Investimento di 700.000 euro ?
«Piacenza abbia audacia e il coraggio di investire al massimo su Expo 2015, la mia proposta è di prenotare una piazzetta per tre o sei mesi dentro il Padiglione Italia, darà visibilità e spazio a tutte le eccellenze che Piacenza vorrà portare».
Massimo Trespidi, presidente della Provincia, nel dar notizia del tavolo di "comando" che si è appena costituito e di cui fanno parte sette persone, spezza una lancia sulle decisioni da prendere. Partiamo da qui.
Mossa al rialzo E' una mossa al rialzo quella che arriva da via Garibaldi, perché secondo il listino-prezzi della kermesse internazionale che dovrebbe attrarre 20 milioni di visitatori, ciascuna delle sette piazzette da 40 metri quadrati l'una messe a disposizione costa 350 mila euro su tre mesi, 700 mila su sei mesi. Moneta da trovare, un investimento maiuscolo. «Si possono usare parzialmente i fondi già sottoscritti da enti e forze economiche - argomenta Trespidi - sulle tre annualità (390 mila euro, ndr) ». Se paragonato con i costi di una presenza in fiere specialistiche di taglio nazionale, i tre mesi in piazzetta a 350 mila euro sembrano persino invitanti. Ora la comunità piacentina ha due mesi di tempo per definire le modalità della sua presenza in Expo 2015, la fiera mondiale dedicata a "Nutrire il pianeta - Energie per la vita" che si svolgerà a Milano da maggio a settembre fra due anni. Sembrano tanti, ma il tempo vola e Alberto Mina, direttore delle relazioni esterne per Expo 2015, venendo qualche giorno fa nella nostra città ha parlato chiaro: entro due mesi si chiuderà il palinsesto di chi ci sarà nel Padiglione Italia, formidabile vetrina che va ben oltre il tema del cibo. Si possono acquistare uffici di rappresentanza, dal taglio più istituzionale (80-100 mila euro), giornate-evento (una sola a 200 mila euro) o la piazzetta (350 mila euro per tre mesi).
Consiglio d'indirizzo Veniamo alla cabina di indirizzo. Dopo la firma del protocollo di intenti che ha unito più di venti fra enti e categorie economiche piacentine, tanto da essere definito storico (quando faticoso) da mettere insieme; dopo la recentissima nascita dell'Ats, l'associazione temporanea di scopo guidata da Silvio Ferrari, che è il braccio operativo per mettere progetti in cantiere, ecco oggi - ulteriore tappa del percorso - la costituzione del consiglio di indirizzo che governerà le decisioni. Ne fanno parte lo stesso Trespidi, il sindaco di Piacenza Paolo Dosi, Francesco Scaravaggi presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Giuseppe Parenti, presidente della Camera di Commercio, Mauro Balordi, direttore di sede dell'Università Cattolica, Dario Zaninelli, prorettore del polo piacentino del Politecnico di Milano e Angelo Manfredini, presidente di Piacenza Expo, il quartiere fieristico di Le Mose che su questa partita ha funzioni esecutive.
Dentro tutti Tornando a Trespidi, il presidente è convinto che al Padiglione Italia vada presentato tutto il tessuto produttivo, economico, sociale, cooperativistico, culturale, turistico della città e della provincia. «Il settore agroalimentare sarà protagonista, ma con esso anche tutti i comparti che stanno intorno alla filiera agroalimentare: meccanica agricola, manifatturiero e così via». Il presidente è convinto che quest'operazione debba essere condotta dal sistema economico piacentino con il coordinamento della Camera di Commercio. A Brescia, per esempio, la Camera di Commercio ha investito 800 mila euro per Expo. «Ciò che seminiamo è un investimento per il futuro. Expo è un evento eccezionale che va colto senza indugiare, senza calcoli e senza freni tirati. Il tempo è stretto: dieci giorni per decidere» ripete. Il sasso è lanciato, la decisione sui costi e sui "prodotti" da portare all'Expo è il primo vero banco di prova. Patrizia Soffientini LIBERTA' 27/10/2013
Sarà l'oro rosso, il pomodoro, a far da portabandiera per Piacenza alla fiera universale, come ipotizza Silvio Ferrari, presidente dell'Ats-Expo? E allora la coppa e il gutturnio e la meccanica fine? Qualcuno, come il consorzio Co. Sil, sponsorizza la logistica quale settore di punta per lanciare il profilo della nostra provincia. Fatto sta che ora la scommessa del territorio piacentino è quella di capire con chiarezza quali prodotti e quali settori valorizzare nel Padiglione Italia per far da calamita e convogliare business sulla nostra provincia, senza turbare la suscettibilità e le leggittime aspettative di alcuna forza economica. Visto che tutte investono nella promozione. Forse per questa necessità di accendere riflettori su tante eccellenze e di fronte allo scomodissimo bivio di doverne sceglie solo alcune scartandone altre, il presidente della Provincia Massimo Trespidi pensa a una "Borsa piacentina dell'Expo", con una vetrina permanente nella famosa piazzetta, dove tutti i prodotti nostri abbiano spazio, mentre il compito delle istituzioni pubbliche sarà quello di favorire, sempre secondo Trespidi, una qualità di relazioni con le delegazioni straniere. La parola passa a Camera di Commercio e al Comune. Da parte sua, nella prima seduta dell'Ats, il presidente camerale Giuseppe Parenti aveva a sua volta sottolineato che la presenza piacentina all'Expo non dovrà essere finalizzata solo a promuovere l'agroalimentare, ma tutte le imprese del territorio e qualunque settore produttivo potrà avvalersi delle opportunità e dei contatti che l'Expo sarà in grado di offrire. Bene quindi una presenza costante dentro Expo e con piena disponibilità camerale a sostenere questa presenza. C'è sintonia di vedute. Ma cosa ne dirà il Comune? Tutto fa pensare che questi saranno gli argomenti in discussione giovedì 31 ottobre quando è prevista la prossima assemblea dei soci dell'Ats, mentre entro la prima decade di novembre è necessario arrivare a un indirizzo condiviso. Scorrendo poi il testo del protocollo che le forze economiche - dall'industria all'agricoltura, dall'artigianato alle cooperative - hanno sottoscritto, l'accento cade sul turismo e si legge testualmente che Piacenza è il «luogo della produzione e del sapere agro-alimentare, dell'accoglienza e della cultura europea e si candida quindi a divenire uno dei punti di riferimento della rete di destinazioni complementare al sito dell'Expo puntando sui seguenti obiettivi strategici: valorizzazione delle produzioni e delle specificità agro-alimentari tipiche piacentine; sfruttamento delle ospitalità legata all'Expo; potenziamento dei collegamenti infrastrutturali di Piacenza con Milano; rafforzamento delle competenze locali a servizio dei potenziali crescenti flussi turistici; promozione di eventi del mondo della conoscenza e del business collegabili a diverso titolo con Expo 2015; promozione di eventi culturali di sostegno alle iniziative di attrazione di turisti ed ospiti sul nostro territorio». p. s.
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