Un approccio di lavoro di tipo «inclusivo», con l'obiettivo di unire il Partito democratico e l'esplorazione di eventuali convergenze con forze e realtà anche al di fuori dell'attuale coalizione.
Sono gli impegni presi da Paolo Dosi davanti alla direzione provinciale del Pd riunitasi venerdì sera per analizzare gli esiti delle primarie del 5 febbraio che lo hanno incoronato candidato sindaco del centrosinistra alle comunali di maggio.
Spetterà a Dosi, in particolare, esaminare la possibilità di allargare il perimetro della coalizione, auspicabilmente con l'apporto di una lista civica che si riconosca nel programma elettorale.
In tempi rapidi, ha osservato in proposito il segretario provinciale del Pd Vittorio Silva, «la direzione provinciale si riunirà nuovamente per affrontare le tappe di avvicinamento al voto, con la definizione del programma elettorale e della lista del Pd e per affrontare la questione delle alleanze».
Silva, nella sua relazione introduttiva, è tornato a sottolineare «l'ampia partecipazione popolare» alle primarie, «un successo di tutto il Pd che ha messo in campo i due candidati più forti: il significativo consenso ottenuto sia da Paolo Dosi (40,3%, ndr) che da Francesco Cacciatore (34,5%, ndr) ha concorso in gran parte a determinare la grande affluenza ai seggi».
Sul punto il segretario regionale Stefano Bonaccini ha annotato che «Piacenza è la città emiliana dove si è registrata la maggiore partecipazione alle primarie nei capoluoghi dove si sono celebrate tra il 2011 e 2012».
Questo è ciò che riferisce il comunicato di resoconto diffuso ieri dal partito. Da quanto si apprende la discussione è terminata presto, senza le file di iscritti a parlare che qualcuno immaginava. Soprattutto si è notata l'assenza di interventi da parte dei sostenitori di Cacciatore, tra i quali venivano segnalate nutrite presenze di arrabbiati per l'esito delle primarie. Che in direzione si sarebbero fatti polemicamente sentire era opinione comune dopo averne ascoltato l'umore nella riunione che il vicesindaco ha convocato martedì scorso con i suoi. Invece niente.
In quella sede, una sala della ex Piacenza 74 in via Bolzoni, in parecchi, a quanto risulta, si sono scagliati contro il percorso di selezione delle candidature che ha portato il Pd ad affiancare al nome di Cacciatore quello di Dosi nonostante la consultazione dei circoli avesse premiato di gran lunga il primo. Una forzatura di cui responsabile viene indicato il sindaco Reggi, sponsor di Dosi e accusato di ergersi a dominus di tutte le scelte del partito.
Le stesse critiche, grosso modo, che ha mosso l'ex segretario ds Flavio Chiapponi nel motivare le sue dimissioni dalla direzione del Pd.
La richiesta a Dosi è di dimostrare in fretta e con i fatti di sapersi smarcare da un Reggi che viene visto come causa di profonda divisione interna. Al punto che nella base di Cacciatore c'è chi si è detto pronto al disimpegno in campagna elettorale, evocando anche lo spauracchio del voto disgiunto, ossia croce sul simbolo Pd, ma preferenza a un altro candidato sindaco.
Bellicose dichiarazioni di fronte alle quali Cacciatore risulta peraltro avere gettato parecchia acqua sul fuoco, predicando l'unità del partito e richiamando i suoi a serrare i ranghi per il buon esito della comune battaglia elettorale.
Gustavo Roccella LIBERTA' del 19/02/2012
|