Relazione del Sindaco.
Parlare di un documento programmatico nel contesto attuale è sicuramente problematico, in quanto ancora oggi non abbiamo chiarezza di quelli che sono i contenuti della Legge Finanziaria che fungerà da quadro di riferimento per il nostro Bilancio 2005.
Quello che è certo è che, dai primi dati che emergono dalla proposta di Legge Finanziaria, i Comuni in particolare, potrebbero avere, qualora si confermassero queste indicazioni, seri problemi per chiudere i loro bilanci; prova ne è la riunione di questa mattina a Roma, alla quale ho partecipato in Campidoglio con tutti i Sindaci dei Comuni capoluogo di provincia, che hanno elaborato una serie di emendamenti che oggi pomeriggio sono stati proposti a tutti i gruppi parlamentari e al Governo. Erano presenti tutti i Sindaci, sia di centro- sinistra che di centro- destra, che hanno espresso grandi perplessità su quello che è l’impianto di questa Legge Finanziaria che sostituisce, in sostanza, il Patto di Stabilità, che era basato sui saldi di entrate e uscite, il principio del tetto di spesa, il principio del tetto di spesa del 2% con un’applicazione assolutamente indifferenziata di questo principio.
Cioè, non si fa differenza tra i vari livelli di governo e tra i vari livelli della Pubblica Amministrazione, quindi si equipara un Comune a un Ministero, dimenticando che i Comuni nelle loro spese alimentano i servizi diretti per i cittadini, alimentano i servizi sociali, alimentano l’illuminazione pubblica, la raccolta dei rifiuti, tutti quei servizi essenziali per la vita quotidiana dei cittadini. Il tetto di spesa viene applicato ai Comuni esattamente come ai Ministeri, che tutti questi servizi, invece, non li svolgono. Non c’è differenza nemmeno tra le varie realtà, non si fa differenza tra un tetto di spesa applicato al Comune di Roma, che ha parecchi milioni di abitanti, e al Comune di Monterone, che di abitanti ne ha 33. Per cui, non viene fatto nessun tipo di differenziazione a questo principio di tetto di spesa che rappresenta, in sostanza, il nuovo Patto di Stabilità. Tenete presente che a proposito di Patto di Stabilità, i Comuni sono gli enti locali che più di tutti lo hanno rispettato. Vero ne è che la Corte dei Conti, recentemente, ha certificato che il 97% dei Comuni nel corso del 2003, l’ultimo anno in cui si hanno a disposizione i consuntivi, hanno rispettato il Patto di Stabilità. Quindi, questo è sinonimo di gestione sana ed efficiente. Quindi non è vero che i Comuni, come qualcuno sta dicendo, sono malvestiti e hanno questi enormi, questi grandi bacini di inefficienza da intaccare. C’è sicuramente anche per i Comuni la necessità di razionalizzare la spesa, ma è molto diverso dire che c’è una gestione poco efficiente e non sana dei Comuni italiani. L’altro elemento che è contenuto in questa Finanziaria che costituisce il contesto di riferimento del nostro bilancio, è l’inclusione degli investimenti nel tetto di spesa. Per la prima volta vengono inseriti gli investimenti nel tetto di spesa. Quindi, per cercare di essere semplici, il nostro riferimento per costruire il bilancio 2005 sarà dato dalla somma delle spese correnti effettuate nel 2003, più le spese di investimento effettuate sempre in quell’anno, detratte una serie di spese che la Finanziaria indica in una tabella. Quindi voi capite che con questa sommatoria di spese correnti e di investimenti si va a definire un riferimento che da una parte è molto aleatorio, quanto meno per i singoli Comuni può essere anche molto differente, perché è sufficiente che in quel Comune nel 2003 si siano fatti investimenti molto rilevanti che immediatamente quel riferimento è alto. Qualora, invece, in quel Comune si fosse fatto una spesa di investimenti molto bassa, il riferimento diventa molto basso. Gli investimenti sono una spesa molto aleatoria, non sono come la spesa corrente che è consolidata e quindi è, in qualche modo, sempre costante in