Dubbi di costituzionalità su tre punti.
- Sono rimbalzati fino al Quirinale i dubbi espressi da diversi costituzionalisti sulla riforma elettorale messa in cantiere dal governo. E sono parsi tanto fondati che il segretario generale della presidenza, Gaetano Gifuni, ha preso contatto con il suo interlocutore di Palazzo Chigi, Gianni Letta, per segnalargli quelli che anche agli uffici tecnici del Colle paiono punti critici.
Gli snodi della legge potenzialmente «viziati» sono tre: 1) la soglia di sbarramento al 2 o 4 per cento, che metterebbe fuori gioco Union Valdotaine e Sudtiroler Volkspartei, azzerando la rappresentanza di due Regioni, in spregio al diritto sancito dalla Carta di tutelare le minoranze linguistiche; 2) l'indicazione del nome del candidato premier sulla scheda di voto che, se accettabile con riserva nel sistema maggioritario, non lo è nel proporzionale, in quanto esproprierebbe il capo dello Stato della prerogativa di conferire lui l'incarico; 3) i criteri di assegnazione del premio di maggioranza al Senato, con il problema di come applicare le soglie di sbarramento.
Questi gli aspetti sotto speciale osservazione. Potrebbero essere sgombrati e resi costituzionalmente accettabili, come suggerisce il Quirinale, visto che i termini per emendare la legge scadono lunedì. Se non lo fossero, il governo corre il pericolo di vedersi negata la firma di ratifica di Ciampi e non avrebbe più tempo per correggere la riforma prima del voto.
(dal Corriere della Sera del 07 ottobre 2005)
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