Colpo di acceleratore all'iter per creare un super centralino del 118 a Parma, che copra i territori delle tre province settentrionali dell'Emilia.
Per il trasloco di Reggio Emilia è stata fissata una data: il prossimo 8 ottobre.
«Sarà possibile una brevissima dilazione - precisa la dottoressa Anna Maria Ferrari, direttore di Pronto soccorso e Medicina d'urgenza reggiani - ma al massimo la metà di ottobre il trasferimento ci sarà». Se una data precisa per Piacenza non c'è ancora, appare probabile che la centrale di via Anguissola farà le valigie entro l'anno. Si parla di dicembre. In anticipo, dunque, rispetto all'iniziale ipotesi del 2015, prospettata nel febbraio scorso dal direttore generale dell'Ausl di Piacenza, Andrea Bianchi, in occasione della conferenza socio-sanitaria.
Che la Regione Emilia-Romagna avesse in mente di chiudere entro il 2014 la partita del 118 nell'ambito dell'Aven (Area Vasta Emilia Nord), era emerso già ad aprile dalle parole dell'assessore regionale Carlo Lusenti in risposta a un'interpellanza del consigliere regionale Andrea Pollastri (Fi-Pdl). L'accorpamento dei centralini del 118 procede, del resto, spedita anche altrove. Dopo il trasferimento nel gennaio scorso della centrale di Ferrara a Bologna, due giorni fa anche il centralino di Modena è finito sotto le Due Torri. L'esito finale sarà avere tre centrali in tutta la regione: Ravenna per la Romagna, Bologna per la parte centrale e Parma per la fetta settentrionale della regione.
Il destino del personale Se l'Aven entra in una fase operativa, che vedrà Reggio Emilia apripista nella centralizzazione del servizio di emergenza, per Piacenza, al di là dell'incertezza sulla data, i punti interrogativi riguardano almeno due fronti. Il primo riguarda il destino del personale. In merito, venerdì 30 maggio potrebbe arrivare qualche novità: quel giorno a Reggio il Coordinamento dell'Aven ha convocato i sindacati delle tre province coinvolte nell'accorpamento del 118. È probabile che si parlerà della riorganizzazione del servizio e del periodo di trasferta a Parma richiesto al personale. Un tema che toccherà una parte dei 18 infermieri della centrale di Piacenza per affiancare e formare i colleghi nella città ducale. «All'inizio si parlava di un periodo di 10-15 mesi - spiega Claudia Civetta (Fp-Cisl) - ma ora sembra che si vogliano accorciare i tempi e non si andrà oltre i dieci. I lavoratori in trasferta dovrebbero essere tra i 7 e i dieci. Naturalmente dovremo discutere con l'azienda sanitaria di Piacenza una formula che garantisca i lavoratori». Stefania Bollati, segretario generale Fp-Cgil, sottolinea il fatto che sul progetto generale di accorpamento «la politica piacentina ha dato l'ok». Il ruolo del sindacato sarà quello di «tutelare i lavoratori e battersi affinché ci siano riconoscimenti economici a chi andrà a Parma». Si guarderà, probabilmente, alle soluzioni adottate altrove. Per esempio, a Ferrara dei circa 30 operatori del 118, dodici hanno accettato il trasferimento a Bologna per un periodo di 18 mesi. L'accordo prevede il pagamento al personale in trasferta di un'indennità annuale di 1.200 euro oltre le spese di viaggio.
Nomine di coordinamento E veniamo alla seconda questione in sospeso. Piacenza, con il suo comitato in difesa del 118, ha lottato per più di un anno nel tentativo di scongiurare la chiusura della centrale piacentina. Al termine del lungo braccio di ferro, nel febbraio scorso venne salutata come una vittoria della città l'accordo siglato con Bologna, nel quale, pur accettando il trasferimento a Parma, veniva garantita la salvaguardia delle peculiarità piacentine (soprattutto il "codice blu" per l'uso dei defibrillatori) e il ruolo del volontariato (Croce Rossa e Anpas) nel sistema di emergenza-urgenza. Centrale in quell'accordo fu la garanzia che, nell'ambito dell'Aven, a Piacenza sarebbe andato il coordinamento tecnico-operativo. Visto che ormai il trasferimento di Reggio è deciso, anche a Piacenza sarebbe ora di passare dalle parole ai fatti e capire chi siederà alla plancia di comando del coordinamento. «Credo che l'azienda sanitaria di Piacenza abbia già identificato le figure di coordinamento, ma manca un atto ufficiale, una nomina effettiva», osserva Stefania Bollati. «Vigileremo affinché gli impegni vengano rispettati», incalza Claudia Civetta. Rispetto alle questioni del 118, si dice fiducioso Gianmaria Pighi (Uil-Fpl): «Mi sembra che i politici piacentini e il comitato di cittadini abbiano trovato un buon compromesso. Credo che le indennità per i lavoratori in trasferta a Parma ci saranno. Semmai le ragioni di preoccupazione sono per il ruolo generale di Piacenza all'interno dell'Aven: il 118 va a Parma, il magazzino a Reggio, mi chiedo se a Piacenza verrà mai dato un ruolo di capofila in qualche settore. O siamo destinati a rimanere sempre la periferia dell'impero? ». Paolo Marino Libertà del 23/05/2014
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