecnici con cui il presidente della Fondazione richiede agli enti designanti di indicare i loro rappresentanti: dovrà comunicarlo almeno quattro mesi prima e non uno come oggi, e nel caso entro tre mesi non si ottenga risposta sarà il Tribunale a provvedere alla designazione e non più il consiglio generale della Fondazione stessa. Piccole cose, che non modificano il nerbo dello Statuto. Di fatto però, queste modifiche azzerano i limiti di mandato degli attuali membri del consiglio e degli organismi. Vale a dire che, presentando un nuovo statuto, una delle conseguenze è quella di poter ripartire da zero e così chi oggi sta esaurendo il proprio secondo mandato (l'ultimo ammesso), può ricominciare l'intero percorso. Uno dei nodi più significativi: l'uniformità delle scadenze degli organismi, non è stato ancora affrontato in vista delle prossime date. L'11 novembre scade infatti il mandato del consiglio generale e del presidente, il consiglio di amministrazione invece è stato rinnovato più di recente (resta in carica per altri due anni), una disparità di tempi che crea qualche evidente complicazione. E intanto si apre la corsa al vertice. Il presidente storico, Gian Carlo Mazzocchi - a sentire i bene informati - potrebbe anche voler continuare il progetto portato avanti in questi anni. Mentre le voci di corridoio danno per emergente la candidatura di Giacomo Marazzi, amministratore delegato di Cementirossi. E la lista dei pretendenti potrebbe presto allungarsi. Presidenza a parte, si tratta di esaminare ancora le modalità del passaggio di testimone tra i vecchi e nuovi organismi, come dicevamo. Questi temi saranno oggetto, con tutta probabilità, di una nuova seduta del consiglio generale della Fondazione lunedì prossimo. I tempi infatti stringono: il 5 ottobre il nuovo documento dovrà essere depositato, e se pure le norme transitorie non appartengono propriamente al corpo dello Statuto, servono a regolare il cambio di testimone, modalità e tempistica, e devono essere al più presto definite. Da segnalare, infine, nei contenuti, alcuni significativi aggiustamenti nel campo dei settori prevalenti di intervento della Fondazione, ovvero di quei settori scelti tra una ventina di ambiti ammessi a cui va di diritto la metà degli stanziamenti annuali dell'ente (che oscillano tra i 15 e i 18 miliardi di vecchie lire). Restano i settori “arte, cultura e valorizzazione dei beni culturali”, “educazione, formazione ed istruzione“ ai quali si aggiunge la “ricerca scientifica” che è elemento di novità, e viene meglio definito il campo del “sociale”, con una maggior evidenza data al volontariato-filantropia, mentre rimane l'attenzione alle fasce deboli, agli anziani, già presente. A questi filoni portanti, si aggiunge un altro ambito di particolare attenzione, vale a dire “famiglia e valori connessi”.
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