Parlano Guidotti e Squeri.
LIBERTA' del 13/01/2002 : Per rendere ancor più solenne questo momento storico per la comunità piacentina il sindaco di Piacenza Gianguido Guidotti aveva invitato a Palazzo Farnese il ministro per la Funzione Pubblica Franco Frattini, che per impegni inderogabili non ha potuto essere presente, ma ha comunque inviato un breve messaggio di congratulazioni per il risultato raggiunto. (Piacenza è la seconda città di medie dimensioni in Italia a sottoscrivere un patto per lo sviluppo). Nel suo intervento Guidotti ha sottolineato soprattutto lo spirito di collaborazione e la passione civile che ognuno ha messo in questo anno di lavoro. «Rispettando il senso storico degli Stati Generali - ha ricordato il sindaco - l'Amministrazione comunale ha voluto consultare tutti i corpi della società, e così dar voce e prestare ascolto, come è doveroso per i pubblici amministratori, alle istanze dei cittadini. Al progetto si è unita l'Amministrazione provinciale, condividendone gli intenti e le finalità e questo gli ha dato un senso di completezza e di più ampio respiro». Guidotti ha insistito poi sulla necessità di «uscire dalla logica nefasta delle contrapposizioni politiche preconcette o dettate da interessi corporativi, per entrare in quella della condivisione degli interessi generali primari». «Il nostro Patto per Piacenza - ha detto ancora - è l'antitesi della cultura antagonista, è fatto per costruire, non per distruggere». Dopo aver accennato ad alcuni progetti già in dirittura d'arrivo (il Portale Piacenza, Piacenza Holding, il Centro per la qualità e la sicurezza agroalimentare), Guidotti ha concluso citando Einstein: «Con la prudenza del grande scienziato diceva spesso che gran parte delle sue conclusioni potevano rivelarsi sbagliate alla luce di nuove scoperte. Noi, da inguaribili ottimisti, auspichiamo che le nostre previsioni siano invece in gran parte esatte e realizzabili».
Un seme che è diventato frutto: così ha definito il patto il presidente della Provincia Dario Squeri, che ha ribadito come sia stato giusto accogliere la sfida «e il risultato di oggi è ancor più soddisfacente - ha aggiunto - se si pensa che a Piacenza difficilmente ci si siede a un tavolo per lavorare insieme. «Se l'appiattimento sulla gestione quotidiana dell'amminstrazione pubblica e delle continue emergenze ci costringono ad attività di breve respiro - ha commentato Squeri - il Patto per Piacenza ci dà la possibilità di guardare più in là ed essere in Emilia Romagna ci ha fortemente aiutato». Anche Squeri ha accennato alle polemiche sulla secessione, spiegando che il progetto di Piacenza provincia autonoma riguarda un percorso di autogestione che non ha certo fini secessionistici ma vuole essere un fattivo contributo al nuovo statuto regionale. E ha concluso guardando avanti, alla terza fase del patto, quella dell'attuazione che parte da oggi.
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