Proposta anche una Società di scopo per Expo 2015
A poco più di seicento giorni dall'apertura della fiera mondiale Expo 2015 che dovrebbe attirare in sei mesi circa venti milioni di visitatori, spunta una proposta. Il presidente della Provincia, Massimo Trespidi, ha infatti annunciato durante il consiglio provinciale di ieri, di voler lavorare a una società di scopo, sul modello di quanto già fatto da Brescia. L'appello è quindi rivolto ad associazioni di categoria, agricoltori, mondo dell'imprenditoria piacentina a fare parte di questa società che dovrà traghettare il territorio alla fiera mondiale.
L'assemblea di ieri convocata per la discussione sul bilancio, si è focalizzata in particolare sulle dismissioni delle quote della Provincia in varie società. Col sì della maggioranza, dopo una lunga discussione è venuto il via libera alla vendita delle quote in Centro Padane, Seta e Piacenza Expo (che per alcuni avrebbe dovuto essere cabina naturale di regia per la partecipazione di Piacenza a Expo 2015), per un totale stimato di quasi 9 milioni di euro che potrebbero derivare dall'operazione. Voto contrario della minoranza che aveva chiesto una sessione aggiuntiva di consiglio per approfondire i provvedimenti: Bergonzi del Pd ha chiesto in particolare che sia attivato il fondo che la Provincia aveva promesso alla fine dell'anno per sostenere le situazioni di crisi del territorio. Alla proposta ha fatto eco anche Giampaolo Speroni del gruppo misto di minoranza.
Per quanto riguarda l'alienazione delle quote di Centro Padane, nel caso in cui la procedura vada in porto (le due aste indette dal Comune di Brescia - ha ricordato Bergonzi - sono andate entrambe deserte), dovrebbe fruttare circa 7 milioni e mezzo di euro; la vendita di tutte le quote di Piacenza Expo e Seta, invece, sono rimandate al 2014, per un totale di un milione e 300mila euro.
«Ma in Centro Padane lavorano più di quaranta piacentini, è una società strategica - ha detto Gianluigi Boiardi di Nuovo Ulivo -. Vendere quelle quote è impensabile». «Si stanno dismettendo parti di patrimonio pubblico, non credo che questo patto stabilità pur con i suoi vincoli - ha incalzato il consigliere Idv Luigi Gazzola - possa andare realmente contro lo svolgere ordinario delle funzioni della Provincia».
Il bilancio 2013. Dopo sei ore di dibattito, la Provincia ha approvato il suo ultimo bilancio, lo stesso documento che per i tagli continui aveva causato le dimissioni dell'ex assessore Paolo Passoni. «Ci sono impegni e prospettive, è un documento dignitoso», ha detto Giovanni Cattanei del Pdl, scatenando le critiche al bilancio della minoranza, che ha sottolineando come ci si trovi di fronte a un documento sostanzialmente vuoto, in un quadro nazionale che consente all'ente di navigare esclusivamente a vista, mese per mese, senza sapere cosa ne sarà della struttura e dei suoi 300 dipendenti. La Provincia sarà abolita? Sarà accorpata in un'area vasta? Sarà sostituita da un'assemblea di sindaci? Queste le domande risuonate durante l'assemblea. «La domanda è: cosa ci stiamo a fare ancora noi qui? - ha detto Marco Bergonzi del Pd - Se siamo solo un costo andiamo a casa». Secondo Pier Luigi Caminati del Pd, ad esempio, mancano all'appello nel bilancio sia la partecipazione economica della Provincia alle sezioni di scuole dell'infanzia non coperte da personale statale, sia il fondo garantito dalla Provincia negli ultimi due anni (circa 150mila euro nel 2011 e nel 2012) a sostegno degli abbonamenti dei bus studenti, per evitare che gravassero sulle famiglie i rincari fissati dalla Regione due anni fa (in alcune zone, quelle più lontane dalla città, stimati anche fino al 35%). Provvedimento, quest'ultimo, per il quale Giampaolo Maloberti della Lega Nord ha chiesto l'intervento della Fondazione di Piacenza e Vigevano e presentato un ordine del giorno. Elisa Malacalza Libertà 29/06/2013
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