Meno donne occupate, ma più donne manager e imprenditrici di successo. Sono soprattutto le imprese in rosa - il venti per cento di quelle piacentine - ad allungare il passo e a sfidare una crisi che ha penalizzato fortemente il sistema territoriale dal 2009 ad oggi e, in particolare, il numero di donne lavoratrici, prime a "saltare" a causa della congiuntura economica negativa: le imprese femminili piacentine sono oggi 6.899 realtà (su un totale di circa 30mila imprese totali), 93 in meno di quelle che risultavano registrate nel giugno dello scorso anno. Nel corso di un solo anno, quindi, la variazione che ha connotato il nucleo di imprese femminili ha subito una contrazione pari all'1,3 per cento, che si somma alla variazione in negativo che si era già verificata anche tra il 2011 ed il 2012. Ma continuano a rappresentare un punto di riferimento per quanto riguarda creatività e innovazione. Lo rivela un'elaborazione della Camera di Commercio di Piacenza (dati Infocamere Stockview). DONNE PIACENTINE, PIÙ PENALIZZATE DI LODI E PARMA. Nel corso dei primi sei mesi del 2013, le iscrizioni di nuove imprese femminili sono state 391 mentre le cessazioni 438, a differenza della vicina Parma dove le imprese sono cresciute di 85 unità, in linea con la crescita di imprese rosa a Lodi e Pavia. Il segno "meno", quindi, sembra toccare da vicino in particolare Piacenza, dove spiccano le chiusure di attività commerciali (150) ma anche di quelle agricole (91). Esempi coraggiosi di donne che si sono tirate su le maniche per aprire una propria attività non si riscontrano solo nella città di Piacenza, ma anche, nell'ordine, Fiorenzuola, Castelsangiovanni e poi Carpaneto, Rottofreno, Podenzano, Borgonovo, Pontedellolio, Castellarquato, Bobbio; Castelvetro, Rivergaro. "LE IMPRENDITRICI? HANNO PIÙ SUCCESSO". Non è facile per le donne lavorare. Eppure i rappresentanti di commercio, agricoltura e industria sono concordi nell'affermare che le imprese femminili ottengano più successo, rispetto a quelle maschili. «Le imprese femminili sono nuove, fatte da donne che hanno dimostrato grandi attitudini nel mondo aziendale - commenta Giuseppe Parenti, presidente della Camera di Commercio -. Veniamo ogni giorno a conoscenza di realtà veramente interessanti». «Le donne nel commercio, nei servizi e nella ristorazione hanno sempre fatto la parte del leone - aggiunge Giovanni Struzzola di Unione Commercianti -. Sono tantissime le nostre imprenditrici e, nonostante la contrazione dei consumi abbia sfavorito le loro attività, posso dire indubbiamente che hanno saputo ottenere grandi risultati: questo nonostante un'impresa rosa sia più complessa rispetto a quella maschile. Non dimentichiamo infatti che una donna deve coniugare parecchi interessi, dalla famiglia al lavoro. Le imprese al femminile sono la nostra punta di diamante». "COSÌ NOI TRASMETTIAMO I VALORI DELLA TERRA AI FIGLI". Le donne hanno portato ottime iniezioni di marketing anche nel mondo dell'agricoltura. Dove, secondo alcuni progetti più volte circolati, potrebbero presto arrivare anche le "agritate" - le tate che accolgono i piccoli in aziende agricole - e altre formule per dare un volto nuovo alla campagna, più femminile. «Le aziende più innovative sono quelle femminili - garantisce Elisabetta Montesissa di Coldiretti -. Dove c'è una donna c'è un immancabile tocco di novità: lo vediamo negli agriturismi, nei mercatini di "Campagna amica", nella crescita delle relazioni con il consumatore. Un esempio? L'azienda al femminile "Le rondini" è stata la prima a mettere a disposizione terra e orto per gli ospiti di una casa di riposo: un'idea importante. Una donna imprenditrice riesce a coniugare la famiglia e il lavoro trasmettendo ai figli l'importanza dei valori della nostra terra». «Circa il venti per cento di imprese femminili è un dato importante, con una certa rilevanza - precisa Attilia Jesini di Confindustria -. Sono ancora poche le industrie gestite da donne, si deve fare ancora strada in questa direzione». CRESCONO ANCORA LE DONNE DISOCCUPATE. Donne coraggiose e abili, dunque, ma generalmente penalizzate. Nel corso del 2012 i nuovi iscritti ai Centri per l'Impiego sono stati 7.969: tra questi prevale ancora una volta la componente femminile, che pesa per il 50,7% sul totale, con una crescita rispetto all'anno precedente del 3,4%. Elisa Malacalza LIBERTA' 31/07/2013
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