di MASSIMO POLLEDRI
Enìa è al centro in questi giorni di forti discussioni. Le scelte riguardano la vendita di una quota del suo pacchetto azionario da parte dei soci. In particolare, della possibilità da parte dell'amministrazione comunale di vendere una quota azionaria in suo possesso. È importante che, rispetto a queste decisioni, non ci sia una presa d'atto come già accaduto recentemente in altri casi. La multiutility è una risorsa importante per i cittadini e per l'amministrazione comunale. Il percorso da seguire è la valorizzazione dell'azienda, quindi ogni scelta, compresa la vendita di una quota azionaria, non deve seguire logiche di "semplice svendita". Efficienza, valorizzazione sono i primi percorsi da seguire in un contesto di approfondimento di ogni, concreta, soluzione differente. Un primo passaggio sarebbe quello di rivedere l'assetto organizzativo, che sia ancor di più funzionale e che ci sia una crescita delle capacità presenti all'interno di Enìa (per dare pronte e immediate risposte alle esigenze mutevoli che si possono configurare nei vari scenari in cui opera Enìa). Occorre, poi, studiare e approfondire le realtà nuove che si possono configurare, il riferimento è all'aggregazione Aem Milano e Asm Brescia. Forse, bisogna ricordare ai più distratti il valore di Enìa. 2.500 dipendenti, circa un milione di utenti, un fatturato di 1.063 milioni di euro, investimenti per 123,6 milioni, un margine operativo netto di 58,7 milioni. Una multiutility che se, ma occorre girare la domanda agli attuali amministratori locali, ben gestita è in grado di dare qualità, efficienza, innovazione e tutela dell'ambiente con effetti positivi (incremento di valore) per gli azionisti. Dunque, per una amministrazione accorta ci sono gli strumenti anche per avere un ritorno immediato sul tessuto economico piacentino (sotto l'aspetto di commesse, servizi, appalti); il tutto con un meccanismo che deve essere trasparente e che premi i meritevoli e non i soliti noti. Questo percorso di valorizzazione, con immediati benefici per i cittadini, si inserisce anche in un contesto più ampio. L'ambito di Enìa riguarda il ciclo rifiuti, quello idrico integrato, il gas, l'energia elettrica, il teleriscaldamento. Da tempo sostengo con forza l'esigenza che il nostro territorio si trasformi in distretto per le energie rinnovabili, in grado di ospitare piccoli impianti a basso impatto ambientale destinati alla produzione di elettricità "pulita". Una reale opportunità di sviluppo economico in primo luogo delle realtà agricole, con un percorso attento alla tutela dell'ambiente. Peraltro, in un contesto nazionale, con una finanziaria del centro sinistra e con un Prodi poco attento alle realtà locali e ai cittadini, bisogna cambiare la cultura di come si amministra l'Ente Locale. La finanziaria Prodi & C. riduce i trasferimenti erariali in favore delle regioni e degli enti locali; aumenta e introduce nuove tasse, aumenta l'imposta regionale sulla benzina, e molto altro ancora di negativo che avrà, purtroppo, impatti devastanti per i cittadini e le piccole-medie industrie. Accanto a questo la regione Emilia Romagna aumenta l'addizionale Irpef e l'Irap (aumento che riguarderà oltre 2.500.000 milioni di cittadini della nostra regione). In un contesto di questo tipo occorrono bravi e capaci amministratori locali, capaci di creare sinergie con le "forze" presenti sul territorio (università Cattolica in prima fila, ma in generale tutto il mondo accademico, le associazioni di categorie, ecc.); capaci di valorizzare il territorio (partendo dalla campagna ma senza dimenticarsi della montagna) e di dare risposte ai cittadini (elemento altrettanto fondamentale). Il tessuto sociale ed economico piacentino è pronto, gli amministratori locali del centro sinistra sono indietro! Il comune, oggi, può quindi cogliere l'occasione, anzi deve dimostrare, di poter intraprendere decisioni capaci di far decollare progetti seri per l'ambiente, per la popolazione, saper sfruttare le economie di scale che l'Enìa è in grado di offrire. Il Governo Prodi non trasferisce risorse e allora un buon amministratore locale non aumenterà l'Ici, come vorrebbe Prodi, ma aprirà una stagione di una nuova cultura ambientale, imprenditoriale, di una buona e efficace amministrazione che non "svenda i gioielli di famiglia". Difficile aspettarsi però azioni di questo tipo da un'amministrazione di centro sinistra. Massimo Polledri, Senatore Lega Nord
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