L'aquila del Festival del Diritto torna a volare ad ali spiegate su Piacenza.
Oggi decolla la settima edizione della kermesse dal titolo "Partecipazione/Esclusione" sotto la direzione scientifica di Stefano Rodotà e per l'ideazione di Giuseppe Laterza. L'appuntamento inaugurale è a Palazzo Gotico alle 16.30.
I numeri non ne fanno un'edizione ridotta. Solo molto essenziale, tanto che il budget è di 280 mila euro, il più basso di sempre e più che dimezzato dagli esordi. Ma gli eventi sono molti e con relatori di prestigio: dal ministro Dario Franceschini (Beni Culturali) all'economista Tito Boeri, dall'architetto Mario Botta allo storico Franco Cardini, dal saggista Ilvo Diamanti a Don Luigi Ciotti, dal presidente del Senato Pietro Grasso al professor Salvatore Setti. Confermata la presenza della segreteria nazionale della Cgil: non ci sarà Susanna Camusso, bloccata a Roma per la battaglia dell'Articolo 18 ma alle 9.30 all'attivo Cgil e poi al festival, ci sarà Gianna Fracassi della segreteria nazionale. Toccherà a lei portare il pensiero della Camusso e accendere a mille i motori del festival.
Veniamo ai numeri. Gli eventi sono 34 nel programma principale (94 relatori) e 73 in quello partecipato (255 relatori). Dodici le scuole che partecipano e 13 le testate scolastiche (Cassinari, Colombini, Gioia, Ipsia Leonardo, Marconi, Respighi, Romagnosi, Tramello, Volta, Mattei, Marcora, Berenini di Fidenza, Istituto comprensivo di Cadeo e Pontenure), infine 14 gli spettacoli. La macchina festivaliera, oltre agli uffici comunali, poggia su uno zoccolo duro di ben 230 volontari.
«L'impegno e la tensione sono gli stessi del primo minuto - spiega Renza Malchiodi, del comitato promotore insieme ad Anna Maria Fellegara e a Luigi Anceschi - abbiamo imparato a fare cose con più disinvoltura, più velocemente, ma la tensione è quella del primo giorno e non molla mai fino all'ultimo minuto del festival, si devono continuamente trovare soluzioni ai problemi che si pongono».
La "macchina" è molto rodata e permette di tirare la cinghia con una forte compressione dei costi, che si ripercuote in particolare sulla comunicazione. Un tempo si pubblicizzava il festival su tram e metro milanesi, si acquistavano pubblicità sui quotidiani nazionali, oggi si punta a soluzioni diverse: un pacchetto Rai promozionale (Radio 1, web e cinema), Radio Popolare e Radio 24. Continua invece la pubblicità sui media locali (di Parma, Cremona, Piacenza).
I costi oggi sono assorbiti quasi esclusivamente da allestimenti di sale e spese organizzative, riprese, registrazioni. Nessun rimborso è previsto per gli spettacoli, a parte la disponibilità delle strumentazioni tecniche, ai relatori anche più illustri si coprono le spese per vitto e alloggio, un gettone di presenza (dimezzato rispetto al passato) spetta solo ai giornalisti nazionali che coordinano gli incontri. Si vola basso anche sui gadget. Per procurarsi le belle borsine blu conviene alzarsi presto. Peccato invece per la mancata pubblicazione degli atti, costerebbe troppo.
Tra le cose belle, ci si allarga sulle location del festival, a quelle tradizionali si aggiungono quest'anno la Galleria Ricci Oddi, dove si terranno tre eventi, il Teatro Gioia (ex Gesuiti) e l'Urban Hub di via Alberoni 2, dove stanno per nascere le fabbriche creative e digitali piacentine. Le mostre quest'anno sono quattro e inaugurano oggi: al Gotico "Abbasso la guerra", a palazzo Galli "Nulla di noi senza di noi" (Fish), agli Amici dell'Arte "Il potere dell'arte" e alla Ricci Oddi "Opere fuoriserie" di artisti che hanno fatto esperienza di disturbi psichici.
Infine i servizi: oltre al punto di ristoro in Piazzetta Pescheria, il Festival promuove i "menu" azzurri riscontrabili anche su Internet, in ristoranti e trattorie, per tutti i gusti e per tutte le tasche, dai 10 ai 40 euro. E per muoversi in città velocemente, tra un dibattito all'altro, nulla di meglio delle "due ruote" rese disponibili dal Comune, per chi già non le ha.
Patrizia Soffientini LIBERTA' 25/09/2014
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