Inquinamento da polveri "sottili".
INQUINAMENTO DELL'ARIA
I piu' importanti inquinanti dell'aria possono essere considerati : - il biossido di zolfo (SO2) - il monossido di carbonio (CO) - il biossido d'azoto (NO2) - l'ozono (O3) - il materiale particolato (PM) - il benzene - gli idrocarburi - il piombo.
COS'E' IL PM10
Nell'aria troviamo il materiale particolato (PM) costituito da molteplici e differenti polveri sospese. Esse non sono visibili ad occhio nudo, si producono direttamente o per trasformazione, e derivano sia dai processi della natura che dall'attività dell'uomo. Nell'ambito del particolato totale sospeso (PTS) le particelle vengono divise in base alla loro dimensione : quest'ultima determina la loro penetrazione nell'albero respiratorio e la capacità di provocare effetti sulla salute. Il PM10 è il materiale particolato con un diametro aerodinamico medio inferiore a 10 micron (1 micron= 1 millesimo di millimetro) e rappresenta circa il 70% del particolato totale. Il PM2,5 è il particolato ultra-fine che grazie al suo diametro 4 volte piu' piccolo penetra profondamente nei polmoni fino alla regione alveolare dell'apparato respiratorio.
La legge italiana (D.M.25/11/1994) stabilisce come valore limite di qualità per il PM10 la media annuale di 40 microgr/m3. La Regione Emilia Romagna in data 15/05/2001 ha fissato per il PM10 il livello d'attenzione in 50 microgr/m3 e quello di allarme in 75 microgr/m3 . Sia lo stato di attenzione che quello di allarme scattano dopo 5 giorni consecutivi di superamento dei limiti.
I DANNI ALLA SALUTE
Ricerche condotte in Europa dall'OMS e negli Stati Uniti dall'Università di Baltimora hanno confermato che le polveri PM10 e PM2,5 sono responsabili di gran parte degli effetti nocivi sulla salute dell'inquinamento atmosferico.
Questi effetti sono proporzionali alla concentrazione secondo un modello "dose risposta senza soglia" : all'aumentare della concentrazione cioe', anche al di sotto dei livelli di attenzione e allarme, aumenta il numero di persone che lamentano disturbi di salute.
Tra gli effetti acuti che si manifestano in presenza di elevate concentrazioni delle polveri troviamo : - notevole incremento di bronchiti e infezioni respiratorie acute, - attacchi di crisi d'asma bronchiale specie nell'anziano e nel bambino, - aggravamento di sintomi respiratori e cardiaci (spesso con ricovero ospedaliero) in soggetti predisposti o già malati.
E' inoltre ormai accertato un nesso tra livelli di particolato atmosferico e mortalità giornaliera per cause respiratorie e cardiovascolari. In particolare eccessi di mortalità si verificano nei 2 giorni successivi a quello in cui si sono registrate alte concentrazioni di PM10 L'incremento dei decessi per cause cardiovascolari sarebbe provocato dall'effetto favorente la coagulazione del sangue (incremento di fibrinogeno e fattore VII).
Nel 1998 uno studio dell'OMS è stato effettuato nelle maggiori città italiane (Torino,Genova,Milano,Bologna, Firenze,Frosinone, Roma,Napoli,Palermo) interessando 8,5 milioni di abitanti sul totale dei 57 milioni di italiani. Questa ricerca ha evidenziato che il 4,7% dei decessi nella popolazione di età superiore ai 30 anni, è attribuibile ad una concentrazione di PM10 superiore a 30 microgrammi/m3. In altre parole, portando le polveri a livelli accettabili, si potrebbero prevenire in queste città 3.500 morti/anno. Lo studio ha assunto come valore di riferimento 30 microgrammi/m3, intermedio tra gli attuali obiettivi di qualità che lo fissano a 40 microgrammi/m3 e quello della futura normativa europea che prevede uno standard di 20 microgrammi/m3.
Un'altro studio recente denominato MISA effettuato nel periodo 1990-1999 in 8 città italiane (Torino,Milano,Verona,Bologna, Ravenna, Firenze, Roma,Palermo) ha coinvolto 7 milioni di abitanti. Questa ricerca ha evidenziato che la mortalità aumenta a distanza di 1-2 giorni dal picco inquinante, mentre i ricoveri aumentano fino a 3 giorni successivi. Inoltre, e questo è il dato piu' rilevante, ad ogni incremento di 10 microgrammi/m3 della concentrazione di PM10 corrisponde un aumento dei decessi e ricoveri ospedalieri oscillante tra l'1 ed il 5%.
L'OMS stima il PM10 responsabile di circa 500.000 decessi all'anno su base mondiale.
Secondo uno studio americano recentemente pubblicato sull'autorevole rivista medica Jama, ogni incremento di 10 microgrammi/m3 dei livelli di PM2,5 innalzerebbe la mortalità generale del 4%.
Recenti studi dell'ENEA effettuati per conto del Ministero dell'Ambiente evidenziano come il particolato ultra-fine PM 2,5 sia il veicolo di penetrazione degli idrocarburi policiclici aromatici altamente cancerogeni per l'apparato respiratorio.
I possibili effetti cronici dell'esposizione a PM10 non sono tuttavia ancora conosciuti
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