Vendita delle azioni, Reggi e Delrio contro Ubaldi
«Loro la situazione la conoscevano da mesi e mai hanno avanzato questioni di principio».
Si è detto stupito ieri il sindaco di Parma Elvio Ubaldi della reazione negativa dei colleghi di Reggio, Graziano Delrio, e Piacenza, Roberto Reggi alla sua decisione di vendere il 4% del pacchetto di azioni (24%) detenute in Enìa.
Il giorno prima Reggi e Delrio avevano chiesto congiuntamente all'advisor (Sanpaolo Imi) per la quotazione in Borsa di Enìa un parere sull'intenzione di Parma di vendere la quota. Un'operazione «assolutamente in linea con le prospettive di quotazione», ha replicato Ubaldi.
Ma Reggi e Delrio hanno diramato una nota congiunta per osservare che, pur conoscendo «da tempo le intenzioni» di Parma, le obiezioni sollevate sono «di merito, non di principio. Non è in discussione il diritto dei soci di cedere azioni, bensì le modalità e le ripercussioni sulla società e sul percorso di quotazione, che ormai è avviato, mentre prima non lo era. Riteniamo che la nostra richiesta di chiarimenti sia quindi assolutamente legittima».
da Libertà del 17 novembre 2006 : Parma vende Enìa, lite coi partner. Reggio e Piacenza temono che la spa perda valore.
Ha dato forma ai preannunciati propositi di alleggerirsi in Enìa il sindaco di Parma Elvio Ubaldi. E il clima con i colleghi primi cittadini di Reggio Emilia, Graziano Delrio, e di Piacenza, Roberto Reggi si è subito messo al brutto. La decisione di vendere il 4% del pacchetto di azioni detenuto in Enìa dal Comune di Parma (24%) per fare cassa (circa 27 milioni di euro la stima) ha portato Ubaldi in rotta di collisione con Delrio e Reggi che ieri hanno promosso un'azione ostile. A quattro mani hanno scritto una lettera ad Andrea Allodi e a Ivan Strozzi, rispettivamente presidente e ad della multiutility, per chiedere «un parere scritto all'advisor finanziario di Enia, Imi San Paolo, teso a garantire che tale operazione (la cessione del 4% da parte di Parma, ndr) non influisca in nessun modo sul percorso di valorizzazione e quotazione dell'azienda» in Borsa. Reggi e Delrio «hanno richiesto invio della documentazione e un'analisi della natura dell'eventuale operazione di dismissione, nonché una sua valutazione in rapporto a clausole statutarie (o di altro tipo) che limitino la possibilità di trasferire azioni o concederle in garanzia». Questo al fine di «meglio garantire la tutela di tutti gli azionisti presenti in Enia». A Reggio il centrosinistra si sta mobilitando per criticare la vendita. A Parma parlano Cgil, Cisl e Uil per denunciare «l'impossibilità di perseguire relazioni corrette» con l'amministrazione e «in particolare con il sindaco Ubaldi». E da Piacenza si fa sentire la Cgil che, per bocca di Michele De Rose, contesta la vendita del 4% perché è «sbagliato fare cassa attraverso le società di servizi». Parma reagisce con il vicesindaco Paolo Buzzi, secondo cui per dare seguito all'operazione «non è necessario che ci sia un accordo tra i soci, basta una preventiva comunicazione». E a Parma, ha annotato, «avevamo già inserito una parte degli introiti ricavati dalla cessione delle quote Enia nel bilancio 2006 quindi gli altri Comuni erano a conoscenza delle nostre intenzioni».
|