Signor Presidente, siamo particolarmente orgogliosi dell'opportunità che ci viene data di accoglierla qui, nella nostra terra. Siamo una bella provincia, signor Presidente, animata da una comunità di persone operose e rispettose delle regole, capaci di confrontarsi mettendo al centro l'amore per le proprie radici e, nel contempo, l'aspirazione a fare di più e di meglio per il futuro. Una terra consapevole e forte di una storia che da duemila anni si succede. Avvertiamo forte la responsabilità che ci è stata data dal momento in cui ci è stato affidato il governo di questo ricco territorio, ma sappiamo che nel mondo di oggi non ci si può mai fermare a pensare a quello che si è ottenuto, ma che bisogna sempre guardare al futuro con senso dell'innovazione e creatività. Viviamo infatti in un'epoca di cambiamenti rapidissimi ed a noi, amministratori locali così come a chi ha più elevate responsabilità nazionali e internazionali, è richiesta la capacità di saper governare i cambiamenti. In questo contesto la possibilità della nostra provincia di garantirsi il livello di benessere conquistato e, possibilmente di accrescerlo, non è scontata né tanto meno assicurata dai meriti acquisiti nel passato e dalle capacità del presente. A noi tocca individuare per tempo una chiara direzione di marcia lungo la quale indirizzare la nostra idea di sviluppo, in un'ottica di bene comune e di investimento, anche etico, rispetto alle future generazioni. Questa provincia è riuscita in questi decenni a collocarsi tra i territori più dinamici del Paese e a stabilire importanti relazioni nazionali ed internazionali. Oggi ci si può porre un obiettivo ancora più importante, quello di uno sviluppo di qualità, ad alto valore aggiunto, capace di valorizzare il sapere e le intelligenze dei piacentini, rispettoso delle persone e dell'ambiente. E' a partire da qui che abbiamo individuato, per la nostra azione di governo, quattro elementi importanti rispetto ai quali siamo impegnati: pensiamo ad uno sviluppo economico dinamico e sostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale, così come pensiamo ad una società aperta, equa e solidale, basata sull'accoglienza e sul rispetto dei diritti e dei doveri, in grado di valorizzare l'intraprendenza delle persone. Pensiamo ad una società della conoscenza che promuova l'investimento nel sapere e nell'innovazione. Pensiamo, ancora, che tutto ciò si può realizzare se saremo capaci di promuovere la reale partecipazione e condivisione dei cittadini e dell'articolata rete di rappresentanze che caratterizza il nostro elevato indice di democrazia diffusa. Cosa intendiamo quanto parliamo di sviluppo di qualità nel rispetto dell'ambiente? Pensiamo ad uno sviluppo basato meno che in passato sul consumo del suolo e dei beni ambientali non riproducibili. Ad uno sviluppo più basato sulla valorizzazione delle tante risorse che il nostro sistema locale può offrire. Il nostro territorio si caratterizza per la sua forte vocazione logistica, determinata dalla sua felice collocazione geografica, crocevia di importanti flussi di traffico. In questo senso ci candidiamo come Polo logistico in un'ottica innovativa, capace di tener conto di nuovi indicatori di sviluppo come ad esempio la valutazione di impatto ambientale, il rapporto tra investimenti e occupazione, tra scelte dell'amministrazione e richieste degli attori sociali ed economici, tra sostenibilità ed efficacia dello sviluppo, anche in un'ottica di “tornaconto” ambientale. In questi anni, grazie all'impegno delle precedenti amministrazioni, la Provincia ha con forza operato per lo sviluppo del nostro Polo universitario e dell'insieme del sistema scolastico e formativo. Un'azione che ci mette in condizione, oggi, di cogliere appieno l'opportunità offerta dalla collocazione a Parma dell'Autorithy Alimentare Europea, in una logica di sistemi territoriali integrati. Tenendo conto delle nostre vocazioni, delle esperienze e dei saperi già sviluppati, abbiamo individuato nella meccanica avanzata, nelle tecnologie dell'informazione e nella logistica a valore aggiunto e in generale nel trasferimento tecnologico i settori nei quali consolidare e introdurre centri di ricerca e servizi avanzati. Per questo riteniamo fondamentale sostenere e realizzare strumenti di concertazione tra le due Università, Politecnico e Università Cattolica del Sacro Cuore e le istituzioni locali. Tutto ciò, signor Presidente, senza dimenticare le nostre radici culturali, per assumere un ruolo forte e dinamico nella competizione tra territori, consapevoli