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D'Amo si è dimesso: «Il centrodestra sbaglia»

Gianni D'Amo ha presentato ufficialmente ieri alla conferenza dei capigruppo le dimissioni da presidente della commissione speciale per la trasformazione delle aree militari.

Un passaggio che lo stesso consigliere di PiacenzaComune aveva annunciato lunedì scorso in consiglio comunale e che potrebbe rappresentare il definitivo colpo di grazia a un organismo che negli ultimi mesi aveva visto il progressivo distacco da parte dei rappresentanti di Forza Italia.

Un atteggiamento di freddezza che si è sommato all'assenza di Alleanza nazionale e alla contrarietà espressa dalla Lega nord all'ordine del giorno sul lavoro e le prospettive future della commissione che l'ormai ex presidente ha presentato in aula lunedì scorso: troppo, secondo D'Amo, per un organismo nato come espressione delle minoranze, teorico elemento di garanzia su una delle partite decisive per il futuro di Piacenza.

"Caro presidente - recita la lettera di dimissioni consegnata al presidente del consiglio comunale Ernesto Carini e per conoscenza al sindaco Roberto Reggi, al vicesindaco Francesco Cacciatore e al vicepresidente della commissione Christian Fiazza - ti comunico formalmente le dimissioni da presidente della commissione speciale per le aree militari.
Prendo atto che Alleanza nazionale, Lega nord e Forza Italia non hanno sottoscritto l'invito alla commissione a proseguire e intensificare la propria attività almeno fino al termine del suo mandato, nel luglio 2009".
D'Amo ricorda poi come l'organismo nacque nella conferenza dei capigruppo in modo unanime e che solo in consiglio comunale An si chiamò fuori:
"Ma il sostanziale disimpegno dei principali gruppi dell'opposizione consiliare modifica radicalmente quel quadro di riferimento politico - prosegue - e valuto che non sia possibile proseguire proficuamente il lavoro della commissione, di per sè estremamente complesso e delicato, senza l'impegno attivo e convinto di tutte le forze presenti in consiglio comunale.
Mi chiedo che credibilità possa avere una commissione speciale, nata per volontà unanime con l'impegno politico della maggioranza a consentire alle minoranze di esprimere il presidente - aggiunge - nel momento in cui ne prendono le distanze a Piacenza quei partiti che ricoprono posizioni di massima responsabilità nel governo di Roma, dal presidente del Consiglio al ministro della Difesa".

Arriva poi un affondo verso i partiti che a suo avviso hanno "affossato" l'organismo:
"Mi permetto di considerare la scelta di Lega nord, An e Forza Italia non utile alla città, un errore politico: ma non posso che prenderne atto e trarne le conseguenze.
Mi pare che sia un documento di rilievo l'ordine del giorno approvato a larga maggioranza dal consiglio comunale, credo sia una scelta di serietà e responsabilità sottolineare quanto si è potuto fare e si è fatto, con il contributo di tutti i partecipanti, che ringrazio.
Credo sia altrettanto doveroso - prosegue D'Amo - mettere in guardia dal pericolo molto concreto di trascinare stancamente la commissione in mesi di polemiche sterili e dannose".

Quale futuro, quindi, avrà l'organismo?
"Deciderà il consiglio comunale - risponde l'ex presidente - ma penso che abbia senso solo con un forte impegno di quei partiti che invece si sono tirati indietro.
Io resto a disposizione, ma solo a fronte di impegni chiari e intenzioni serie.
Altrimenti si potrebbe eleggere un nuovo presidente, ma se la situazione resta quella attuale avrebbe più senso scioglierla o darle un carattere meramente tecnico.
Resterebbe comunque il documento che il consiglio ha fatto proprio".

Il consigliere di PiacenzaComune non nasconde il proprio dispiacere:
"Dimettermi mi costa, personalmente e politicamente, ma mi pare la cosa più giusta da fare nell'interesse della città e di una concezione non miope e non meschina della politica. Mi sono arrivati tanti attestati di solidarietà e sostegno, ma non quei segnali politici che avrebbero potuto farmi cambiare idea".
Michele Rancati
LIBERTA' 31/10/2008


pubblicazione: 31/10/2008

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