«Sì, spero che la legislatura duri di più». Silvio Berlusconi auspica - come da indiscrezioni stampa - un rinvio dello scioglimento delle Camere, rispetto al 29 gennaio previsto. «Siamo in ritardo su alcune leggi», spiega il premier ospite di Matrix. Rutelli ribatte prontamente: «Aveva annunciato lui lo scioglimento delle Camere... ora ci ha ripensato? Non è che, invece, lei vuole andare a Unomattina e anche a... Duemattina, Tremattina, Quattromattina?». Sul posticipo del voto anche Prodi - a stretto giro d'agenzia - mostra sconcerto per la mossa berlusconiana: «Vediamo come si snoda la cosa, sono molto sorpreso perché la decisione sembrava essere condivisa da tutti e tranquilla».
DI PIETRO SENZA LAUREA ??- Da Mentana è uno scambio serrato di battute, spesso ironiche, tra il premier e Rutelli. Con il primo che definisce il rivale nell'ordine: «trasformista», un «Fregoli della politica», «bello ma incompiuto», «il migliore dei peggiori». E provocato sulle avances fatte a suo tempo a Di Pietro spara anche sull'ex pm: «Non poteva fare nemmeno il magistrato, perché ho l'intima convinzione che non si sia neanche laureato regolarmente. E poi con quella sintassi e con quei congiuntivi non posso certo andare d'accordo con lui». Tra una battuta e l'altra, anche quella sui guadagni. «Io - rivela Berlusconi - destino il mio stipendio di palazzo Chigi alle tante cose che faccio di beneficienza».
PRESENZE IN TV - Ma il Cavaliere attacca pure sulla par condicio: «Ero assente dalla tv da cinque anni perché ho lavorato e adesso - dice - ho un credito che devo riscuotere». Berlusconi ha fretta di recuperare il terreno perduto visto che «i tempi sono stretti: tra poco scatta la par condicio, anzi la Marx-condicio come la chiamo io, e tutti avremo il 4% del tempo a disposizione».
BUBBONE COOP E DS - Quanto alle critiche del centrosinistra sull'eventuale utilizzo dei Servizi nel caso Unipol, «sono fantasie assurde», smentisce Berlusconi e aggiunge di «non avere accusato nessuno» e che «i rapporti tra coop rosse e sinistra erano un bubbone che prima o poi sarebbe stato giusto fare scoppiare». «Io ho avuto informazioni - racconta - da una persona molto seria e autorevole che è il signor Tarak Ben Ammar». L'imprenditore gli avrebbe parlato non di pressioni ma di «un forte interessamento» della sinistra per le quote Generali in Bnl.
ABETE E UNIPOL - «Nulla da eccepire» sulla posizione di Francesco Rutelli circa Unipol, perché lui «effettivamente, ha preso le distanze fin dall'inizio», e tuttavia contro il leader diellino una frecciata Berlusconi non la risparmia: «Non voglio essere così birichino da dire che era perché lui stava con Abete e Della Valle, della cordata opposta...». Rutelli si rifugia nella battuta: «Sta parlando di Abete, della Quercia e dei cespugli...». Berlusconi serio: «Abete era il presidente di Bnl e contrastava Unipol, non era un cespuglio».
SOLO CONDONI - «Il vero disastro del governo riguarda l'economia», replica poi Rutelli. Secondo il leader della Margherita l'Italia oggi è all'ultimo posto nell'Unione Europea e non è più tempo di scuse. E non manca un attacco ai condoni: «Hanno dissestato i conti pubblici, tolto credibilità alla Repubblica e hanno incoraggiato l'evasione fiscale». Risposta di Berlusconi: «Dalla signora Prodi in poi», molti «hanno approfittato del condono».
Mentre il dibattito s'infiamma Rutelli esibisce una fotocopia del contratto firmato dal premier nel 2001 e ricorda la frase di Iva Zanicchi: "Proviamolo! «Gli italiani lo hanno provato, ora penso che possano dare la loro fiducia al centrosinistra».
INTERVISTA A MENTANA DOPO IL CONFRONTO TV. estratto dal Corriere della Sera del 22 gennaio 2006
Qual è stato il momento migliore di Rutelli? «Quando ha potuto fare la disamina comparata tra il contratto con gli italiani siglato da Berlusconi e quello che ne è stato davvero realizzato».
E il picco del presidente del Consiglio quando c’è stato? «Ma direi allo stesso modo, quando il premier ha fatto tutto l’elenco delle cose fatte, è stato molto efficace nell’esposizione ».
Compreso l’elenco dettagliato di leggi e riforme? «Via, quello era un puro espediente teatrale. La risposta indiretta al famoso sketch della lettera di Benigni e Celentano. Che non riuscivano a trovare nemmeno una cosa buona fatta dal governo Berlusconi».
Quando l’ha visto, invece, più in difficoltà? «Eh, quando si è messo a parlare di comunismo, cercando di trovare profondità storica, tirandoci dentro pure Gramsci, l’armata rossa, non è stato efficace. Però non sembra davvero un Berlusconi che a un mese dalle elezioni sia pronto a lasciare il campo ad altri».
Il passaggio peggiore per Rutelli? «Ha vacillato quando Berlusconi l’ha accusato di essere molto mutevole, di aver cambiato completamente opinione su comunisti, aborto, Chiesa. Rutelli è rimasto calmo, flemmatico. Buono il metodo, mala risposta è stata vaga, insufficiente ».
Chi aveva il look più giusto? «Non ci ho nemmeno fatto caso, non mi interessa, sono passati quei tempi, conta quel che si dice».
Giovanna Cavalli, Corriere della Sera del 22 gennaio 2006
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