tutti gli anni; gli investimenti risentono di eventi molto particolari e straordinari. Quindi il principio stesso è molto criticabile e rappresenta una criticità per tutti i Comuni. Ma quello che è peggio è che i Comuni, avendo questo riferimento del 2003, dato dalla somma delle spese correnti degli investimenti, si troveranno nel 2005 a poter incrementare quel dato soltanto del 4,8%, che vuol dire 2% per ogni anno più lo 0,8, che non è assolutamente paragonabile alla … vera, quella legata all’incremento dei costi di produzione primaria, in particolare le spese di gestione legate a un aumento dei costi petroliferi eccezionale quest’anno, che quindi porterà sicuramente la spesa a incrementi più alti, così come una serie di altri incrementi di spesa automatica riferiti, per esempio, ai contratti di lavoro. Per cui, il riferimento con questo incremento del 4,8% sarà sicuramente problematico da rispettare. In sostanza, i Comuni, tutti i Comuni, si troveranno nelle condizioni di scegliere tra il mantenere il livello dei servizi con la spesa corrente e quindi seguire questa inflazione più alta rispetto a quella consentita dall’aumento del tetto di spesa, penalizzando inevitabilmente gli investimenti. Cioè, tutti i Comuni italiani saranno costretti a ridurre drasticamente gli investimenti per garantire il mantenimento dell’attuale livello di servizi erogati, in qualità e in quantità. Questo significa, in parole povere, che ci sarà, se verrà mantenuto questo impianto della Finanziaria, una riduzione drastica degli investimenti dei Comuni, che in questo momento rappresentano il 30% degli investimenti dell’intero Paese. Cioè, i Comuni garantiscono il 30% degli investimenti del Paese, quindi l’effetto, se così si confermasse la Finanziaria, sarebbe quello di portare a una recessione anche sugli investimenti dell’intero sistema del Paese. E’ per questo motivo che proprio stamattina abbiamo deciso, come ANCI, di proporre una serie di modifiche al governo, anche sulla parte delle entrate, perché in questa Finanziaria non c’è nessuna traccia di federalismo fiscale, ma c’è, al contrario, un tentativo di scaricare sui Comuni l’onere di aumentare la tassazione con meccanismi automatici, dove i Comuni non possono fare nulla. Non c’è la possibilità per i Comuni di aumentare la tassazione a fronte di maggiore autonomia anche nelle spese, essendo il tetto di spesa vincolato. Il vincolo sul tetto di spesa non consente all’ente di fare operazioni di modulazione e, in particolare, di tenere conto della reale situazione finanziaria dell’ente. Quindi, come è il caso del Comune di Piacenza, l’ente può essere in salute, ma non può spendere il livello di risorse che i cittadini sono in grado di trasferire. Vi faccio alcuni esempi. C’è all’interno della Finanziaria la rivalutazione degli estimi catastali. In sostanza, laddove ci sono degli scostamenti significativi tra i valori di mercato e il valore catastale degli alloggi, questi devono essere adeguati ai valori di mercato. Adeguamento che devono fare i Comuni. Quindi loro si prendono la colpa dell’aumento, ma non ne hanno poi la gestione diretta. Non c’è la possibilità, non è compresa nella Legge Finanziaria, la devoluzione del Catasto, che invece i Comuni stanno chiedendo da anni. In una situazione di questo tipo, che è sicuramente critica, lo dicevo prima, noi abbiamo provato comunque a costruire un’ipotesi di bilancio, un’ipotesi di bilancio che risentirà in queste settimane di continue modifiche e aggiornamenti, perché dipenderà moltissimo da come si chiuderà questa discussione con il governo, che porterà, quindi, a definire completamente la Legge Finanziaria. Quindi abbiamo sullo sfondo questa situazione, che definisco senza esagerare “drammatica”, per riuscire a chiudere i bilanci non solo del Comune di Piacenza ma di tutti i Comuni italiani, una situazione che mi auguro possa essere rivista e ripensata dal governo a favore dei Comuni.
