Paolo Botti ha fatto il passo indietro che in tanti, specie dalla sua parte politica, gli hanno chiesto.
E alla prossima assemblea di Tempi Servizi - fra una decina di giorni - il presidente presenterà le dimissioni.
E' l'epilogo dopo il coinvolgimento con l'accusa di appropriazione indebita nell'inchiesta sul "conto corrente tute blu", conto sul quale confluivano fondi destinati al sindacato e su cui Botti aveva la firma insieme a Gianni Salerno della Cisl.
La novità della piena disponibilità a rassegnare le dimissioni dopo il pressing di questi giorni, non ultimo quello scaturito dal congresso del Partito Democratico, è stata annunciata dall'assessore Anna Maria Fellegara nel corso del consiglio comunale dedicato alla trasformazione di Tempi Agenzia da spa in srl con amministratore unico.
Fellegara ha ricordato come già il 16 giugno scorso, nel corso dell'assemblea di Tempi sul ripianamento delle perdite, i soci di Tempi Servizi, Comune (60 per cento) e Provincia (40 per cento), nelle persone della stessa Fellegara e dell'assessore provinciale Paolo Passoni, avevano preso atto della dichiarazione di Botti di voler rimettere il suo mandato.
I fatti di rilevanza penale riguardano cose del passato, e non direttamente Tempi, ma i soci avevano comunque auspicato le dimissioni per creare un clima di fiducia verso l'azienda amministrata.
«Ora le dimissioni sono arrivate e verranno rese in assemblea». E si procederà alla sostituzione del presidente uscente, ha sottolineato Fellegara.
Fin qui, il colpo di scena politico.
Ma ci sono motivi ben più gravi di preoccupazione che riguardano il servizio trasporti. Fellegara ha presentato una situazione in evoluzione negativa, visto che ci si attende un taglio netto di due milioni di euro di trasferimenti dallo Stato alla Regione e quindi al Comune. Detto ciò (vd. articolo sotto) il prossimo passo sarà la trasformazione di Tempi Agenzia (organo di pianificazione e controllo rispetto alla gestione di Tempi Servizi) in srl, con convocazione dell'assemblea entro il 30 giugno, primo passo per la ridefinizione dei trasporti già gravati da un deficit di oltre un milione di euro. Poi una frecciata dell'assessore alla Provincia: «Il Comune ha da tempo individuato risorse per coprire il deficit, i fondi ci sono. La Provincia non ha ancora stanziato per la sua quota».
Nel corso del dibattito è stato presentato un ordine del giorno (bocciato) di Antonio Levoni (Udc) che puntava a scegliere il nuovo amministratore unico di Tempi Agenzia - attualmente la presidente è Paola Votto - fra i consiglieri comunali, per un motivo di risparmio. Ma sul punto è intervenuto anche Giacomo Vaciago (Gruppo Misto) argomentando che il consiglio controlla e fa politica «non va a presiedere agenzie», se no si genera confusione. In generale, Levoni ha insistito sulla natura sociale del servizio pubblico che non deve produrre utili e su un atteggiamento poco chiaro della Provincia nel ripianare il deficit. E si è interrogato su una gara forse è poco appetibile. Ma sul caso Botti ha detto che il consiglio non è la magistratura e le dimissioni spiacciono: «Vada solo se ha gestito male la società di trasporto». Marco Tassi (Pdl) torna a chiedere competenze specifiche per l'amministratore unico, invita a controlli più tecnologici su chi usa l'autobus senza pagare il biglietto («E che fine hanno fatto i bus elettrici? »). Posizione garantista per Carlo Mazza (Gruppo Misto): «Botti poteva restare lì». Mentre «dovrebbe sparire Tempi Agenzia» non all'altezza del compito e fonte di spesa che si può risparmiare. Carlo Pallavicini (Prc) parla di criticità di Tempi, della necessità di migliorare il servizio e di condividere le politiche con i lavoratori. Pierangelo Romersi (Pd) si preoccupa dei tagli, un dramma per gli enti proprietari e chiede un accordo fra Comune e Provincia sull'amministratore unico dell'Agenzia. Sì a investimenti su nuovi mezzi più ecologici. E mentre Stefano Frontini (Piacenza Libera) stigmatizza lo scaricabarile sulle responsabilità del deficit, Filiberto Putzu (Pdl) punta il dito sulla gestione degli ultimi sette anni e prende di petto Reggi sul caso-Botti, fino a ieri «uomo» del sindaco, dice, già sostenuto in diversi ruoli-chiave: da segretario Pd a presidente di Tempi. Patrizia Soffientini Liberta' del 22/06/2010
«Tagli da 2 milioni di euro» Fondi più ridotti. «Intervenire sulle linee extraurbane» E dunque, il trasporto pubblico rischia di vedersi decurtare due milioni di euro di finanziamenti. Oggi, ha spiegato Anna Maria Fellegara, si percorrono all'anno 8milioni e 360 mila chilometri, di cui 3 in città e il resto in provincia, il 65 per cento del costo (15 milioni e mezzo quest'anno) è contributo della Regione Emilia Romagna, il 35 per cento arriva da biglietti e contributi locali. Ma quest'anno si prevede per la manovra un taglio di 600 milioni di euro sui trasporti ferro-gomma in Regione. A conti fatti sul bacino piacentino la decurtazione viaggia su 1,8 milioni o 2. «Sarà un problema il mantenimento del servizio» avverte Fellegara che pensa ad una razionalizzazione dei percorsi soprattutto provinciali, dopo che la città ha fatto già interventi di contenimento delle linee («Non si può pensare di far pagare questa situazione ai cittadini di Piacenza»). Intanto a Tempi Agenzia passerà la gestione della biglietteria e il recupero dell'evasione. Inoltre si vuol lavorare sul biglietto unico regionale a tariffa per aree.
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