Diossina sorvegliata speciale. Dal 2007 sapremo con esattezza qual è la razione annuale di diossina emessa dall'inceneritore di Borgoforte nell'arco di un anno, fino ad oggi si effettuavano monitoraggi trimestrali di 8 ore l'uno, già più fitti di quelli semestrali imposti dalla legge.
Una misura di sicurezza, quella oggi introdotta, ancor più avanzata, che si spera non regali brutte sorprese ma solo conferme su un dato assodato, spiega Guido Ramonda, presidente di Tecnoborgo, gestore dell'impianto, vale a dire i valori ampiamente sotto i limiti consentiti.
E' arrivato in questi giorni il campionatore automatico di diossine (costo: 160 mila euro), una tecnologia francese - già in uso in alcuni importanti inceneritori, come quello di Asm Brescia - per prelevare campioni al camino, previa attivazione di filtri per una percezione mirata. Il campionatore entrerà in funzione a gennaio 2007 e potendo operare con accumulo di dati anche per trenta giorni consecutivi, saprà monitorare, mese per mese, l'andamento delle emissioni.
«E' una misura di autocontrollo non imposta, che abbiamo voluto per garantire la massima tranquillità - spiega Ramonda - del resto i rilievi di diossina sono sempre risultati sotto i limiti, in media cento volte sotto e talvolta persino sotto i limiti della rilevabilità. Con il nuovo campionatore conosceremo però il valore complessivo della diossina emessa dall'impianto in un anno, idem per il mercurio». In pratica, verrà montata sul camino del termovalorizzatore una sonda speciale in grado di assorbire dal flusso dei fumi solo le diossine, l'analisi - come già accade oggi - verrà poi eseguita da laboratori specialistici di Ravenna o inglesi.
Se questi inquinanti organici tossici per l'organismo ci spaventano, evocando le strazianti immagini di Seveso e dell'Icmesa, chi non ricorda i volti tempestati dalla cloracne?, e non a caso la convenzione di Stoccolma impone di minimizzarli o eliminarli dove possibile, va detto che per gli inceneritori di terza generazione sono ormai altri i veri nemici: le polveri e gli ossidi di azoto che vanno a costituire uno sgradito accumulo con il traffico e a innescare una vera e propria bomba-smog. Su questo punto è recentemente intervenuto il consigliere comunale Filiberto Putzu (Forza Italia) che rileva certe impennate di ossidi nelle medie semiorarie dell'inceneritore. Per queste medie alla mezz'ora però il limite non è quello canonico di 200 bensì di 400 mg al metro cubo, spiegano a Tecnoborgo, e quando ciò accade si immette bicarbonato o urea per abbattere i valori. «Né si è mai verificata una condizione che imponesse di fermare l'impianto per eccesso di emissioni» rassicura Ramonda.
Ma anche qui le novità non mancano. C'è una sola attrezzatura attualmente che misura in continuo - sotto il controllo Arpa - le sostanze inquinanti come ossidi di azoto, di zolfo, monossido di carbonio, fluoro, cloruri inorganici, ammoniaca e sostanze organiche volatili, da gennaio entrerà in funzione una seconda macchina (costata 222mila euro). In caso di rotture o di fermo per manutenzione dell'apparecchio storico, scatterà automaticamente il secondo, prosegue il presidente di Tecnoborgo. «Anche questo nuovo investimento rientra nella volontà di sicurezza sulle emissioni».
Il termovalorizzatore, in attesa di passare entro ottobre l'esame della nuova Aia (autorizzazione integrata ambientale) della Provincia, ha applicato le migliori tecnologie e pratiche gestionali interne e in più - si fa notare - misure di controllo che vanno oltre quanto richiesto.
Ma qual è il contributo del grande camino azzurro all'inquinamento cittadino, chiediamo a Ramonda? «Pensiamo non più dell'1 o 2 per cento» è la risposta. Ben più temibile è il traffico stradale e autostradale. Prova ne sia che su via Ceno Enìa rileva una ricaduta di inquinanti di 2-3 microgrammi quando la quota complessiva sfiora i 50. «E le nostre rilevazioni mostrano una concentrazione sull'asse est-ovest, o nord, mai sull'area sud della città, più popolata». Patrizia Soffientini, Libertà del 20 settembre 2006
|