Il quadro delle forze in campo sulla presidenza della Fondazione di Piacenza e Vigevano si fa chiaro, finalmente. E pende decisamente a favore di Massimo Toscani, esponente voluto dalle istituzioni locali e dalle categorie economiche. Manca solo la posizione dello schieramento dei cinque consiglieri vigevanesi, i quali hanno peraltro dichiarato di voler lasciare la precedenza e la scelta del candidato alla comunità piacentina, al contrario nel marzo scorso, con l'elezione di Francesco Scaravaggi oggi dimissionario, i vigevanesi furono invece determinanti. Ieri il comitato che sostiene Massimo Toscani ha deciso di rendere noto l'elenco dei consiglieri del "parlamentino" schierati in appoggio, come già aveva fatto il candidato emerso in un secondo momento, Giuseppino Molinari. E questo elenco prefigura una maggioranza a favore di Toscani con tredici adesioni, rispetto alle sei di Molinari. Ecco chi ha posto la firma sotto la candidatura del presidente del Collegio notarile all'atto del deposito della candidatura stessa, tra parentesi gli enti designanti. Pro Toscani Si tratta di Claudio Bassanetti (Sindaci provincia), Roberto Daturi (Provincia), Adriano Dotti (Volontariato), Lucia Favari (Volontariato), Annalisa Fiorani (Volontariato), Pietro Galizzi (Università Cattolica), Carlo Ghisoni (Provincia), Sergio Giglio (Camera di Commercio), Giorgio Milani (Cooptato), Pierluigi Scrocchi (Camera di Commercio), Alessandra Tampellini (Camera di Commercio), Milena Tibaldi Montenz (Comune di Piacenza), Renato Zurla (Sindaci provincia). pro molinari A favore di Molinari, lo ricordiamo, si sono espressi Gilda Bojardi (Comuni provincia), Mario Tondini (Diocesi di Piacenza e Bobbio), Fabrizio Garilli (Conservatorio Nicolini), Giovanni Rabaiotti (Comune di Piacenza), Claudio Lisetti (Volontariato) e Pier Luigi Segalini (Politecnico).
Nessun passo indietro Con questo scenario, dove manca solo l'autografo dello scienziato Lucio Rossi, membro cooptato che appartiene alla comunità dei piacentini, i riflettori si spostano inevitabilmente sulle scelte dello "sfidante" Molinari, presidente della Galleria Ricci Oddi. Si ritirerà prima di andare al confronto in consiglio il prossimo 26 settembre? «No, mantengo il mio impegno - afferma l'interessato - ho accettato una candidatura indipendentemente dai voti, che sono importanti ma vengono dopo rispetto ai valori e ai principi su cui ho cercato di fondare il mio progetto». Par di capire che si guardi al dibattito che potrà scaturire in consiglio: «Le idee e le motivazioni di fondo possono ottenere quel risultato positivo che aspetto e auspico, i consiglieri saprano valutare con serenità e oggettività anche la mia proposta». Insomma, nessun passo indietro. Tra le curiosità da rilevare, la divaricazione di due esponenti designati dal Comune di Piacenza, una a favore di Toscani, la Tibaldi Montenz, l'altro, Giovanni Rabaiotti, con Molinari. Anche le due università piacentine prendono strade diverse: con il notaio sta la Cattolica, con il presidente della Ricci Oddi il Politecnico. Ora l'interesse riguarda anche e soprattutto la composizione del consiglio di amministrazione, vero organo gestionale, e quanta libertà il futuro presidente potrà esercitare nel comporlo. Non si è spenta l'eco mediatica delle parole di Scaravaggi finite anche sul settimanale L'Espresso, là dove ammetteva di essersela trovata già fatta quella "squadra" che avrebbe dovutuo essere lui a proporre, fatta dai poteri esterni che lo hanno eletto. Ma non ha funzionato. pat. soff LIBERTA' 17/09/2014
|