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Expo del cibo, due ipotesi di sede

Carmine o Cavallerizza. Scartata la cascina San Savino a Le Mose

Un centro per l'esposizione permanente dei prodotti tipici locali, dove poterli conoscere, ammirare e degustare, dove conciliare il piacere del palato con la cultura e i saperi legati all'enogastronomia.

Prende forma il progetto di un Eataly in salsa piacentina.

L'inventore della formula, già avviata con successo a Bologna e a Torino e in procinto di farsi internazionale con le prossime aperture a New York e a Tokyo, era ieri a Piacenza, invitato dal sindaco Reggi per prendere visione di alcune sedi potenzialmente adatte a ospitare la versione nostrana di quello che possiamo definire un expo del gusto tipico locale.

Oscar Farinetti, imprenditore piemontese dedicatosi all'agroalimentare dopo avere mietuto successi con l'Unieuro nel settore degli elettrodomestici, ha incontrato il sindaco e poi è stato accompagnato in tour per la città dagli assessori Anna Maria Fellegara (sviluppo economico), Francesco Cacciatore (territorio) e Sabrina Freda (commercio).
Con loro anche una rappresentanza di produttori locali, necessariamente ristretta, ha spiegato Fellegara, visto che si è ancora in una fase preliminare del progetto, ma con l'impegno ad allargare l'orizzonte a tutti gli attori potenzialmente interessati non appena si toccheranno passaggi più operativi (la Camera di commercio era informata della visita di ieri, ha informato l'assessore).

La delegazione ha fatto tappa all'ex chiesa del Carmine tra via Borghetto e piazza Cittadella, all'ex caserma Cantore (Cavallerizza) di stradone Farnese, al bastione di porta Borghetto. E le preferenze di Farinetti sono andate soprattutto alle prime due location, riepiloga Fellegara: «Il bastione glielo abbiamo fatto vedere anche se non è casa nostra, ma del demanio, perché è un luogo talmente bello e sempre in cerca di destinazione d'uso, però sicuramente lì quello a cui pensa Farinetti non si può fare perché non c'è lo spazio sufficiente, né i parcheggi e l'accessibilità adatta».

Altra storia per il Carmine e la Cavallerizza: la ex chiesa «è un bene del Comune», osserva l'assessore, «e c'è già un progetto per un utilizzo come sede di esposizione di produzioni tipiche enogastronomiche che ha il sostegno della giunta ed è finanziato dalla Regione».
Quanto al complesso di stradone Farnese, dove sono in corso i lavori per la realizzazione di un parcheggio interrato e la riqualificazione dell'area in superficie, «l'unico vincolo sono le parti già con destinazione pubblica e privata e la sede dell'Archivio di Stato, ma di opportunità ne esistono eccome, c'è solo da farsi venire delle idee».
A piacere, per entrambe le ipotesi, c'è il contesto urbano molto bello, impreziosito da edifici storici importanti come palazzo Farnese e Sant'Agostino.
Da considerare anche la presenza nelle adiacenze dei due mercati rionali (il Casali in un caso e quello di via Alberici nell'altro), il fatto che sono due punti equidistanti da piazza Cavalli e che offrono la disponibilità di analoghe superfici utilizzabili. Sarebbe, infine, da mettere in conto una collaborazione con il demanio, che in entrambe le ipotesi si troverebbe a essere un vicino di casa.

Si è invece deciso di scartare una possibilità che pure era stata presa inizialmente in considerazione, vale a dire la cascina San Savino, a Le Mose, davanti a Piacenza Expo, di proprietà del Comune. Questo perché, spiega Fellegara, «abbiamo valutato che il modello Eataly ha senso nel nucleo centrale della città, deve sposarsi con l'obiettivo dell'animazione del centro».
L'idea di fare un punto di promozione enogastronomico a Le Mose rimane valida, ma «in termini di cattura del traffico veicolare dell'autostrada», osserva l'assessore.

A Piacenza Expo va comunque il ruolo di timoniere del progetto dell'Eataly, su direttiva dell'amministrazione e con il supporto di un gruppo di lavoro con imprenditori e economisti della facoltà di Economia della Cattolica.

Ora a palazzo Mercanti restano in attesa di conoscere da Farinetti una risposta il più possibile circostanziata sulle sue aspettative circa l'apertura a Piacenza di uno dei suoi centri. E cominciare così a dare corpo al percorso, a partire dalla scelta della sede.
Gustavo Roccella
gustavo. roccella@liberta. it

LIBERTA' 05/06/2009



«Idea che funziona nel mondo»
Fellegara: siamo ottimisti, serve anche a rivitalizzare il centro


(guro) «Non c'è da banalizzare», il percorso per il raggiungimento dell'obiettivo è lungo, non si nasconde Anna Maria Fellegara, e tuttavia «è importante che qui c'è un imprenditore che vede la possibilità di valorizzare i nostri prodotti abbinandoli alla rivitalizzazione del centro storico, con l'accompagnamento di attività didattiche e culturali, secondo un modello che sta funzionando in giro nel mondo».
L'assessore allo sviluppo economico fa il punto dopo la visita ieri di Oscar Farinetti.
E si dice fiduciosa sull'apertura di un Eataly a Piacenza:
«Le cose che ci ha detto sulle nostre potenzialità ci hanno fatto piacere, siamo ottimisti, adesso aspettiamo la loro proposta».

L'incontro di ieri fa seguito alla trasferta a Torino Eataly compiuta a fine marzo dal sindaco Reggi e da alcuni economisti della Cattolica di Piacenza per rendersi conto del funzionamento del centro di esposizione di prodotti tipici locali inaugurato due anni fa.

Alla base, ricorda Fellegara, «c'è il progetto del Comune con Piacenza Expo per la valorizzazione della filiera alimentare».

«Stiamo cercando una modalità per rendere possibile anche qui, senza contrasti con altre iniziative del territorio, una valorizzazione di questo comparto, e dentro le diverse modalità possibili ce n'è una in parte ben rappresentata dall'esperienza di Eataly».

A Farinetti, annota l'assessore, sono state ora sottoposte «alcune alternative di location dove già ci siano alcune condizioni preliminare, come la proprietà dell'immobile o la sua potenziale disponibilità. Ferme restando tutte le cautele del caso, dal momento che sono situazioni da studiare bene e con aspetti complessi, l'impressione è però di grande disponibilità ed entusiasmo, gli piace la città è un profondo conoscitore delle nostre tipicità e crede profondamente nella possibilità della loro valorizzazione».



pubblicazione: 05/06/2009
aggiornamento: 11/07/2010

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