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2023
San Lino, papa



Convertitevi e credete al Vangelo

di mons.Gianni Ambrosio, Vescovo di Piacenza

Cari amici, forse questa mia breve riflessione per “Comunicare” è l’ultima.
Per il prossimo numero la riflessione potrebbe già essere firmata dal nuovo Assistente ecclesiastico generale.

Desidero allora rivolgere a voi le parole con cui Gesù inizia il suo ministero: «Convertitevi e credete al Vangelo».

L’invito di Gesù risuona nel giorno delle Ceneri, all’inizio del cammino quaresimale.

La quaresima è un itinerario, un tempo di grazia che ci conduce – passo dopo passo – al mistero della Pasqua di Gesù.
Un mistero nel quale già viviamo grazie al Battesimo e che possiamo penetrare ancora di più attraverso la nostra quotidiana conversione.

Dall’incontro con questo mistero, dalla comunione con l’amore di Dio, nasce per noi la vita autentica: veniamo da Lui e a Lui torneremo, siamo pellegrini su questa terra ma abbiamo una meta certa, un approdo finale di grazia e di luce.

Le ceneri che ci vengono imposte sul capo ci ricordano la nostra fragilità e il nostro peccato.
Non per indurci alla tristezza ed allo scoraggiamento, ma per richiamarci alla fiducia nella misericordia di Dio e alla necessità di una continua conversione.

La riconciliazione e la penitenza devono sempre caratterizzare il cammino della Chiesa, soprattutto nel tempo quaresimale, in quanto il popolo di Dio ha bisogno di un cammino di riconciliazione, di una ‘ scuola di pentimento ’ per poter approfondire la fede e cambiare la vita.

Si tratta di un cammino comunitario, da vivere insieme e non in forma individualistica.

La Chiesa antica – e l’insegnamento è di grande attualità – aveva a cuore la pax cum Deo e la pax cum ecclesia, la riconciliazione con Dio e con la Chiesa, considerate come un’unica realtà non separabile.
In tal modo il popolo di Dio, coinvolto nell’itinerario di penitenza, di preghiera, di digiuno, di opere di carità, potrà celebrare nella gioia la Pasqua del Signore Gesù.

La Quaresima può dunque diventare l’occasione per accostarsi al sacramento della Riconciliazione con fiducia e senza superficialità.

Spesso tendiamo a considerare la confessione come un fatto privato, che si consuma esclusivamente nel colloquio con il sacerdote; finiamo anche per ritenerla una sorta di pedaggio da pagare per poter ricevere il Corpo di Cristo.
La tradizione biblica e patristica sottolinea invece il profondo legame che sussiste tra la confessione dei peccati (confessio peccatorum), la professione della fede (confessio fidei) e la lode a Dio (confessio laudis).
Nel Vangelo viene dato ampio risalto alla festa per il peccatore che torna al Padre.
La confessione dei peccati diviene l’occasione per riconoscere la potenza salvifica di Dio e per lodare la sua opera a nostro favore.

In questa prospettiva acquistano significato la penitenza, la sobrietà e il digiuno come scelte concrete per manifestare il nostro desiderio di conversione, liberandoci da tutto ciò che in qualche modo rappresenta un ostacolo all’ascolto di Dio e della sua Parola.
Passo dopo passo, con scelte piccole ma concrete e costanti nel tempo, possiamo dare spazio alla potenza salvifica di Dio, così che attraversi la nostra vita quotidiana e ci introduca alla piena conoscenza del suo mistero.

Lasciamoci guidare dall’esempio di Gesù, che vive nella preghiera e nel digiuno i quaranta giorni di deserto, vigilando e lottando contro la tentazione, vincendo ogni forma di scoraggiamento e di paura, nella certezza che lo Spirito di Dio sostiene ogni giorno il cammino di ciascuno di noi.

Se questo è, come ritengo, il mio ultimo intervento su “Comunicare”, colgo l’occasione per salutare tutti con grande affetto, dai redattori ai lettori.

Gianni Ambrosio
01/01/2008


pubblicazione: 20/01/2008
aggiornamento: 24/10/2008

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