«Dovendo descrivere la situazione economica piacentina dell'ultimo anno e le sue prospettive per l'immediato futuro si può dire che, per quanto riguarda l'andamento congiunturale, è stata rilevata una situazione che pur non presentando criticità particolarmente preoccupanti fa però registrare un peggioramento rispetto all'anno scorso».
E' questo, in estrema sintesi, il profilo dell'industria piacentina disegnato ieri in Consiglio provinciale dal presidente di Assoindustria Sergio Giglio. Un'industria «inserita in un contesto di profonda trasformazione economica nazionale ed internazionale», che soffre di un generale clima di sfiducia.
«Rispetto alle previsioni di inizio anno - ha infatti detto Giglio - anziché il preventivato 37%, solo il 26% degli imprenditori piacentini ha fatto investimenti. E solo 12 industriali su cento, sui 32 previsti, hanno confermato un incremento delle assunzioni».
Se il 2004 verrà ricordato come un anno di “sostanziale stabilità”, con un aumento dello 0,32% della produzione e del 4% del fatturato (grazie in particolare al buon andamento delle esportazioni con un +11%), i primi sei mesi del 2005 verranno archiviati come il semestre della “contrazione”.
Alla fine di giugno, rispetto al 51% del primo semestre 2004, solo il 42% degli imprenditori piacentini ha infatti dichiarato di avere avuto un aumento di fatturato.
A tenere è stato ancora una volta il comparto edile, dove viene impiegato il 13% degli addetti, che anche per il 2005 ha fatto registrare una crescita.
A soffrire maggiormente della difficile congiuntura economica (Giglio ha parlato di «forte contrazione») è stato invece il settore tessile e dell'abbigliamento con una conseguente crisi per l'occupazione femminile. Stabile invece il comparto alimentare.
Giglio ha poi fatto il punto della situazione sulla metalmeccanica, il principale motore dell'industria piacentina con il 40% degli addetti. «Si tratta di una situazione piuttosto variegata - ha detto -. Accanto alla crisi del comparto delle costruzioni meccaniche vi sono infatti realtà stabili o talvolta anche in crescita, come il settore della raccorderia».
Giglio ha poi definito «positivo» l'andamento dei settori chimico e delle materie plastiche, e della grafica e dell'elettronica applicata alle telecomunicazioni.
Il presidente di Assoindustria ha anche snocciolato una serie di proposte di intervento, tra cui l'invito a «riflettere» sul progetto Ignitor a Caorso: «La nostra associazione - ha detto Giglio - sta seguendo con attenzione già da tempo le attività in corso nella centrale di Caorso anche per verificare le possibili ricadute sulle attività produttive piacentine. Stiamo allora seguendo con particolare attenzione il progetto Ignitor che merita un giusto approfondimento nell'azione corale di tutta la collettività provinciale. La proposta viene da uno scienziato di chiara fama, e tale struttura darebbe a Piacenza un indiscusso valore aggiunto in termini di ricerca».
Giglio ha concluso la relazione invitando la Provincia a diventare un punto di riferimento autorevole per il mondo industriale, e a svolgere i compiti di coordinamento e di programmazione del territorio. Parola d'ordine rimane la “concertazione”.
|