Dopo il vertice con gli investitori i commercianti restano scettici
Atteso come incontro chiarificatore sul centro moda di Le Mose, il vertice tra il Comune, Piacenza Intermodale, investitori e commercianti non è riuscito a sciogliere i dubbi di questi ultimi.
A poco è servita la presentazione dettagliata del progetto, da parte dell'architetto Dante Oscar Benini, presente ieri a palazzo Farnese insieme a Carlo Merli, rappresentante di Piacenza Intermodale (proprietaria dell'area), l'assessore al commercio Alberto Squeri, presente insieme al dirigente Adriano Visai e Alberto Sommaruga, rappresentante dell'azienda intenzionata a investire a Le Mose.
Per i rappresentanti di categoria, Antonio Resmini per Unione Commercianti e Fausto Arzani per Confesercenti, continua a non essere chiara la destinazione futura della parte commerciale del progetto, che prevede anche la realizzazione di un albergo, ristoranti e un centro direzionale.
Il timore che il centro sia destinato ad ospitare un outlet resta sempre presente, dubbio non fugato dalle scarne, secondo le categorie, informazioni arrivate in merito ai potenziali investitori. «Per quanto riguarda la parte commerciale non vi sono proposte concrete» dice Resmini. «Alle nostre richieste di chiarimenti - aggiunge Arzani - è stato risposto che la tipologia di investitori sarà decisa dal mercato. Non è data alcuna garanzia in merito: il centro moda potrebbe ospitare 4 o 5 negozi monomarca, oppure essere riservato a firme di lusso». Il direttore di Confesercenti ha rimarcato l'assenza ieri dell'assessore allo sviluppo economico Ernesto Carini (dovuta, pare, a motivi personali), la cui presenza era invece molto attesa. «Questo significa che o l'incontro ha rappresentato per noi una semplice comparsata, o che si fa marcia indietro su un progetto che avrebbe effetti catastrofici sul commercio piacentino. Temo si tratti della prima ipotesi: dall'assenza dell'assessore Carini arriva un segnale politico molto chiaro».
Se l'assessore Alberto Squeri preferisce non intervenire nel dibattito («Mi sembra di aver fatto ciò che mi era stato chiesto, far incontrare le parti in causa») il presidente di Piacenza Intermodale rispedisce al mittente le obiezioni sollevate. «La tipologia dell'intervento che si andrà a fare è molto chiara - dice Merli -, anche agli stessi rappresentanti dei commercianti. Così come è comprensibile la decisione, da parte degli investitori, di non esporsi prima che vengano definiti gli accordi, per ragioni di politica commerciale».
Dall'incontro di ieri, invece, i sindacati sono rimasti fuori dalla porta, nonostante avessero chiesto di prendervi parte. Il centro moda di Le Mose, commenta Sandro Busca, segretario della Cisl, «non ha solo una valenza commerciale, ma avrà riflessi su tutto il territorio piacentino. Potrebbe impiegare tra i 300 e i 350 lavoratori, coinvolgendo interi settori economici. Temi sui quali il sindacato deve potersi esprimere».
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