Bilancio 2005 approvato all'unanimità.
Tutti numeri con il segno "+" nel bilancio 2005 della Fondazione di Piacenza e Vigevano, il primo esercizio che porta la firma - in gran parte per lo meno visto che si è insediato nel marzo dello scorso anno - del presidente Giacomo Marazzi.
Bilancio approvato all'unanimità ieri mattina dal consiglio generale dell'ente di via Sant'Eufemia, seduta a cui nel pomeriggio è seguita una conferenza stampa da parte del presidente affiancato da Massimo Sbordi, fresco di insediamento in Fondazione con la carica di direttore in sostituzione di Alessandro Lunati. Tra i principali obiettivi di Marazzi c'era la tutela del patrimonio netto, la sua difesa dal logoramento dell'inflazione e da erogazioni in passato un po' troppo allegre, combinato di fattori che dal '99 al 2004 aveva portato a un arretramento del valore reale di ben 30 milioni di euro.
Oggi il capitale è a quota 388 milioni di euro, con un incremento nel 2005 dell'1,6% rispetto al 2004. Si è vigilato sulle erogazioni cercando di rispettare il budget stabilito inizialmente che era di 7 milioni di euro (si è sforato di soli 24mila euro), ma soprattutto si è spinto - grazie ad «adeguate strategie di mercato che hanno consentito di realizzare plusvalenze per circa 10 milioni di euro» - sulla gestione finanziaria capace di un rendimento medio lordo del 6,46% (4,44% nel 2004 e di generare ricavi di 26,1 milioni di euro contro i 17,3 dell'esercizio prima (+50,2%).
Il fondo per le erogazioni. L'avanzo di gestione, l'utile netto in altre parole, è stato di 17,7 milioni di euro con un incremento del 37% rispetto all'anno precedente (fu di 12,9 milioni), il che, si annota in via Sant'Eufemia, «ha consentito di costituire, per la prima volta, il Fondo per le erogazioni destinato all'attività istituzionale del 2006». Fondi a pioggia? ebbene sì. La quota di capitale che se ne va in erogazioni è del 2,96%, (alla Cariplo, per avere un termine di paragone, è del 2,53%, ma le dotazioni patrimoniali sono assai distanti), nel 2005 ai "settori rilevanti" è toccato il 91% (arte e attività culturali 28%, istruzione e formazione 27%, ricerca scientifica e tecnologica 21%, assistenza agli anziani 10%, beneficenza e volontariato 5%), mentre il 9% ai "settori annessi" (famiglia 6%, altri 3%). All'insediamento Marazzi si era proposto di interrompere la tendenza alle elargizioni "a pioggia", obiettivo però più difficile del previsto da raggiungere, ha dovuto ammettere: un po' perché c'è una vischiosità di procedure e vincoli dura da cambiare, un po' perché «i bisogni sono tantissimi, al mese riceviamo 50-60 richieste, siamo arrivati a cassarne il 70% in consiglio, ma per staccare del tutto con la modalità "a pioggia" ce ne vorrà». Trasparenza via internet. Così ha osservato il presidente, rivendicando peraltro la «trasparenza massima» che è riuscito a introdurre «sia nelle erogazioni che nella gestione complessivamente». Un esempio? Il bilancio illustrato ieri alla stampa sarà accessibile a tutti entro un paio di giorni sul sito Internet della Fondazione di recente rinnovato e potenziato. Via S.Franca, c'è il progetto. Sulle proprietà immobiliari dell'ente si è concentrata buona parte dell'esposizione di Marazzi. Anzitutto comincia a stabilizzarsi il quadro su "Palazzo Fondazione", l'ex sede Enel di via Santa Franca, «sempre al centro di un grande dibattito». Sarà destinato a supporto dell'attività dell'adiacente Galleria d'arte moderna Ricci Oddi, diventerà un complesso unico. C'è pronto un progetto di massima, ha informato il presidente, che prevede la realizzazione degli opportuni collegamenti tra gli edifici con tanto di spazi per la miglior fruibilità da parte del pubblico. Sarà sottoposto agli altri soggetti interessati, e cioè il Comune e la stessa Ricci Oddi, alla ricerca delle opportune «condivisioni», prima dell'avvio dell'iter burocratico-amministrativo che richiede vari benestare compreso quello della Sovrintendenza. Mostre e donazioni. Grosso modo, comunque, i 2.400 metri quadrati di Palazzo Fondazione verrebbero ripartiti tra la galleria di via San Siro (valuterà «se ha opere sufficienti per riempire lo spazio oppure destinarlo a mostre itineranti»), la donazione Mazzolini di proprietà della Diocesi (non tutta, però, solo «un centinaio di opere selezionate»), una mostra fotografica permanente sulla storia della città, poi locali per archivi della Ricci Oddi e, in aree indipendenti, la biblioteca del conservatorio Nicolini. Sede destinata alla vendita. Un'operazione importante è stata, sul finire del 2005, l'acquisizione di Palazzo Pisaroni, l'ex sede della Cassa di Risparmio che sta di fronte all'attuale dimora della Fondazione e che diventerà la nuova «prestigiosa» casa dell'ente. Richiede pochi ritocchi alle strutture, la Sovrintendenza ha dato il via libera l'altro ieri, entro la fine dell'anno il trasloco potrebbe essere realizzato. E per l'attuale sede è prevista la collocazione sul mercato («Abbiamo in conto di venderla, e molto bene anche, perché abbiamo bisogno di quattrini»), salvo il glorioso auditorium delle conferenze che resterà alla Fondazione con le attuali funzioni.
Gustavo Roccella, Libertà del 29 aprile 2006
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