Salta l'accordo, smantellati tutti gli arredi del locale
Almeno due mesi di chiusura obbligata e i dipendenti costretti a rinunciare a lavoro e stipendio fino alla riapertura dei locali completamente rinnovati.
E' la prospettiva che attende il Balzer, che neppure si chiamerà più così, dopo il naufragio della trattativa fra la vecchia gestione dell'Adhara srl, e i nuovi concessionari della società "Drink & Music". L'ipotesi di un accordo finalizzato a un passaggio di consegne "morbido", che contemplasse la cessione di alcuni arredi interni e delle cucine, per consentire ai vincitori del bando di non sospendere l'attività, è definitivamente svanita ieri. Lo smantellamento è così proseguito senza soste per l'intera giornata: entro il termine dello sfratto, fissato dal Comune per domani mattina, Domenico Tantera si porterà via ogni cosa, compreso il bancone e tutte strutture costruite su misura e non riutilizzabili.
Il bar ristorante cambierà così completamente pelle e i titolari entranti, Giuseppe Grazia e Salvo Bonomolo dovranno pure pensare a un nome nuovo, perché i diritti di quello attuale appartengono all'Adhara. Le preoccupazioni più grandi tuttavia investono la sorte dei 10 lavoratori, per i quali ieri sono scaduti i termini della mobilità: i nuovi gestori si sono impegnati ad assumerli al più presto, ma i sindacati chiederanno a breve un incontro all'amministrazione per capire come affrontare questi due mesi di "limbo". Grazia afferma di aver dato «un'accelerata al riallestimento del locale», dopo aver appreso del rifiuto di Tantera all'ultima offerta avanzata. «Il rinnovo totale del ristorante - fa notare - era nei nostri progetti sin da quando abbiamo deciso di partecipare alla gara. L'acquisizione delle attrezzature esistenti era un costo aggiuntivo che ci saremmo sobbarcati soprattutto per non chiudere, ed offrire quindi una prospettiva immediata di ripresa del lavoro ai dipendenti. Mi dispiace per loro, perché ora dovranno scontare un periodo di stop obbligato: ribadisco il nostro impegno a reintegrare tutti quelli che lo vorranno. Difficile dire quanto tempo ci servirà per riaprire il locale: almeno 45-60 giorni».
«La trattativa è stata impraticabile fin dall'inizio - aggiunge - non tanto per un'ostilità della controparte verso di noi, ma per l'opposizione alle scelte dell'amministrazione». Quanto al nuovo nome, Grazia ammette di avere già un'idea, ma «lo renderemo noto al momento giusto». Il tempo concesso dall'ufficiale giudiziario ai vecchi gestori per ultimare il trasloco scade domani mattina: le chiavi passeranno quindi al Comune che le consegnerà alla "Drink & Music".
Sul fronte sindacale, Gianluca Zilocchi (Filcams Cgil), che insieme a Michele Vaghini (Fisascat-Cisl) ha seguito l'intera vicenda, esprime preoccupazione per gli ultimi sviluppi. «Non è giusto che i lavoratori paghino in prima persona - afferma - l'esito negativo della trattativa: noi speravamo che l'epilogo potesse essere diverso. Chiederemo un incontro al Comune perché si trovi una soluzione». Mauro Ferri
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