Lo ha detto Antonio Agogliati
Centro destra, anzi Forza Italia, il nodo della crisi legata alla sconfitta del candidato Dario Squeri sembra annidarsi qui.
Riandando al voto "politico " del primo turno in cui Forza Italia in dimensione maggiore, ma anche An, Udc e Lega, hanno ceduto consensi alla lista del candidato Piacenza Libera.
La sconfitta brucia e non piace. Affatto. Pochi esponenti politici presenti in piazza. Di Forza Italia ci sono Antonio Agogliati, Werner Argellati e Luigi Salice .
La Lega nord è assente e si affida a un comunicato a firma di Enrico Siboni e l'onorevole Tommaso Foti non è raggiungibile. Intanto da Bologna il senatore Bettamio sottolinea l'impegno profuso dalla Cdl. «L'impegno senza riserve del candidato Squeri e di tutta la squadra non ha potuto annullare lo svantaggio di un'occupazione (istituzioni, enti, stampa) senza scrupoli condotta dalla sinistra a Piacenza».
Il senatore Agogliati non è tenero «Non è più tempo in cui alle elezioni si vada alla ricerca di candidati esterni. Dovranno essere azzurri. A costo anche di correre da soli». Aggiunge. Una resa dei conti interna al partito è questo lo scenario che attende Forza Italia con i voti persi nel primo turno e con la debacle del candidato al ballottaggio? «Resa dei conti? Non c'è bisogno, l'hanno già fatta i cittadini con i loro voti».
«Errore nella scelta del candidato? «Mah col senno di poi - aggiunge Agogliati - son tutti professori la scelta è stata fatta da tutti».
«Non si può parlare di candidato sbagliato dice Luigi Salice. Forza Italia si è spesa con generosità e convinzione anche se forse non c'è stata sufficiente capacità di far squadra. Rigetta il concetto di resa dei conti «Non sono mai su questa lunghezza d'onda».
E Werner Argellati dice che Forza Italia deve avere più coraggio e suggerisce una strada «Mettere in campo i tanti preparati sindaci che amministrano bene. Arrivo a dire - precisa - che dobbiamo avere anche il coraggio di correre da soli».
A metà scrutinio già si andava delineando una città arancione il colore di Roberto Reggi che faceva breccia anche nelle sezioni tradizionalmente azzurre (il colore di Dario Squeri) il trend era chiaro fin dall'inizio. Quindi inutile aspettare ancora per esprimere valutazioni. E' Filiberto Putzu (Forza Italia) consigliere uscente riconfermato a rompere il ghiaccio. «Si apre ora una fase di riflessione critica - dice - dove con molta umiltà ci si deve rimboccare le maniche per affrontare l'ennesima sconfitta. E' molto probabile, ce lo dicono i dati, che Piacenza sia una città di centrosinistra. Invocare altre giustificazioni come quelle che ho sentito "gli elettori di centrodestra non vanno a votare" oppure attribuire al voto disgiunto la responsabilità di quanto accaduto, non è corretto». E la politicizzazione della campagna elettorale? «Le questioni politiche sono rimaste sullo sfondo - aggiunge - la differenza l'ha fatta un sindaco dinamico: i piacentini lo hanno apprezzato e votato. Lo definirei un Ubaldi di sinistra : è riuscito a intercettare molti interessi ma ha commesso molti errori tra cui la politica del centro». Un rimprovero a Squeri . «Avrebbe potuto scegliere una cabina di regia composta dai consiglieri uscenti, invece....».
«Squeri un buon candidato in una battaglia difficilissima con il merito di aver costretto Reggi al ballottaggio e forse un altro candidato avrebbe permesso al sindaco uscente di vincere al primo turno». E' il pensiero di Luigi Francesconi.
Ora stagione di conflitti nel centrodestra? «Come tutte le sconfitte si creerà molta conflittualità, inevitabile, ma la situazione va affrontata con animo sereno.
E' convinto e lo riafferma Sandro Ballerini: Reggi ha commesso molti errori come decidere la sede dell'Ausl a Piazzale Milano, motivo sufficiente perché le elezioni lo penalizzassero, invece ha vinto. Perché? Perché è l'unico sindaco che ha deciso». Ha improntato la sua attività di sindaco con una forte personalità e nel confronto con un candidato nuovo è stato vincente». Politicamente parlando Ballerini parla di necessità di rinnovamento della politica «anche a livello nazionale. e per tutti i partiti. Quanto a noi - dice - sarà fatto un congresso e si deciderà». a.le.
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