Devolution, contro un italiano su tre
Il federalismo, o, più precisamente, il decentramento dei poteri verso le regioni, è divenuto uno degli elementi centrali su cui si giocano gli equilibri del governo e, come si è visto di recente, anche dell'opposizione. E' parso evidente che in entrambi gli schieramenti, alcuni settori tengono conto del fatto che l'opinione pubblica ha mostrato al riguardo mutamenti importanti, specie negli ultimi mesi. Essa rimane perlopiù favorevole alla devolution, anche per ciò che riguarda scuola, sanità e polizia locale, chiedendo tuttavia di mantenere, ad avviso della maggioranza relativa dei cittadini, «un ruolo di controllo e di coordinamento da parte dello Stato centrale».
Ma è significativa la crescita nel tempo dell'atteggiamento contrario a qualunque forma di decentramento territoriale di queste competenze. Nel 2002 poco più del 20 % era ostile alla devolution. A luglio 2004 era il 28 %. Negli ultimi due mesi questo orientamento è giunto a coinvolgere il 30 %. Insomma, pur essendoci tuttora una maggioranza favorevole al federalismo, la minoranza contraria si va diffondendo rapidamente. Specie - lo osserva anche Diamanti - tra chi risiede nel Sud e nel Centro, esteso all'Emilia-Romagna. In entrambe queste aree, più di un terzo della popolazione si oppone alla devolution. Sia per motivi di disagio sociale - è il caso del meridione - sia in relazione all'orientamento politico, nelle zone dove il centrosinistra è prevalente. Perché, se è vero che la disaffezione verso il federalismo si è estesa sia tra gli elettori dei partiti della maggioranza, sia tra quelli dell'opposizione, è tra questi ultimi che essa trova uno spazio assai maggiore, coinvolgendone quasi la metà (42%, nel gennaio 2002 era il 29%). Con, anche in questo caso, una forte differenza - quasi una frattura - tra i votanti per la Margherita, ove la contrarietà alla devolution si è accresciuta in misura notevole, e i Ds, assai più combattuti al loro interno.
Ma per valutare le posizioni assunte di recente dai diversi partiti è forse più importante ricordare che l'ostilità al decentramento dei poteri alle regioni ha coinvolto anche una quota significativa di quanti si dichiarano indecisi su cosa votare. Rammentando che essi rappresentano il segmento che l'uno o l'altro polo deve assolutamente conquistare per vincere le prossime elezioni. di RENATO MANNHEIMER
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