Condivide l'amarezza di Roberto Reggi per essere stato escluso anche dal listino blindato del Pd, tuttavia invita a «giudicare le mosse della politica con molto realismo e distacco perché è un terreno difficile da decifrare». Il primo cittadino Paolo Dosi, come un buon diplomatico, è sempre pronto a stemperare le tensioni, anche quest'ultima riguardante l'ex sindaco di Piacenza e diventata un "affaire" nazionale. A sostegno di Reggi si sono espressi diversi politici, naturalmente di anima renziana. Dosi spiega che bisogna tenere distinte le valutazioni amministrative da quelle politiche: «A parte l'amicizia personale che ci lega, è occasione persa più che per lui per la nostra città, della quale è stato sindaco per dieci anni, e non un sindaco qualsiasi - rimarca delineando l'impegno profuso e le cose fatte -. E' riuscito a far crescere la città, Roberto era partito con l'immagine di un giovane che rischiava la sconfitta affrontando con coraggio e determinazione la prima campagna elettorale, sembrava un nome pescato per salvare la faccia ad altri, alla fine ha vinto, come ha vinto i successivi appuntamenti elettorali, non solo per sé stesso ma anche per il Pd, anzi credo che sia stato una forza trainante per il partito».
Dosi dipinge il suo predecessore come una figura simbolo «del cambiamento della città e della crescita del partito, al quale ha dato passione, entusiasmo; ha sicuramente contribuito ad avvicinare la politica alla gente, devo anche dire che è stato apprezzato da coloro che magari non ci hanno votato». Un Dosi riconoscente, per sé e per il partito, e consapevole dei limiti della politica: «Mi rendo conto che in politica le dinamiche son diverse, a fronte di quanto può accadere ed in questo caso, suggerirei di non drammatizzare e di affrontare questi momenti con un certo distacco». Il sindaco Dosi è dispiaciuto di non doversi rapportare con Reggi parlamentare: «la sua presenza in parlamento sarebbe stata un valore aggiunto, ripeto, sono molto dispiaciuto della sua esclusione per quanto la città avrebbe potuto ricevere da una persona che ha dimostrato di mettere il massimo dell'impegno e della passione».
Più "battagliera" Katia Tarasconi, l'assessore comunale di Piacenza esprime con decisione la sua delusione e la sua amarezza, non mitiga la sortita della direzione nazionale del partito e punta il dito sulla mancanza di democrazia. «Ricordiamoci che è stato l'unico sindaco ad essere rieletto, ha dimostrato grandi capacità, esperienza notevole, anche se qualche volta è stato un po' troppo grintoso durante le primarie, ma è una persona di valore». L'amministratore comunale prevede che «il Pd perderà elettori, quelli che si riconoscono in una certa aerea, da renziana non mi piace questa evoluzione - e ricorda -: abbiamo preso il 40 per cento dei consensi, non facciamo corrente, ci danno 17 posti nel listino blindato e su 17, oltretutto, si va a decidere chi no e chi si? Non mi sembra una decisione molto democratica». E' agguerrita nell'attacco alla direzione del Pd per la scelta di escludere Reggi dalle elezioni politiche. «Alessandra Moretti, che come Reggi per Renzi ha avuto lo stesso ruolo nelle primarie per Bersani, è entrata nel listino ma Reggi no, che differenza c'è tra i due? ». Sferra l'affondo a quello che definisce «il triangolo Bersani, Migliavacca Errani», rei di aver gestito «una cosa non bella». E' un'operazione, secondo Tarasconi, «che fa male al partito e alle elezioni, è un messaggio politico all'area che ha sostenuto Matteo Renzi». Come Reggi parla di «resa dei conti, hai voluto sfidare il sistema e noi ti buttiamo fuori». Alla domanda se pensa di uscire dal Pd si mostra lealista: «D'istinto mi viene di restituire la tessera, proviamo ad andare avanti». Maria Vittoria Gazzola Libertà 10/01/2013
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