La giornalista Oriana Fallaci è morta all'età di 77 anni. Da tempo soffriva di un male incurabile, da lei definito "L'Alieno".
Molti i dibattiti sollevati dai suoi libri e articoli pubblicati dopo gli attentati dell'11 settembre, in "difesa della cultura occidentale", una posizione di netta contrapposizione al fondamentalismo islamico.
Per tutta la vita aveva espresso opinioni anticlericali, ma negli ultimi anni si è avvicinata al cattolicesimo, fino a dichiarare pubblicamente la sua ammirazione verso Benedetto XVI.
Nel marzo dello scorso anno, il quotidiano Libero aveva lanciato una raccolta di firme per chiedere al Presidente della Repubblica di conferire alla Fallaci il titolo di senatore a vita. L'appello era stato sottoscritto da oltre 75.000 persone.
La controversa scrittrice contestata di recente soprattutto a causa dei suoi interventi relativi ai rapporti con l'Islam, è nata a Firenze il 26 giugno 1929, in piena era mussoliniana. Il padre fu un attivo antifascista, così convinto da coinvolgere la piccola Oriana, di soli 10 anni, nella lotta resistenziale con compiti di vedetta. La piccola imparò anche ad utilizzare le armi grazie alle battute di caccia organizzate dal padre. Oriana si unì al movimento clandestino di Resistenza, diventando un membro del corpo dei volontari per la libertà. A soli 14 anni riceve un riconoscimento d'onore dall'Esercito Italiano per il suo attivismo durante la guerra. Terminato il conflitto decide di dedicarsi alla scrittura giornalistica, col proposito di farne una professione. Ben presto le sue capacità la portano all'"Europeo", prestigioso settimanale di grande spessore giornalistico e culturale. Collabora anche con altre testate, sia in Europa, che nel sud America.
Fra gli exploit più memorabili è da ricordare la sua infiammata intervista all'Ayatollah Khomeini, leader del regime iraniano e poco incline a riconoscere diritti e dignità alle donne. Da ricordare anche l'incontro con Henry Kissinger, indotto dalla giornalista, con incalzanti domande, a parlare di argomenti mai affrontati con giornalisti.
In seguito la summa dei colloqui con i potenti della Terra viene raccolta nel libro "Intervista con la storia". "Su ogni esperienza personale lascio brandelli d'anima e partecipo a ciò che vedo o sento come se riguardasse me personalmente e dovessi prendere una posizione (infatti ne prendo sempre una basata su una precisa scelta morale)". L'"input" che in genere la induce ha prendere carta e penna "è quello di raccontare una storia con un significato [...]. 'Niente e così sia', il libro sul Vietnam, dice la Fallaci "per me non è nemmeno un libro sul Vietnam, è un libro sulla guerra".
Altro libro vendutissimo e di grande impatto, è "Lettera ad un bambino mai nato", edito nel 1975, scritto proprio in seguito alla perdita del figlio.
Un significativo esempio del pathos che la Fallaci riversa nei suoi libri è costituito dal best-seller "Un uomo" (1979), romanzo scritto dopo la morte del compagno Alekos Panagulis.
Nel romanzo "Insciallah" scrive la storia delle truppe italiane in Libano nel 1983.
Seppure di origini fiorentine, Oriana Fallaci risiede a New York: "Firenze e New York sono le mie due patrie", racconta lei stessa.
Ed è proprio dal grande attaccamento per gli Stati Uniti, dalla grande ammirazione che la Fallaci sente per questo paese, che nasce la sua reazione al terribile attentato terroristico dell'11 settembre 2001 alle Twin Towers. Con una lettera inviata all'allora direttore del "Corriere della Sera" Ferruccio De Bortoli, Oriana Fallaci rompe il silenzio che durava da tempo. Ecco l'incipit di quello scritto:
"Mi chiedi di parlare, stavolta. Mi chiedi di rompere almeno stavolta il silenzio che ho scelto, che da anni mi impongo per non mischiarmi alle cicale. E lo faccio. Perché ho saputo che anche in Italia alcuni gioiscono come l'altra sera alla Tv gioivano i palestinesi di Gaza. "Vittoria! Vittoria!" Uomini, donne , bambini. Ammesso che chi fa una cosa simile possa essere definito uomo, donna, bambino. Ho saputo che alcune cicale di lusso, politici o cosiddetti politici, intellettuali o cosiddetti intellettuali, nonché altri individui che non meritano la qualifica di cittadini, si comportano sostanzialmente nello stesso modo. Dicono: "Gli sta bene, agli americani gli sta bene". E sono molto, molto arrabbiata. Arrabbiata d'una rabbia fredda, lucida, razionale. Una rabbia che elimina ogni distacco, ogni indulgenza. Che mi ordina di rispondergli e anzitutto di sputargli addosso. Io gli sputo addosso".
I libri di Oriana Fallaci: -I sette peccati di Hollywood -Il sesso inutile -Penelope alla guerra -Gli antipatici -Se il sole muore -Niente e così sia -Quel giorno sulla luna -Intervista con la storia -Lettera a un bambino mai nato -Un uomo -Insciallah -La rabbia e l'orgoglio -La forza della ragione
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