L'analisi di Carlo Merli
da LIBERTA' del 22/01/2003 :
Luigi Campiglio, pro-rettore dell'Università Cattolica del S.Cuore, parlando alla cerimonia di inaugurazione del MUMAT (master in marketing territoriale) a Piacenza, ci ha dato una spiegazione illuminante del concetto di "governance", che ritroviamo spesso abusato sulla stampa. Secondo Campiglio, fare "governance" significa: - interpretare e capire i meccanismi e gli equilibri sociali, economici e culturali sui quali si fonda la vita di un territorio; - identificare, attraverso il confronto delle istanze pubbliche e delle aspettative private, gli obiettivi di sviluppo del territorio; - progettare, in modo concertato e in una logica di sistema, le azioni necessarie per perseguire tali obiettivi; - coordinare, anche a livello operativo, queste azioni.
Gli strumenti di governance, quindi, sono per definizione derivati dalla cooperazione tra pubblico e privato: anche lasciando a parte il problema (cruciale) delle risorse finanziarie, è evidente che, da un lato, gli Enti Pubblici non possono imporre in modo dirigistico a un territorio il suo futuro, e, dall'altro lato, i soggetti privati non hanno costituzionalmente la vocazione a una logica di sistema.
Alla luce di queste considerazioni, io reputo il cosiddetto Piano Strategico (ex-Patto per Piacenza) un patrimonio di importanza fondamentale per Piacenza e il suo territorio: infatti, nel percorso sin qui attuato, si sono concretizzati (anche se in modo decisamente perfettibile) i primi tre dei significati della governance sopra elencati; il quarto, cioè il coordinamento e il monitoraggio delle azioni, è precisamente la sfida che il Piano Strategico ha di fronte nel medio-lungo periodo, più o meno nei prossimi cinque anni. Oltre a ciò, mi sento di portare una testimonianza personale, come relatore del gruppo di lavoro sulla logistica: la partecipazione (che, va ricordato, è stata assolutamente volontaristica e non retribuita) alle attività tecnico-progettuali del Patto è stata, per tutti, un'esperienza unica di confronto tra competenze, mentalità e culture diverse, e ha creato un tessuto di relazioni di straordinario valore. Di più, ho potuto riscontrare come il Patto sia divenuto un elemento di riferimento (di “benchmarking”) anche per altre importanti realtà territoriali, come la provincia di Alessandria e la provincia di Savona.
Come esempio concreto delle opportunità di governance, ma anche della complessità e dei problemi metodologici che si dovranno affrontare nel Piano strategico, vorrei delineare in modo estremamente schematico i punti salienti della distribuzione delle merci in area urbana (la cosiddetta “city logistics”): - il Comune di Piacenza ha il problema di ridurre il livello di inquinamento dell'aria in città, agendo anche sulla quantità e sulla qualità dei veicoli (privati, pubblici e commerciali) che circolano nel territorio urbano; - esistono altre esperienze (Siena, Genova, oppure La Rochelle in Francia) di progetti per la razionalizzazione della distribuzione delle merci al dettaglio in area urbana; - per avviare anche a Piacenza un progetto di questo tipo manca una base rigorosa di dati sui flussi effettivi di merci al dettaglio, e questa base dati potrà essere costruita solo con la collaborazione dei commercianti e dei loro fornitori di servizio (cioè i trasportatori/corrieri); - una volta costruita questa base di dati, dovrà essere fatta un'analisi economico-operativa sulle possibili soluzioni di razionalizzazione dei flussi (serve un magazzino centrale come punto di transito e interscambio delle merci, cioè un “transit point”? quanto costerebbe gestirlo? oppure potrebbe bastare una “convenzione” tra più corrieri? Che tipo di veicoli ecologici si possono usare?etc.): per questa analisi non si potrà prescindere da competenze di tipo imprenditoriale e di tipo “accademico”; - il Comune dovrà valutare i costi “politici” di alcune scelte normative necessarie (come ad esempio la restrizione delle fasce orarie d'accesso in città per i mezzi commerciali), e non potrà prescindere da un confronto effettivo con i cittadini e le categorie economiche coinvolte; - il Piano Strategico può fornire la “matrice di coordinamento” tra tutte queste attività di verifica, nonché lo strumento per “dragare” finanziamenti a sostegno degli studi e degli interventi necessari: questo strumento si chiama “Programma speciale d'Area per la Logistica”, ed è stato formalmente avviato con l'avallo della Regione Emilia-Romagna il 10 gennaio scorso.
Questo esempio evidenzia come uno specifico percorso di “governance” possa rendere più fattibile il raggiungimento di un obiettivo di cruciale importanza per tutti noi cittadini di Piacenza (cioè il miglioramento dell'aria che respiriamo tutti i giorni) e che ben difficilmente potrebbe essere perseguito dalla parte pubblica da sola. Carlo Merli, Piacenza Intermodale
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