Una mannaia rilevante, certo, ma non nei termini calcolati dall'assessore al bilancio Francesco Cacciatore, e che soprattutto vede i piacentini colpiti assai meno dei residenti di tante altre città. È quanto emerge da una rilevazione dell'ufficio studi dell'associazione artigiani Cgia di Mestre (Venezia) che ha analizzato le riduzioni di risorse che la prossima Legge Finanziaria, con i previsti 3 miliardi di euro in meno agli enti locali in ragione del taglio del 6,7% della spesa corrente sostenuta nel 2004 (al netto degli esborsi per il personale e per il sociale), produrrebbe nei (73) capoluoghi delle Regioni a statuto ordinario.
Se Cacciatore ha ipotizzato (v. Libertà del 4 ottobre) che la manovra del governo comporterà la scomparsa di 5 milioni di euro nelle casse comunali nel 2006, la Cgia conteggia invece una riduzione di 2,2 milioni di euro (va, però, detto che l'associazione di Mestre, non disponendo di tutti i dati della spesa 2004, l'ha stimata sulla base dei bilanci 2003). Meno della metà quindi, cifra peraltro ragguardevole ma che, se suddivisa per la popolazione residente, significa un taglio pro capite di 22,69 euro che colloca Piacenza ai piani più bassi della classifica in Italia, vale a dire al 70esimo posto su 73, ben al di sotto della media nazionale pari a 40,22 euro, per non parlare dei Comuni al vertice della graduatoria.
Il non invidiabile primato spetta a Venezia: dovrà fare a meno di 21,6 milioni di euro, che pro-capite significa un taglio di 80,30 euro. Al secondo posto, pressoché ex aequo, ci sono Siena e Torino: ben diversa l'entità della riduzione complessiva - rispettivamente 3 e 49 milioni di euro - ma il dato pro capite è per entrambe di 57 euro. Seguono, quindi, Firenze (-54 euro pro capite e 19 milioni di riduzione complessiva), Potenza (-49,60 euro pro capite e 3,4 milioni in totale), Genova (-47,14 euro pro capite, 28,5 milioni in termini assoluti). Dall'altra parte della classifica, a subire di meno gli effetti della Finanziaria ci sono, con Piacenza, Arezzo, 71esima con 22,57 di taglio pro capite (2 milioni quello totale), Isernia, 72esima con 19,11 euro in meno a testa (-400mila euro), chiude Taranto, 73esima con 18,95 euro di taglio pro capite (-3,7 milioni). Si nota che non c'è rapporto di proporzionalità tra i dati pro capite e quelli in termini assoluti, guardando ai quali si scopre che il Comune più colpito dai tagli è Roma con 114 milioni di euro, seguono Milano (58,3 milioni) e Torino (49). Fanalino di coda è Isernia (406mila euro).
Il commento della Cgia, è che, se i tagli alle spese superflue per far fronte alle riduzioni della Finanziaria risultano difficili per i piccoli Comuni, diverso è per gli enti grandi, spesso non virtuosi nei bilanci, «tuttavia non si possono colpire tutti indiscriminatamente, questa misura dovrebbe essere evitata» a quelli che «hanno dimostrato di saper gestire oculatamente le risorse».
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