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Da Valle del Po a valle di lacrime
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Non ci sono gabbiani, né cormorani sull'argine del Po a Mortizza.
Si tengono ben lontani da quel fiume di veleni e, per dirla tutta, volano alto già da alcuni giorni, da venerdì, quando Catfishing aveva cominciato ad avvertire Arpa di alcune macchie anomale: solo una coincidenza o un'avvisaglia?
Altro che progetto Valle del Po (con i suoi 180 milioni perduti), qui è rimasta solo una valle di lacrime.
E c'è quell'odore che prende la gola: ci vogliono le mascherine per farsi strada nel fiume di gasolio a cui ieri era ridotto il Po, o - meglio - quello che del Grande Fiume era rimasto, una patina densa e oleosa che è andata a sbattere soprattutto sul versante piacentino, a due passi dal centro storico della città.
«Un Po così non si era mai visto» commentano all'unisono i pescatori. Dicono che il forte odore degli idrocarburi durerà alcuni giorni e lo stesso vale per la colorazione iridescente.
Sull'argine, vicino alla sua barca, c'è anche Davide Tedeschi, vicepresidente di Catfishing: «Vengono le lacrime agli occhi vedendo il fiume catramato. Ma non mi stupisco - incalza - perché noi riscontriamo da sempre un atteggiamento menefreghista nei confronti di un fiume considerato una fogna».
Non si sono ancora visti pesci morti.
Oggi comunque l'associazione comincerà alcuni sopralluoghi per verificare quanto l'onda nera abbia influito sulla salute della fauna ittica: «Le conseguenze devono ancora arrivare.
Chissà quanto tempo ci vorrà per ricostruire l'ecosistema.
Esigo che le autorità competenti prendano in pugno la situazione: chi ha dato questo colpo finale al nostro fiume deve pagare». Era possibile prevedere la marea di olio combustibile, un allarme nazionale con quasi 10 milioni di litri di gasolio finiti nel Lambro? Tedeschi pensa di sì: «Mi sembra strano che nessuno si sia mai accorto di niente. Venerdì ho interpellato i tecnici Arpa perché c'era un odore strano vicino al fiume, molto simile a quello delle ultime ore. Mi è stato detto che si trattava di inquinamento da idrocarburi».
Catfishing denuncia inoltre da anni l'indecenza del Lambro, un fiume "nero" che si unisce al Po: «Noi sappiamo che a Milano è piovuto - prosegue Tedeschi - nel momento in cui piovono ammassi di rifiuti e strane sostanze nel nostro fiume». Le anatre intanto sono in procinto di nidificare lungo le rive. Cosa succederà? E alcune specie precarie, come il luccio, sopporteranno quest'ultimo "colpo di grazia"?
Da qualche parte, questa pece si dovrà pur depositare.
«Già adesso alcune coste sono impregnate della sostanza» spiega Tedeschi, al termine del giro in barca, lanciando un ultimo appello: «Se le autorità competenti dovessero avere bisogno di braccia e imbarcazioni la nostra associazione è a disposizione".
Qualche pescatore sul Po lancia l'amo. Ma nessun pesce abbocca. E anche se fosse c'è da chiedersi chi avrebbe il coraggio di mangiarlo.
Elisa Malacalza
25/02/2010
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pubblicazione: 25/02/2010
aggiornamento: 03/09/2010
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