Con questa situazione sullo sfondo abbiamo definito queste che sono le linee generali del bilancio di previsione 2005 e bilancio pluriennale 2005-2007. Primo punto, ovviamente, il contenimento delle azioni di sviluppo e razionalizzazione delle risorse umane e finanziarie. Non poteva essere altrimenti come primo punto. Quando dico “contenimento delle azioni di sviluppo”, significa che probabilmente – ma non sto scherzando, è così – noi non potremo fare investimenti significativi per il 2005, perché tutte le nostre risorse saranno necessariamente dirottate sulla spesa corrente. Questo è il tema davvero drammatico, perché tutta una serie di investimenti che noi avevamo già previsto e sono contenute nel piano delle opere pubbliche, che sta girando per i Quartieri, sta per essere in qualche modo verificato e valutato dai vari organi, dovrà essere rivisto completamente al ribasso. Quindi il contenimento di questa azione di sviluppo ha questo significato, razionalizzazione delle risorse umane e finanziarie ha l’altro significato. Però, stante la situazione di difficoltà, abbiamo comunque l’obiettivo primario di mantenere gli attuali standard qualitativi dei servizi, in particolare i servizi alla persona, quindi i servizi all’infanzia, i servizi agli anziani, ai disabili, tutti i servizi che in questi due anni abbiamo fatto crescere, che non potremo più far crescere quest’anno, ma che vogliamo mantenere con gli attuali livelli. Così come vogliamo mantenere fede agli impegni già assunti sul versante della maggiore equità fiscale relativamente ai tributi locali, in particolare all’ICI. Questo significa che l’impegno a ridurre l’ICI sulla prima casa lo vogliamo mantenere, facendo poi interventi sul regolamento complessivo dell’ICI e quindi rivedendo la struttura dell’ICI nel suo complesso. Dico rapidamente le linee guida, quindi di carattere generale, che ispireranno la formazione di bilancio di previsione 2005 e triennale. Sul versante delle entrate dovremo necessariamente favorire il finanziamento di investimenti mediante la collaborazione pubblico-privato, cioè la possibilità che abbiamo e che abbiamo cercato di sfruttare in questi due anni la sfrutteremo ancora di più, per quanto ci è consentito, anche per il 2005, cioè sfruttando tutte le opportunità che piani particolareggiati di interesse privato, quando verranno presentati, quando andremo a firmare le convenzioni chiederemo di finanziare anche interventi pubblici connessi ai privati. Così come continueremo a ricercare sponsorizzazioni di privati per finanziare iniziative varie, in particolare lo abbiamo già fatto sulla cultura in questi due anni e continueremo così, inevitabilmente.
Quindi la scelta è di mantenere sul bilancio le spese relative ai servizi alla persona e di dirottare sulle sponsorizzazioni private i servizi culturali. E’ una scelta di campo che abbiamo già portato avanti in questi due anni e che rafforzeremo necessariamente in questo 2005, sperando di trovare dei partner, come fortunatamente abbiamo trovato in questi primi due anni. Poi verificheremo la possibilità di adeguare le tariffe dei servizi comunali. Tenete presente che così come costruita attualmente la Legge Finanziaria, tutte le nuove entrate, cioè gli incrementi di tariffe e nuove entrate, devono servire per nuovi investimenti. Quindi, per non ridurre a zero questi investimenti, dovremo alimentarli verificando le tariffe e valutando l’introduzione di sistemi di determinazione delle tariffe stesse riferite ai servizi alla persona mediante l’applicazione dell’ISEE, che è un meccanismo che dovrebbe garantire una più equa distribuzione del pagamento dei servizi da parte degli utenti, in relazione al loro reddito effettivo e non tanto a quello presunto. Infine, sul versante delle entrate, proseguire l’attività di recupero dell’evasione ed elusione dei tributi comunali. Sul versante della spesa qualcosa ho già detto, in particolare la priorità per i servizi alla persona, la razionalizzazione della spesa corrente e attivare quelle forme gestionali diverse dalle gestioni dirette per alcuni servizi, in modo tale da poter anche svincolare anche dal bilancio comunale la gestione di alcuni servizi, pur mantenendo, ovviamente, il controllo politico dell’Amministrazione. Qui stiamo valutando quali sono le forme più blande di autonomia che consentono comunque di realizzare questa gestione autonoma, pur mantenendo lo stretto controllo politico e finanziario dell’Amministrazione. Dovremo poi, per lavorare sulle entrate e sulla spesa come ho detto, razionalizzare la struttura organizzativa, rivedendo un po’ tutti i processi e razionalizzandoli, aumentando ulteriormente l’informatizzazione, ma anche quello risente molto da quanti investimenti potremo dedicarvi; lavorando molto anche sullo spostamento che progressivamente occorre fare all’interno del Comune, per trasformare i dipendenti sempre meno in gestori e sempre di più in controllori e verificatori di servizi. Questo diventa inevitabile con meccanismi di trasferimento delle risorse, così come si stanno delineando a livello centrale. Infine, dovremo continuare nel perfezionamento degli strumenti operativi di programmazione e controllo. Penso di aver rappresentato in maniera sintetica le linee guida del bilancio che da questo momento in poi, ovviamente facendo tesoro anche della discussione che emergerà, serviranno per costruire il bilancio che vogliamo portare all’approvazione di questo Consiglio comunale entro la fine dell’anno.
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