Bisotti e Cisini drastici: i giochi sono fatti.
La parola d'ordine è: salvare l'anfiteatro. O comunque quel che ne resta, le tracce archeologiche di una Piacenza romana sepolta letteralmente sotto una soletta di cemento armato. E che, con la demolizione del palazzo ex Enel previsto entro il 15 settembre, con ogni probabilità verrà definitivamente coperta dal nuovo edificio progettato dall'architetto Paolo Pagani.
É stato questo il nocciolo dell'accesa discussione pubblica che l'altra sera ha visto fronteggiarsi, all'Auditorium Sant'Ilario, la cittadinanza e gli assessori Silvio Bisotti e Giorgio Cisini, l'architetto Pagani, Antonio Cogni della ditta Cogni che ha ottenuto la committenza dei lavori, Maurizio Fornari di Impredima, il rappresentante legale della proprietà Immobiliare Campo della Fiera Marco Tirelli.
Nel mirino è finito appunto il progetto di demolizione del palazzo ex Enel che un tempo ospitava il simulatore del reattore nucleare e che andrà distrutto: al suo posto sorgerà un fabbricato polifunzionale di uguale massa volumetrica che ospiterà negozi, uffici, abitazioni e una palestra per le scuole. Fabbricato che tuttavia renderà di fatto inaccessibili, come già lo sono, i reperti archeologici sottostanti e in particolare quell'"elemento curvo" noto come anfiteatro che in accordo con la Soprintendenza era stato coperto all'inizio degli anni Ottanta quando si decise di costruire la "casa rosada" dell'Enel.
"Non possiamo tollerare la mancata valorizzazione di reperti archeologici la cui presenza è nota e che potrebbero essere facilmente raggiunti, una volta eliminata la soletta di cemento armato" ha tuonato Manrico Bissi, architetto di "Archistorica", "Piacenza non ha nessun sito archeologico visitabile. Perché non lo si considera? E perché la Soprintendenza non c'è? ".
"L'osservazione di Bissi non è una novità" gli ha fatto eco Stefano Frontini, "quando qualche anno fa l'amministrazione fu chiamata a decidere sulla questione del palazzo ex Enel, la minoranza parló della necessità di valorizzare gli scavi sottostanti: mi chiedo se oggi sia possibile fare qualcosa per ascoltare un parte dei cittadini che da anni chiedono il recupero dei reperti".
"Il problema è che siamo qui a discutere, ma le decisioni sono già state prese" ha dichiarato Giancarlo Brusati, mentre Alberto Esse ha chiesto "se effettivamente Piacenza abbia bisogno ancora di edilizia residenziale e negozi davanti al Farnese" e ha lamentato "l'assenza della Soprintendenza, della facoltà di Architettura di Piacenza, degli artisti e delle consulte".
"È proprio la mancata presenza della Soprintendenza a falsare questo progetto" ha dichiarato Pietro Tansini, "Soprintendenza che in altre situazioni, per scavi di minore entità come in via Trebbiola, non ha certo latitato". "Qui c'è la richiesta dei cittadini che non è giusto ignorare" hanno spiegato Elisabetta Cattivelli e Lucia Carini, "questi reperti rischiano di andare persi per sempre". Concordi anche Patrizio Passilongo, Annamaria Lelli e Claudio Carpanini che hanno anche chiesto chiarimenti sui lavori di demolizione, mentre Stefano Forlini e Cristian Boiardi hanno lamentato "una partecipazione che avviene a cose già fatte".
Unica voce fuori dal coro quella di Giuseppe Baracchi, presidente dell'Ordine degli Architetti: "Se dal 2007, ossia quando l'edificio è stato acquistato da Immobiliare Campo della fiera, a oggi nessuno ha mai detto niente, forse dovremmo capire se ci teniamo davvero a questo edificio e a questi reperti" ha dichiarato. A giudicare dai toni accesi dell'altra sera però la cittadinanza è sul piede di guerra.
Betty Paraboschi LIBERTA' 23/07/2014
Bisotti e Cisini drastici: i giochi sono fatti. Gli assessori: abbiamo il parere della Soprintendenza, reperti di non grande pregio Les jeux son faits. I giochi sono fatti. Dal 2010. Così l'assessore Silvio Bisotti ha tagliato corto sulle polemiche dei cittadini intervenuti al dibattito pubblico sulla demolizione del palazzo ex Enel che contestavano la mancata valorizzazione dei reperti archeologici sottostanti l'edificio. "La discussione al proposito era stata fatta approfonditamente nel 2010" ha spiegato Bisotti durante l'incontro in Sant'Ilario, "i temi sollevati finora sono tutti rispettabili, ma la questione è un'altra: noi siamo chiamati a ratificare un atto amministrativo che non è stato impugnato da nessuno in questi anni. E noi abbiamo il parere della Soprintendenza che non si è espressa evidenziando il grande pregio di quei ritrovamenti. I giochi sono stati fatti già nel 2010". Marco Tirelli, rappresentante legale dell'Immobiliare Campo della fiera che ha acquistato il complesso, si è spinto più in là: "L'acquisto del fabbricato risale al 30 settembre del 2007" ha spiegato, "in questi anni nessuno si è mai presentato per proporre di fare qualcosa di meglio rispetto ai progetti finora avanzati. Del resto per fare qualsiasi cosa ci vogliono la volontà di portare avanti un impegno e del denaro: il resto è chiacchiera che è inutile continuare". Dello stesso avviso anche l'architetto progettista Paolo Pagani: a lui è spettato il compito di spiegare il progetto del nuovo edificio che verrà costruito sulle "ceneri" del palazzo ex Enel e di mettere la parola "fine" alle questioni legate ai reperti. "Il problema della conservazione e della cancellazione degli scavi venne già affrontata nel 1980 quando si decise di coprirli con una soletta di cemento armato e di costruirvi l'edificio dell'Enel" ha dichiarato, "noi non c'entriamo nulla con quella scelta. Anzi, il primo intervento progettato per realizzare un secondo piano di autorimesse interrate e rendere visibili i reperti venne sottoposto alla Soprintendenza che si riservò di valutarne l'opportunità. E così facendo espresse chiaramente i suoi dubbi su un intervento di questo tipo. Per questo motivo ritengo che chi si lamenta della mancata valorizzazione degli scavi stia facendo una polemica artificiosa: è inutile prendersela con noi, chi ha qualcosa da dire lo faccia con il Soprintendente". "La stessa Soprintendenza comunque aveva sconsigliato di rompere la soletta di cemento perché un intervento di questo tipo avrebbe potuto compromettere tutti gli scavi" ha ricordato l'assessore Giorgio Cisini, "si tratta di un parere autorevole che non può essere ignorato". Parab.
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