di Paolo Rizzi
L'ultimo numero della rivista del Touring Club presenta per i propri 300 mila soci un bell'articolo sulla nostra città: nella copertina il rimando è "il risveglio di Piacenza", all'interno l'articolo titola "la bella addormentata". Già questa apparente contraddizione spiega bene la crisi di crescita del nostro territorio, percorso da nuove tensioni di sviluppo sul fronte partecipativo e progettuale ma ancora ancorato ad una congenita "lentezza" di realizzazione e attuazione delle tante iniziative pensate in questi anni. Tanto che spesso ci autodefiniamo appunto "la bella addormentata" o una città chiusa in sé stessa e poco aperta all'esterno e all'innovazione. Ebbene i segni del risveglio ci sono, anche se non sono tutti di segno positivo. Quali sono i grandi fatti che stanno trasformando i nostri territori ? In primis possiamo citare la crescita del polo univeristario con il passaggio in quindici anni da 500 a circa 4000 studenti, da una facoltà a 5 della Cattolica e 3 del Politecnico, dalla storica sede di Agraria a nuovi spazi a San Lazzaro, alla Caserma della Neve e tra poco all'ex Macello. Una grande opera di contenitori e contenuti che ha un evidente risultato: la nostra città inverte il flusso in uscita di capitale umano e riesce ad attrarre ricercatori e docenti da Milano e altre parti d'Italia. Il secondo importante evento che ha caratterizzato la nostra storia degli ultimi anni è senza dubbio il percorso del Piano Strategico ed in generale di tutte le nuove forme di partecipazione civile, confronto e cooperazione tra le istituzioni, le rappresentanze e la popolazione in genere. La terza grande trasformazione che stiamo vivendo a Piacenza è quella urbanistico-insediativa: dal polo logistico (non solo a Piacenza ma anche a Monticelli e Castel San Giovanni) alle aree disemsse in via di recupero residenziale e produttivo. Su questo tema dobbiamo vigilare tutti perché sia davvero occasione di crescita economica e culturale e non solo consumo di suolo, cemento e speculazione edilizia. Un piccolo ma significativo segno di questi nuovi fermenti, oltre che dall'articolo di Qui Touring, ci viene dai riconoscimenti nazionali che Piacenza riceve dall'iniziativa Sfide del Forum della Pubblica Amministrazione del Ministero della Funzione Pubblica. L'anno scorso è stato premiato il Piano Strategico, quest'anno addirittura tre progetti: il Piano di Marketing territoriale (tematica su cui stiamo acquisendo una specializzazione teorica ed applicata anche grazie al Master in Marketing Territoriale Mumat dell'Università Cattolica).E poi il Piano Speciale d'Area sulla logistica che porta sul territorio finanziamenti regionali rilevanti per contribuire a gestire la mobilità delle merci a Le Mose nel gigantesco insediamento logistico in essere e in costruzione; ancora il Progetto Merope che definisce nuovi piani per gestire in modo efficiente e ecosostenibile la city logistic, cioè i flussi di merci che entrano ogni giorno in città verso negozi e uffici. E' un segnale incoraggiante. Ci dice che Piacenza è all'avanguardia su alcune politiche urbane e territoriali, che siamo in grado di eccellere in materia di sviluppo locale (il premio viene assegnato ai migliori progetti presentati in tutta Italia dagli enti locali). Soprattutto è un riconoscimento sì ai nostri amministratori, ma soprattutto ai nostri funzionari pubblici che spesso bistrattiamo in modo ingiustificato. Infine è un premio anche alla capacità di fare gioco di squadra, perché sempre più la progettualità locale vince quando deriva dall'accordo e dalla cooperazione di tutti gli "stakeholder" del territorio, cioè di tutte le componenti della vita collettiva: governi locali, attori economici e sociali, associazionismo. Che da qualche anno sappiamo fare "squadra" lo sappiamo: il Piacenza Calcio, la Copra Systel che si è giocata la finale della serie A, il rugby, il ciclismo a Fiorenzuola, ci dimostrano che riusciamo ad allestire compagini competitive se vogliamo. Questo spirito di gruppo, così determinante nelle attività sportive, forse si sta trasferendo anche alle dinamiche sociali ? Ce lo auguriamo tutti.
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