Più efficiente, più affidabile, e soprattutto più "pulita".
Si annuncia incorniciato da questi tre aggettivi il nuovo corso della centrale elettrica Levante, la cui lunga riconversione a ciclo combinato si sta concludendo proprio in queste settimane.
Bandito l'olio combustibile e assunto il gas come fonte unica di approvvigionamento, i benefici ambientali per l'intera città saranno consistenti.
Ne ha parlato ieri pomeriggio, Umberto Dotta , direttore della divisione ingegneria e sviluppo di Edipower, nell'ambito del convegno organizzato dall'Arpa (L'Agenzia regionale per la prevenzione ambientale) sui nuovi controlli riservati alle emissioni degli impianti per la produzione di elettricità.
Un momento di approfondimento destinato all'illustrazione dei contenuti delle direttive europee, dei decreti legislativi e delle ultime disposizioni regionali, tenutosi lungo l'arco dell'intera giornata al centro studi della Cassa di Risparmio. Un nutrito gruppo di relatori ha spiegato i nuovi obblighi normativi cui dovranno sottostare le piccole e medie unità di produzione energetica, mentre il rappresentante di Edipower si è soffermato sull'ormai imminente debutto della centrale piacentina, che comincerà a vendere kilowatt dai primi mesi del 2006.
«La Levante si trova - ha spiegato - nella fase finale di avviamento e collaudo generale: la spesa di trasformazione è di 290 milioni di euro». «Entro la fine dell'anno esauriremo questo passaggio delicato, ma la struttura dell'impianto può dirsi completata e dal punto di vista dell'aspetto esteriore non muterà più nulla. In realtà stiamo già producendo energia elettrica, ma soltanto a livello sperimentale, senza finalità commerciali: le turbine sono soggette infatti a fermate frequenti per verificarne l'efficienza e occorre testare la funzionalità della rete».
«All'inizio del 2006 - ha proseguito - quando i controlli saranno terminati e l'impianto raggiungerà lo stadio di piena affidabilità, inizierà la produzione a regime. La potenza complessiva è di 800 megawatt, e all'anno si potranno arrivare a produrre 5mila gigawatt di energia».
Ma con quali costi ambientali? Dotta precisa che rispetto al passato, le emissioni nocive si ridurranno in maniera drastica: a dimostrarlo ci sono i numeri. «L'ossido di azoto - viene puntualizzato - si ridurrà da 340 a 129,4 chilogrammi all'ora, il biossido di zolfo passerà dai 680 chilogrammi all'ora a zero, e scompariranno del tutto anche le temute polveri fini, che passeranno da 85 chilogrammi all'ora a zero.
D'altronde la produzione di energia incide sul complesso dell'inquinamento nell'aria per una quota decrescente, intorno al 20%.
Con l'introduzione della liberalizzazione del mercato sono cominciati una serie di consistenti investimenti nel settore, in due direzioni: una maggiore efficienza del parco termico, e la riduzione dell'impatto sull'ambiente. Edipower ha messo in campo un piano di spesa di ben 2 miliardi di euro, il mix di fonti utilizzate è sempre più incentrato sul gas che ha più sostenibilità ecologica rispetto all'olio».
Una delle ricadute più importanti della centrale Levante rinnovata riguarda il teleriscaldamento. «Abbiamo già siglato un accordo con Enìa - ha ricordato Dotta - per prelevare direttamente il calore da una delle turbine a vapore per 20 megawatt termici: andrà ad alimentare le caldaie esistenti in una porzione di città, sostituendo il gasolio e il metano. Il risultato, anche in questo caso, sarà la riduzione degli scarichi nocivi nell'aria».
(da Libertà del 26 ottobre 2005)
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