Sulla conoscenza di Piacenza non è propriamente ferrata, e alla domanda "Lei conosce Piacenza? " resta in stand by. Ma almeno le si può dare atto di onestà. Sembrano lontani i tempi in cui il ministro al turismo Michela Vittoria Brambilla "inciampò" sul caso del canile di Lecco.
Adesso, in occasione della chiusura della Bit, la rossa imprenditrice, presidente fondatrice della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e tra i promotori del Manifesto per la coscienza degli animali, è nello stand del Made in Italy, targato dal Ministero. A fianco tanti cani dal barboncino a quelli formato maxi.
L'occasione è quella della premiazione dei sindaci dei Comuni italiani "animal friendly", amici degli animali, per favorire l' accoglienza dei turisti a quattro zampe. Piacenza manca all'appello tra gli amministratori premiati, da quello di Cagliari a quella di Milano: «E questo a fronte di un piano che il Comune tiene nel cassetto da anni» ha sottolineato il consigliere comunale Marco Civardi del Pdl, presente alla Bit. «Assicurare un turismo legato anche agli animali garantisce un certo appeal nei confronti di un territorio - ha rimarcato inoltre il ministro - questo si concretizza in aumenti di risorse. Ma dobbiamo fare i conti con una certa mentalità, è per questo che alcune realtà ancora non sono "animal friendly". L'Italia in generale ha schemi arretrati nei confronti degli animali. Eppure dovrà adeguarsi al sentimento crescente dei suoi abitanti. Un terzo delle famiglie italiane, e quindi anche piacentine, ha un cane o un gatto, non ascoltarle non avrebbe senso».
Si parlerebbe di dotare città e provincia di un garante per gli animali, ad esempio, di un parco su cui le persone ricoverate in ospedale possano contare per lasciare il cucciolo in attesa della propria guarigione, di aree ristoro per animali, vicini ai ristoranti dove si trovano i padroni, di alberghi attrezzati per ricevere l'utenza pelosa o piumata. Le aree verdi per lo sgambamento di cani, si legge nel sito del Comune di Piacenza, con un elenco aggiornato a luglio, sono tredici. Cosa manca? «Quelle aree non sono aree di sgambamento come dovrebbero essere intese - conclude Civardi - Molte non sono recintate, come il caso dell'area sotto al facsal. Quella del parco della Galleana, invece, è troppo piccola. Augurerei una tempestiva realizzazione di un'area sgambamento
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