del fatto che è dal riconoscimento delle identità che si rafforza un'idea di società aperta e plurale. Anche in questo senso, oltre che per il peso strettamente economico che tuttora mantiene, va sostenuta la nostra vocazione agricola per uno sviluppo innovativo e sostenibile all'interno del quale trovino spazio la valorizzazione della nostra produzione agro industriale, ma anche le produzioni tipiche e biologiche. Siamo in Emilia Romagna, al confine con la Lombardia. Il tema del lavoro, in queste terre, assume di certo caratteristiche diverse rispetto ad altri territori. Ciò non toglie che anche qui è necessario promuovere una politica del lavoro e per il lavoro tesa a rafforzare il ruolo del collocamento pubblico come strumento di politica attiva, in un'ottica di qualità, tenendo presente il tema del forte pendolarismo, soprattutto verso la Lombardia, che ci caratterizza. In questo senso ci sentiamo impegnati nei confronti di un'azione che deve riguardare complessivamente il nostro tessuto locale, tesa ad aumentare il tasso di occupazione della nostra popolazione, nel quadro degli obiettivi definiti dall'Unione europea e puntando a raggiungere il livello medio della nostra regione. Al raggiungimento di questo obiettivo possono concorrere in particolare gli interventi diretti ad estendere la partecipazione delle donne al mondo del lavoro. Perché quello delle donne è il problema principale della nostra occupazione. Ciò, oltre che una adeguata politica dei servizi, richiede una maggiore compatibilità tra i tempi di lavoro e i tempi familiari. Per questo è necessario mettere in campo forme sperimentali e innovative attraverso strumenti quali, ad esempio, il telelavoro. Così come è importante, vista la nostra situazione demografica, sostenere le nuove imprese promosse dai giovani. Molti altri sono i temi sui quali vorrei soffermarmi, signor Presidente. Mi limito a citarli: ci sentiamo impegnati al sostegno di una mobilità sostenibile e sicura, per politiche sociali e sanitarie volte all'affermarsi di una società più equa e solidale, più vicina alle donne, più amica delle famiglie e degli anziani. Così come riteniamo importante operare per politiche culturali, dell'istruzione e della formazione capaci di mettere al centro dell'attenzione i giovani e le loro aspirazioni e per una politica a sostegno del turismo in grado di promuovere in Italia e all'estero la nostra bella e serena provincia. L'ente provincia di Piacenza, signor Presidente, è, e deve essere sempre più un ente efficiente, virtuoso, trasparente, aperto alla partecipazione e al confronto con tutti i cittadini, capace, dal punto di vista amministrativo, di svolgere appieno quella funzione di coordinamento e di stimolo che la legge gli affida. Per questo, mi permetta signor Presidente, di esprimerLe la nostra preoccupazione rispetto ad una idea di riforma federalista più nota come devolution che di fatto rischia di incrinare quei vincoli di unità che fanno di noi una nazione. Noi, “principatori arditi dell'unità italiana” come ci ricorda il Gioberti, eredi di quella Piacenza Primogenita, che nel 1848 si espresse con un plebiscito per l'annessione al Piemonte come potremmo non essere preoccupati, noi, amministratori pubblici locali, di un clima politico istituzionale incerto, di una situazione economica precaria, di decisioni che penalizzano gli enti locali, che mettono di fatto in discussione la possibilità di governare i territori, caricando sulle spalle di Regioni, Comuni e Province il peso di un dubbio risanamento. Come non potremmo essere preoccupati, noi, che aspiriamo ad un mondo di pace quale indiscutibile prerequisito fondamentale di ogni idea di sviluppo e di giustizia, di una situazione internazionale che vede ancora oggi, in molte parti del mondo, il ricorso alle armi come unica risposta possibile per la soluzione dei problemi dell'uomo? Ciò non di meno, signor Presidente, siamo pronti a fare la nostra parte, con lealtà istituzionale e con un forte sentimento di amor di patria, per contribuire al superamento di tutte le incertezze, per tenere alto l'orgoglio di essere parte di questo Paese ed essere fieri del tricolore che sventola senza posa dai nostri pubblici palazzi. Grazie signor Presidente, sappiamo di poter contare sul Suo alto profilo di garante istituzionale, per il rispetto dei principi costituzionali scaturiti, voglio sottolinearlo, dal Risorgimento e dalla Resistenza. Grazie ancora.
Gianluigi Boiardi, Presidente della Provincia di Piacenza
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