Palazzo uffici, dietrofront di Reggi
Qualche avvisaglia si era avuta negli ultimi tempi, ma ugualmente la notizia ha del clamoroso: tutto da rifare per il nuovo palazzo degli uffici comunali, il sindaco Roberto Reggi si è convinto che l'opera più ambiziosa del suo mandato non sia da realizzare nell'area ex Unicem, ma altrove. Il motivo? Troppo costosa, si rischia di far sballare i conti comunali. Un monito che, appunto, era riecheggiato di recente per bocca sia dello stesso Reggi sia di Carlo Berra, capogruppo Ds, che avevano lanciato l'allarme costi alla luce della mannaia governativa sulle risorse degli enti locali.
E tuttavia il cambio di rotta è sorprendente. Primo progetto a fare, dunque, le spese del giro di vite finanziario quel palazzo degli uffici pensato sin qui nell'ex cementificio Unicem, la grande area tra le vie Conciliazione, Farnesiana e Beati dove la maggioranza di centrosinistra già da più di un anno aveva concordato - non prima di un vivace dibattito - di realizzare la sede unificata di tutti, o quasi, gli apparati del Comune. Tanto che a fine primavera del 2003 si era attivata la complessa procedura di gara per la selezione del cosiddetto “soggetto promotore”, l'impresa che sarebbe poi stata in posizione di favore nell'appalto da aprire successivamente con un bando europeo. Ma all'individuazione del “soggetto promotore” non si è mai arrivati, nonostante le due offerte pervenute in Comune, una presentata dalla cordata capeggiata dalla reggiana Orion (in sostanza lo stesso gruppo di aziende che si era già aggiudicato l'intervento di riqualificazione di tutto il resto dell'area ex Unicem), l'altra dal pool di operatori guidato dalla Bonatti di Parma. E anche nonostante la commissione esaminatrice subito attivata avesse già giudicato migliore il progetto Orion rispetto a quello Bonatti. La giunta, insomma, ha tenuto sin qui coperte le carte anche perché, pur se seriamente orientata verso la proposta Orion, ha dovuto nel frattempo fare i conti con le minacce di ricorso legale arrivate dalla Bonatti che, facendosi forte del minore importo economico della sua offerta, ha diffidato il Comune dallo scegliere gli avversari. Non solo, da sciogliere anche il nodo delle valutazioni attribuite alle cinque attuali sedi comunali - gli edifici di viale Beverora, Facsal, via Taverna, via Verdi e viale Martiri della Resistenza - destinati a entrare nell'operazione come contropartita immobiliare per chi realizzerà il palazzo degli uffici. Sul loro valore Orion ha un'idea, circa 10 milioni di euro, su cui il Comune concorda, ma non l'Ufficio del territorio (l'ex Ute) cui palazzo Mercanti aveva chiesto una perizia. In giunta sono perciò stati anche impegnati a escogitare un percorso che tutelasse da possibili contestazioni giudiziarie sulla valutazione finale degli immobili, ripensando la soluzione originaria della permuta per adottare quella della collocazione sul mercato con asta pubblica. Tatticismi su cui adesso si può, almeno in parte, tirare una riga. Il sindaco è pronto ad azzerare la procedura avviata sin qui, convinto, spiega, di poterselo permettere: «Certo l'iter era già avanzato, ma le offerte pervenuteci non erano vincolanti». «Effettivamente», aggiunge, «la soluzione Orion è bella (l'altra era stata giudicata progettualmente scadente), però molto costosa e alla luce del mutato quadro di finanza pubblica generale, grazie a un governo che non sa come recuperare soldi se non tagliandoli continuamente e pesantemente agli enti locali, ho maturato l'orientamento di lasciar perdere il palazzo degli uffici nell'ex Unicem perché ora non ce lo possiamo più permettere». Farlo dove, allora? Reggi non si è sbottonato, (anche perché «devo ancora parlarne formalmente in giunta, e poi alla maggioranza e in consiglio comunale») limitandosi ad accennare che sul suo tavolo «ci sono due o tre soluzioni alternative» che riguardano tanto aree libere dove costruire ex novo quanto immobili esistenti da ristrutturare e adattare allo scopo. L'obiettivo resta quello di «un'opera di qualità», conferma il sindaco, ma quel piano finanziario per l'ex Unicem così come risultante dal combinato delle previsioni originarie dell'amministrazione e della proposta messa in campo da Orion non viene più giudicato sostenibile.
Le cifre parlavano di 24,5 milioni di euro per la costruzione del palazzo cui aggiungere, con la formula del project financing, il costo del servizio di manutenzione (global service) affidato per un periodo di 38 anni agli aggiudicatari dell'appalto. Morale, una contropartita totale attorno ai 35 milioni di euro. E Reggi chiosa: «Il rischio era di impegnare troppo pesantemente il bilancio dell'ente (parte corrente), per un periodo lungo poi, 38 anni, e in una fase così critica per le finanze pubbliche». Gustavo Roccella
Un'opera da 35 milioni in 38 anni Ecco come il Comune avrebbe dovuto pagare l'opera del costo di 24,5 milioni di euro. Circa 10 milioni di euro grazie alla contropartita immobiliare, ossia le cinque sedi attuali da dismettere. Quanto al resto, sarebbe scattata il project financing, con l'affidamento ai realizzatori dell'opera anche della manutenzione del fabbricato dietro versamento di un canone annuale. Orion l'ha proposto per 38 anni quantificandolo in 650mila euro all'anno, il totale di periodo fa 25 milioni di euro e dentro ci sta sia la parte di soldi mancante alla realizzazione del palazzo (14 milioni) sia il global service. Alla fine dei 38 anni la contropartita totale sarebbe stata sui 35 milioni di euro.
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