La proprietà: 600 posti auto, supermarket, edificazione al minimo.
L'Acna abbandona il cemento e offre parcheggi, circa seicento, per lo più interrati, una quota minima in superficie, tra il verde dominante. E' il “succo“ del piano di intervento urbano che ridisegna una delle aree più delicate della città. Da anni se ne parla, ma queste settimane appaiono decisive per trovare l'accordo fra Comune e privati. L'ex Acna, dal nome così tristemente evocativo (l'Azienda colori nazionali ed affini di Cengio inquinò tutta la Val Bormida), si affaccia alle Mura Farnesiane, al Bastione Borghetto, incuneata tra viale Tramello e via Cantarana; tra il Ciano, quartiere popolare d'epoca fascista e l'orizzonte boschivo del Po. Che fare in questi 40 mila metri quadrati occupati da capannoni in disuso, archeologia industriale senza particolari qualità? Il Comune, ha dichiarato l'assessore Pierangelo Carbone, pensa di farne un modello anche per altri piani particolareggiati, al fine di alleggerire il carico costruttivo nel centro storico (che pure il piano regolatore vigente consente) trasferendolo più esternamente. Carbone ha parlato di «riequilibrio» di volumi. Ma cosa ne dice la proprietà? Le società interessate all'Acna “Porta Borghetto Srl“ con sede a Milano in Corso Venezia e la “Newco srl“ che si appoggia ad un commercialista piacentino, sono composte da proprietari non piacentini (c'è però l'interesse di Coalpi Sigma all'utilizzo del centro commerciale). A rappresentare la proprietà nella nostra città è l'avvocato Paolo Francesco Calmetta della Haarmann Hemmelrath. «Abbiamo investito nel 1997 nell'ex Acna, acquisendo l'80 per cento del capitale». Nel tempo si è portato avanti lo sviluppo immobiliare, dialogando («specie negli ultimi due anni») con l'ente comunale, ma anche con la Soprintendenza «che ha imposto un vincolo di tutela a vantaggio delle Mura storiche con limiti di distanza dalle Mura e di altezza degli edifici». «Noi siamo oggi disponibili - dice Calmetta - a consentire una notevole compressione dei diritti di edificazione sull'Acna secondo il piano regolatore vigente e a una notevole riduzione della volumetria esistente». Attualmente ci sono 93 mila metri cubi costruiti sull'area (i vecchi stabilimenti). Il Piano regolatore ne prevede circa 65 mila realizzabili. «Siamo disposti a ridurre la cubatura da costruire a 25-30mila metri cubi, metà rispetto al Prg, un terzo se pensiamo in metri quadrati, e quasi un quarto rispetto all'esistente». Il privato, prosegue il portavoce, sistemerebbe a sue spese tutta l'area a supporto del Parco delle Mura e realizzerebbe 500-600 parcheggi non come polo di attrazione di auto verso il centro storico («la zona non è tra le più facili a cui accedere»), ma verificando la poca distanza dall'ospedale che ha problemi di parcheggi, la penuria di posti per la popolazione che già vive nel quartiere e la presenza di una palestra, si darebbe risposta a molte esigenze». I privati si dicono pronti a realizzare gratuitamente i parcheggi, tutti pubblici, a disposizione parte del Comune e parte dell'Ausl che porterà i laboratori su piazzale Milano (« basterà attraversare via Maculani per usufruire del parcheggio»). «L'area - argomenta Calmetta - è di valenza strategica per il Comune, per gli interessi pubblici e poi anche Bastione Borghetto, una volta aperto, avrà bisogno di un supporto per posti auto. Noi proponiamo parcheggi seminterrati, lì c'è anche un problema di pressione del Po quando è in piena. Per cui meno si scava meglio è, per evitare allagamenti. L'intervento interrato scende solo di un piano, sopra ci sarebbe una piccola quota di parcheggi e tutto parco». Nel recinto dell'ex Acna erano previsti anche due supermercati di 1.500 metri ciascuno, ne resterebbe uno solo. Ma l'assessore Carbone ha parlato di «diritti acquisiti» maturati dai proprietari, che non fanno ovviamente beneficenza, sicché tutto quanto non si costruisce nell'ex Acna verrebbe costruito fuori. E precisamente vicino alla tangenziale, come compensazione («faremmo quasi tutto residenziale e se ci sarà la possibilità una piccola struttura commerciale, inferiore a quella dell'Acna, servizi»). Si vedrà. Sull'ex Acna c'è pure un problema di bonifica, che partirà una volta trovato l'accordo sul piano particolareggiato. «E' stato accertato lo stato di fatto con carotaggi, prelievi e analisi di laboratorio, è stato presentato un progetto di bonifica, poi tramutato in piano di bonifica, deliberato e approvato nell'estate 2002 da Comune, Regione, Provincia. C'erano due anni di tempo per realizzare il piano, salvo proroghe. La bonifica è significativa e comporta operazioni di abbattimento e scavo. La porteremo avanti insieme all' edificazione, pensiamo quindi di chiedere una proroga». C'è però voglia di stringere i tempi.
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