I compensi a chi fa politica. Uno di quegli argomenti che fanno discutere, non importa che si tratti di poche lire o di pingui assegni. Regola confermata anche stavolta. In Comune si sta ragionando di stipendi fissi ai consiglieri, in alternativa al sistema dei gettoni di presenza. Una novità prevista dallo statuto comunale in recepimento di recenti norme nazionali, ma ancora in attesa, per entrare in vigore, del necessario adeguamento regolamentare. Prima ancora che sia stata stabilita la cifra, l'indennità mensile ha visto scagliarsi contro Tommaso Foti, parlamentare e consigliere comunale di An. «Una presa in giro nei confronti dei cittadini», l'ha definita , invitando l'opposizione a riflettere «attentamente prima di abbracciare l'ipotesi di stipendio». Appello che, però, non pare scaldare troppo i cuori nella Casa delle Libertà. Numerose le prese di distanza da Foti, non solo sulla questione indennità, ma anche sulla sua dissociazione "postuma" dall'aumento dei gettoni di presenza deciso all'unanimità dal consiglio comunale lo scorso dicembre, all'interno dell'approvazione del bilancio di previsione 2003. L'onorevole di An, assente al momento della votazione "incriminata", informa oggi del «forte sbigottimento e dell'«indignazione» con cui ha appreso dell'aumento da 78 a 100 euro del gettone, ossia del compenso per ogni seduta di consiglio (mentre si è passati da 77 a 80 euro per le sedute delle commissioni). E dice di augurarsi una riconsiderazione di quella decisione per tornare ai livelli precedenti. Posizioni che hanno sollevato contrarietà nello stesso partito di Foti. Andrea Paparo (An) parla di «facili demagogie»: «Trovo curioso - considera - che chi fa la predica per un aumento di 20 euro di gettone percepito per attività politica sia chi, a sua volta, percepisce 9-10mila euro al mese di stipendio». E il riferimento alla busta-paga dei parlamentari lo fa anche Filiberto Putzu (Piacenza Nostra): guarda caso, considera, «chi si è schierato contro l'aumento del gettone è stata gente con certi redditi, come Giacomo Vaciago, benestante di famiglia e docente universitario, o come Foti che sentenzia dall'alto dei suoi 10mila euro di stipendio». «Chi lavora deve essere pagato», secondo Putzu: «E' vero che fare politica non è obbligatorio, ma i missionari vanno in Africa, non in Comune. All'attività amministrativa dedico almeno tre ore al giorno ed è tutto tempo sottratto al lavoro e alla famiglia». Corretta, dice Putzu, l'attuale entità dei gettoni. «Favorevolissimo», si dice inoltre, «e senza ipocrisie», all'indennità fissa «con adeguati sistemi di controllo delle presenze». Anche Carlo Mazza (gruppo misto) dice di non condividere «assolutamente l'atteggiamento di Foti. L'aumento del gettone l'ho votato e non c'è nulla di scandaloso visto che in consiglio ci passo mediamente 5-6 ore a seduta». Quanto all'indennità mensile, «va introdotta perché lo prevede lo statuto approvato anche da Foti durante lo scorso mandato», fa notare Mazza. E, comunque, ricorda, l'esborso totale degli stipendi non dovrà superare quello sostenuto dal Comune per i gettoni. Critiche anche dalla maggioranza alle parole di Foti, che secondo Alberto Squeri (Margherita) «dovrebbe prendersela con sé stesso visto che l'indennità fissa ai consiglieri la prevede lo statuto che lui ha votato, inutile scandalizzarsi oggi». L'importante, aggiunge, è che «la si regolamenti in modo da non disicentivare le presenze alle sedute».
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