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Elezioni Regionali 2005.

L'analisi di Renato Mannheimer.

Sulla base dei dati disponibili sino a questo momento, il centrosinistra ottiene, per la prima volta da molti anni, la maggioranza assoluta - il 52,9% dei votanti - sia pure limitatamente a quelli interessati alle elezioni di domenica e lunedì.
Se si fosse trattato di politiche anziché di regionali, gli equilibri parlamentari avrebbero subito un mutamento assai rilevante.
Infatti, «traducendo» (sia pure approssimativamente, data l’assenza per ora dei risultati relativi ai singoli collegi) questo risultato in seggi parlamentari, l’opposizione potrebbe ottenere da 50 a 100 seggi in più rispetto alle politiche del 2001, raggiungendo la maggioranza.
Un vero ribaltamento della situazione attuale.

CALCOLI E IPOTESI - Si tratta, per ora solo di un’ipotesi di calcolo.
Ma sul fatto che il risultato di queste regionali costituisca una pesante sconfitta per la coalizione di centrodestra, non c’è dubbio, qualunque sia il metro adottato per misurare le scelte dei cittadini: il numero di regioni conquistate dall’Unione o quello degli elettori che l'hanno votata.
Paradossalmente, lo smacco elettorale si è manifestato proprio nel momento in cui la coalizione di governo andava lentamente riacquistando il consenso popolare, dopo il significativo calo verificatosi nel corso dello scorso anno.
Infatti, a partire dall’inizio del 2005 e fino a qualche giorno fa, si era incrementata sia la popolarità del presidente del Consiglio, sia la valutazione positiva sull’operato del governo.

L’INSODDISFAZIONE -
Come mai allora la Cdl è stato battuta, per di più in maniera così netta?
Dal punto di vista dei contenuti, la ragione va ricercata in primo luogo nella diffusa insoddisfazione per l’attività di governo, presente anche tra gli elettori della Cdl e manifestatasi da oltre un anno a questa parte.
Tra le conseguenze di questo fenomeno c’è anche la parziale frammentazione del centrodestra, con la presenza di candidati presidenti alternativi, ciò che ha costituito, a sua volta, un’altra della cause della sconfitta.

CANDIDATI E CONSENSO -
A ciò si aggiunge lo scarso consenso goduto localmente da diversi candidati presidenti appartenenti alla Cdl.
Ma, quantomeno dal punto di vista della comunicazione, il motivo principale dell’arretramento del centrodestra sta probabilmente nella scarsa presenza di Berlusconi alla campagna elettorale. Tanto che è proprio il suo partito, Forza Italia, a subire le perdite più consistenti, a fronte di una sostanziale tenuta delle altre componenti della Cdl.
Il Cavaliere ha, forse, fatto questa scelta fiutando già da tempo la possibile sconfitta e cercando, di conseguenza, di non esserne troppo coinvolto.
Salvo ripensarci proprio negli ultimi giorni, quando ormai la situazione era compromessa.
La sostanziale debolezza della campagna del centrodestra ha quindi accentuato lo stato di disaffezione già presente in parte nei suoi elettori, solo attenuato dai recenti progressi in termini di consenso di cui si è detto.

FEDELTA’ AGLI SCHIERAMENTI -
I dati suggeriscono tuttavia che gran parte dei votanti per la Cdl alle politiche del 2001 non abbia oggi mutato il suo orientamento, passando all’Unione.
Molti, invece - la quota precisa si saprà tra qualche giorno - pur avendo scelto il centrodestra nelle passate consultazioni politiche, hanno deciso questa volta di astenersi, invogliati in ciò anche dallo scarso interesse suscitato da queste regionali.
Va ricordato che, rispetto all’83% del 2001, la partecipazione è scesa di circa dieci punti.
La sconfitta del centrodestra non è dunque dovuta tanto ad uno spostamento di opinione dei suoi elettori, quanto, soprattutto, ad una sorta di «smobilitazione» di questi ultimi, ormai in corso da diverso tempo.
E’ iniziata oggi la campagna elettorale per le politiche del 2006.
In vista di questa scadenza appare necessario per Berlusconi «rimobilitare» il proprio elettorato potenziale.
Attraverso una comunicazione efficace e, specialmente, tramite adeguate iniziative di governo.
Se questo non accadesse, il prossimo Parlamento vedrà una maggioranza di centrosinistra.

Renato Mannheimer
(da www.corriere.it del 5/4/2005)


pubblicazione: 05/04/2005
aggiornamento: 15/04/2005

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