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Chirurgia estetica, voglia di piacersi.
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di ANDREA DOSSENA
Sono generalmente gli interventi per viso, seno e silhouette i più richiesti a Piacenza da chi si rivolge alla chirurgia estetica, soprattutto donne tra i 30 ed i 60 anni (con punte tra i 30 ed i 45) ma non solo. Lo conferma il dottor Filiberto Putzu, medico-chirurgo specializzatosi con il Master in Chirurgia Estetica Morfodinamica (basata cioè sul dinamismo del corpo) conseguito a Milano con Luigi Donati, indimenticato luminare del settore – piacentino di origine, ma famoso per la straordinaria carriera meneghina – conosciuto nel 1987 e poi maestro di lavoro e di vita “perchè sapeva trasmettere la tecnica operatoria, la passione per la professione, il rispetto del paziente e la costante attenzione all’etica e alla deontologia”.
Piacersi di più tra cultura e mode
“Evoluzione culturale e condizionamenti mediatici – è la premessa di Putzu – hanno fatto decollare fin dagli anni ’80 il desiderio di migliorarsi dal punto di vista estetico, con il conseguente boom dei centri fitness. Per alcune alterazione anatomiche, però, la palestra non basta e allora ci si può rivolgere alla chirurgia estetica”. Il primo punto da considerare – avverte il chirurgo estetico – è che il paziente possa subire la ‘dismorfofobia’, una visione distorta che si ha del proprio aspetto esteriore. Una eccessiva preoccupazione per la propria immagine corporea può portare a vedersi “più brutti” di quello che realmente si è e può diventare anche un problema psicologico con effetti negativi sulla vita di relazione, tanto che a determinate condizioni certi interventi possono essere effettuati a carico del SSN o godono di agevolazioni fiscali”. La chirurgia estetica può portare ad un giovamento non solo esteriore, aiutando il paziente a riacquistare maggiore autostima e sicurezza, ma è necessario intendersi su quale sia il traguardo realmente raggiungibile con un intervento.
Medico-paziente, sintonia decisiva
“Occorre trovare – spiega Putzu – la massima affinità sulla corretta valutazione del difetto e sulla reale percentuale di miglioramento possibile, perchè solo in quel caso l’intervento soddisferà le aspettative. Aderire alle richieste del cliente in toto è sbagliato, bisogna invece far capire a chi si ha di fronte quale sia il “miglior miglioramento” possibile”. L’esperienza ha insegnato a Putzu alcuni escamotage per far capire al cliente che il come tutti noi ci vediamo soggettivamente è spesso diverso da come siamo visti dagli altri: “Chiedo a chi ho davanti se saprebbe disegnare il proprio orecchio e se ne conosce perfettamente la forma. All’ovvia risposta ‘no’, osservo: ‘Ma il suo orecchio tutti gli altri lo vedono perfettamente!’. Comprendere che non si vive in un’isola deserta è il primo passo verso quell’intesa tra medico e paziente che assicura il buon esito dell’intervento”.
I punti ‘critici’: viso, seno e silhouette
Gli interventi solitamente più richiesti a Piacenza sono a viso, seno e silhouette. “Per quest’ultimo caso – osserva Putzu – va detto che è calato il ricorso alla liposuzione, sia perchè c’è una maggior conoscenza dei rischi che questo tipo di intervento chirurgico comporta (ed è per questo che occorre rivolgersi a medici esperti della tecnica operatoria) sia perchè c’è più consapevolezza della tonificazione muscolare che può essere raggiunta in palestra. Molta richiesta c’è per gli interventi al seno, in quanto all’intervento per posizionare le classiche protesi mammarie (un sacchetto di poliuretano contenente silicone) si è aggiunta la possibilità di aumentarne il volume anche tramite l’utilizzo dell’acido ialuronico Macrolane, che con un intervento ambulatoriale e in anestesia locale viene inserito con una cannula tra muscolo e ghiandola dando un volume più congruo alla mammella. L’intervento va ripetuto ogni 18/24 mesi perchè nel tempo il materiale si riassorbe, ma non presenta né i rischi dell’anestesia generale né della presenza di un corpo comunque estraneo nell’organismo, rischi che hanno portato alla richiesta di istituire un registro nazionale e a vietare questo tipo di intervento su minorenni. Quest’ultimo provvedimento – osserva Putzu – mi trova d’accordo: neanche la presenza dei genitori mi ha mai convinto del tutto dell’opportunità di certe scelte. Per quanto riguarda il viso, si fa meno ricorso al classico lifting perchè con botulino o acido ialuronico si può ottenere un buon risultato anche senza il ricorso alla chirurgia. Se il viso è troppo rilassato nella parte inferiore, invece, si ricorre al mini-lifting”.
dal Corriere Padano del 6 giugno 2012
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pubblicazione: 10/06/2012
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